Francesco Ghirelli, classe 1948, ex presidente della Regione Umbria, dirigente sportivo di lunghissimo corso, va spedito verso il suo secondo mandato alla presidenza della Lega di serie C (si vota il 12 gennaio, in presenza). Ieri sera si sono chiuse le candidature: Ghirelli avrà un rivale, Andrea Borghini, direttore sportivo, ma difficilmente troverà molti consensi fra le 58 società (la Juve vota con la Lega di A). Ghirelli ha già scelto i suoi vicepresidenti, Luigi Ludovici, dipendente di Sport e Salute, e Marcel Vulpis, giornalista. Come vicepresidente si è candidato anche Paolo Francia, ex direttore Rai: è al terzo tentativo, le due volte precedenti si era ritirato all'ultimo minuto. La Lega di C, esattamente 54 club, ha già detto che appoggerà Gravina.
Domani, lunedì 4 gennaio, intanto iniziano le assemblee dei Comitati regionali della Lega Nazionale Dilettanti che votano tutte in presenza con centinaia di persone mentre la Lega di di B (venti società) vorrebbe farla il 7 gennaio in remoto, anche se ci sono già proteste e ricorsi. I candidati della B sono due, l'attuale presidente Mauro Balata, favorito, e il commercialista Simonelli. Il 12 gennaio si chiudono le candidature per la Figc: Gravina punta al suo secondo mandato, Cosimo Sibilia deciderà in questi giorni cosa fare, prima aspetta le assemblee regionali (particolarmente importante quella del 9 in Lombardia con Carlo Tavecchio candidato) poi prenderà una decisione. La Federcalcio, come noto, andrà alle urne il 22 febbrario a Roma. Gravina ha raccolto già molte firme.
Entro il 27 gennaio, inoltre, si dovrà trovare una soluzione al caso Cio-Coni che ormai si trascina da troppo tempo. Il Coni, lo ha detto più volte Malagò, è fuorilegge. Non vengono rispettati i canoni della Carta Olimpica. Il 6 agosto 2019, James McLeod, director olympic solidariety and Noc relations (dove i Noc sono i comitati olimpici nazionali), ha mandato una lettera dettagliata a Malagò e per conoscenza a Bach, Ferriani, Ricci Bitti e Mornati dove ha fatto presente, in sei punti, che la situazione del Coni non rispettava la Carta Olimpica ("la nostra stella cometa", parole di Malagò). McLeod aveva concluso la sua lettera invitando il Coni a portare "queste serie preoccupazioni" alle "più alte autorità di governo", per risolvere "amichevolmente questi temi ed evitare eventuali complicazioni inutili e/o ulteriori azioni da parte del Cio". Cio che ha aspettato sin troppo, e lo ha fatto solo per il rispetto e la considerazione di cui gode lo sport italiano. Ma ora è suonata davvero la campanella: il 27 gennaio si riunisce a Losanna l'esecutivo e potrebbe prendere provvedimenti nei confronti del Coni, provvedimenti che possono arrivare sino "alla sospensione o al ritiro del riconoscimento del Noc" (articolo 27 comma 9 della Carta Olimpica) come successo, per vari motivi, a Russia, Bielorussia e Kuwait. In pratica, si andrebbe ai Giochi di Tokyo senza bandiera e senza inno di Mameli (in caso di vittoria): la Pellegrini e gli oltre trecento azzurri potrebbero gareggiare solo come "indipendent olympic athlets", niente scritta Italia