Il suo mantra è il design alla portata di tutti, dagli hotel a cinque stelle alle scuole, agli ospedali, persino alle celle di un carcere. “È facile portare la bellezza negli alberghi di lusso o nei ristoranti stellati dove i budget sono larghi. Riuscire a portarla tra i più deboli fa la differenza. Siamo stati ben felici di arredare nel carcere di Bollate il ristorante ‘In galera’, allestito da chef professionisti per insegnare il mestiere di cuoco ai detenuti. Oppure la caffetteria ‘21 grammi’ di Brescia, pasticceria e panetteria dove maestri fornai insegnano ai ragazzi down una professione per il futuro”.
Così ragiona Monica Pedrali, imprenditrice di seconda generazione, nata 52 anni fa a Palazzolo sull’Oglio, nel Bresciano, amministratrice delegata, direttore commerciale e marketing di Pedrali spa, azienda di prodotti di design industriale realizzati in metallo, materiale plastico e legno sia per la casa che per ristoranti, hotel e uffici. Due fabbriche, a Mornico al Serio, vicino Bergamo, e a Manzano, in Friuli, nel distretto industriale della sedia, specializzata negli arredi in legno col massimo rispetto ambientale, da foreste certificate con vernici a base d’acqua di origine vegetale.
Monica Pedrali inizia il suo percorso in azienda nel reparto commerciale. Negli anni Novanta, insieme al fratello Giuseppe, prende la guida dell’impresa di famiglia inaugurando una nuova era produttiva. Le viene affidato il progetto di sviluppo dei mercati esteri, che ha oggi una distribuzione in oltre cento Paesi. L’azienda è digitalizzata, le fabbriche connesse, i macchinari controllabili da un monitor. Un percorso iniziato dal 2005, quando da Palazzolo, l’azienda creata nel 1963 dal padre Mario, si è trasferita a Mornico, in uno stabilimento di 85 mila metri quadri, con un magazzino automatico che contiene 17 mila bancali e ne può movimentare 250 all’ora, chiamato ‘Fili d’erba’, progettato dall’architetto Cino Zucchi. Una struttura d’avanguardia, alta 29 metri, completamente automatizzata per lo stoccaggio di prodotti finiti e semilavorati, collegata agli spazi industriali preesistenti tramite uno skytrain con otto navette autosterzanti che viaggia in un tunnel aereo trasparente, attraversa le fabbrica e trasporta i prodotti finiti e semilavorati al magazzino e viceversa.
Il padre, un artigiano geniale, aveva iniziato lavorando nell’officina di un fabbro e poi si era specializzato nella creazione di arredi per esterni in ferro battuto. “Faceva le cose alla grande, collaborava con architetti famosi come Luigi Vietti che costruiva ville in Sardegna, in Sicilia, progetti di prestigio per hotel e residenze in Costa azzurra. Partecipava alle fiere all’estero, soprattutto in Germania. Ero spettatrice di questi suoi capolavori, non c’era confine tra famiglia e lavoro, io e mio fratello Giuseppe, che oggi si occupa di operation e di ricerca e sviluppo, lo seguivamo, ci piaceva viaggiare con lui. E quando arrivavano i clienti in azienda, c’era la curiosità di conoscere persone che venivano da fuori, anche dall’estero”.
Appassionata di lingue e di matematica, Monica Pedrali ha frequentato l’istituto tecnico commerciale. “Aiutavo papà nel periodo estivo, gli davo una mano, mia madre Mariuccia lavorava nella contabilità. Lo facevo per senso del dovere, non pensavo che sarebbe stato il mio lavoro. Lui però è stato bravo, mi ha coinvolto in un vortice, ho seguito corsi serali di lingue, non ho completato l’università ma non ho mai smesso di studiare. Mi ha affidato lo sviluppo dei mercati esteri, partivo per le fiere, Parigi, Inghilterra, Irlanda, Scandinavia. Oggi ho tanti amici clienti e architetti in Spagna, Grecia, Stati Uniti, Medio Oriente, Asia, Russia. Quando sono entrata, l’ufficio tecnico era maschile con ingegneri e design, mancava l’impronta femminile. Oggi il 45 per cento degli addetti è donna, in ufficio il 62 per cento. Ne abbiamo anche in produzione, nell’assemblaggio, nel montaggio, nello stampaggio delle materie plastiche e nel controllo qualità. Ce ne sono nell’ufficio tecnico di ricerca e sviluppo. È stato utile portare il lato femminile nella visione del prodotto, che non è solo bianco e nero, ma anche nel colore. La loro presenza aggiunge equilibrio sotto diversi fronti, estetico, funzionale, di sensibilità nei riguardi dei clienti. La diversità arricchisce”.
L’imprenditrice ha seguito la sua strada. Si è inserita nella scelta dello sviluppo dei prodotti, i colori, i tessuti, le finiture, e ha studiato come presentarli al pubblico, seguendo la parte di marketing legata alla comunicazione. Ha imparato a gestire la rete di vendita Italia, una settantina di agenti, e i partner. Nei viaggi ha conosciuto suo marito, Gianpiero. “Vende macchine tessili, e per il suo lavoro ha girato il mondo, riuscendo però ad essere molto presente in famiglia. Mi ha appoggiato e spronato a non rinunciare alle mie ambizioni anche dopo la nascita di Luca e Matteo, che hanno 17 e 15 anni”. Sportiva da sempre, l’imprenditrice ha sciato, è andata in canoa, ora fa lunghe passeggiate sulle rive dell’Oglio. Nel week end prepara dolci, “volevo fare la pasticcera”, e quando si poteva viaggiava e accompagnava i figli per musei. “Mio padre lo faceva con me, lo faccio in pillole con loro. Qualcosa resterà”.
Le novità tecnologiche le sono servite per assumere nuove persone, per automatizzare attività ripetitive e riqualificare il personale nelle mansioni che creano il valore aggiunto al saper fare italiano. Il lockdown? Un’occasione di cambiamento, per ripensare gli ambienti di una casa che si trasformano in ufficio, studio professionale, aula scolastica. “Quest’anno in pochissimi giorni ci siamo convertiti alla presentazione on line dei prodotti, mostrando in digitale il nostro show room, puntando sulla sostenibilità, funzionalità, manutenzione e igienizzazione delle superfici e dei materiali, con video interviste ai designer sui social. Abbiamo stampato magazine, postato immagini su Instagram, siamo riusciti a coinvolgere i clienti e gli architetti in un momento in cui stavano lavorando da casa. Il fatturato 2019 è stato di 100 milioni di euro, il miglior risultato di sempre. Per il 2020 avevamo grandi piani, ovviamente sconvolti, ma nonostante questo siamo stati alle fiere di Parigi e Stoccolma, partecipato ad eventi ad Amsterdam e ne abbiamo anche organizzato uno in azienda legato alla sostenibilità”.
La produzione si è fermata per due mesi e mezzo. “Ma poiché siamo cento per cento made in Italia, compresi tutti i nostri macchinari, e abbiamo tempi di consegna in meno di dieci giorni, appena si è affacciata la ripresa sono arrivate molte richieste di arredi per outdoor, con grande attenzione alla qualità e a materiali durevoli che possono essere igienizzati con alcol”. Alla Pedrali le richieste hanno riguardato in particolare scrivanie e sedie per le camere dei bambini oppure uffici privati per lavorare, insegnare, studiare a casa”. L’esigenza di riconfigurare gli spazi si è tradotta in ordinativi inediti per sedie comode, scrivanie in misure piccole, un metro per sessanta, regolabili in altezza per chi deve stare ore davanti ai monitor, con problemi di postura, desk che permettono di trascorrere il tempo in parte seduti e in parte in piedi. È nato il catalogo per la nuova collezione. Pedrali ha studiato pannelli fonoassorbenti per dividere gli spazi, isolarli e schermarli dal punto di vista acustico, creare zone adatte per tenere conference call, o pareti divisorie per garantire il distanziamento tra le persone e tutelare la salute dei lavoratori.
Con l’impegno ad essere ambasciatori del made in Italy per clienti, rivenditori e architetti, e non solo nell’anno del Covid, l’azienda che nel 2011 ha ricevuto il Compasso d’oro per la sedia Frida, premio istituito da Gio Ponti, supporta tutta la rete di hotel, ristoranti e bar, che sono i più colpiti dalle chiusure per la pandemia. “Questa potrebbe essere l’occasione per l’Italia di ristrutturare, il momento di rilanciare il turismo, operare il cambiamento che negli ultimi venti anni non c’è stato. Ma occorre che il governo valorizzi le eccellenze italiane. Avremmo bisogno di una tutela del made in Italy, per la qualità siamo ancora al primo posto al mondo, perché con la vendita on line è più facile che arrivino copie contraffatte dei nostri prodotti. Bisogna puntare molto sui giovani, che da noi imparano, e progettare il passaggio generazionale delle competenze dei nostri collaboratori”.
Nella filosofia Pedrali bellezza, tradizione, innovazione e sostenibilità sono punti chiave. La certificazione Corporate Carbon Footprint della fabbrica ha sancito la connessione tra compatibilità ambientale e identità aziendale”. Vincitore del premio della Fondazione Olivetti, “mio padre ci ha insegnato che per far bene il nostro lavoro dobbiamo dare attenzione a quello che sta intorno all’azienda, alla comunità che vive sul territorio. Perciò con un investimento economico, e soprattutto di tempo, partecipiamo a iniziative bellissime. Da 25 anni supportiamo la comunità Shalom per ragazzi con problematiche di tossicodipendenze e siamo ben felici di farlo, abbiamo fornito arredi per le camere, offerto lavoro come l’assemblaggio dei cataloghi e assunto alcuni ragazzi che uscivano dalla comunità”. Il padre ne è tutt’ora un volontario. “Viene in azienda alle sette e mezzo, fa il giro delle fabbriche. Non gli è pesato delegare a me e mio fratello perché ha tante passioni, un museo di macchine da scrivere, moto d’epoca, è appassionato di libri di storia”.
Anche nella pandemia Pedrali ha tenuto i portoni aperti. “Le persone sono molto attente ai protocolli della sicurezza, abbiamo vissuto gli spazi, da noi sono grandi, 45 mila metri quadri alti 12 metri, si lavora anche a dieci metri di distanza l’uno dall’altro. Lo showroom è diventato parte integrante dell’ufficio. Il ristorante aziendale equipaggiato con tutte le protezioni fino a ottobre si è trasferito in giardino, dove abbiamo una vasca lunga 110 metri con cascatelle d’acqua fresca. Era sempre stata decorativa e francamente prima non ci avevamo pensato. Invece abbiamo attrezzato questo spazio e ci siamo resi conto che è molto bello. In primavera ritorneremo all’aria. Ci siamo dati obiettivi sulla qualità e ci auguriamo che il mercato si riprenda velocemente. Ma anche se non dovesse accadere nel 2021, i nostri piani non verranno sconvolti, denti stretti, aggiustando il tiro, cerchiamo di perseverare e mantenere il nostro dna perché questa è la direzione. Saremo più forti di prima, dobbiamo investire sulla formazione delle persone, ma sarebbe un peccato sprecare il lavoro di generazioni”.
Non è "solo" un mal di testa. Emicrania: regole, sintomi e prevenzione di uno dei…
Infezioni in gravidanza, ogni anno un neonato su 150 colpito da citomegalovirus, circa 300 nascono…
Morbillo, quasi raddoppiati i casi in un mese: cosa sta succedendo e cosa fare Corriere…
Sonno e intestino: così il microbiota intestinale influenza il riposo (e viceversa). Come intervenire Corriere…
DELFINATO, È IL TADEJ POGAČAR SHOW. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO TuttobiciwebVisualizza la copertura…
LIVE Judo, Mondiali 2025 in DIRETTA: ASSUNTA SCUTTO, ORO DA DOMINATRICE! OA SportMondiali Judo: Assunta…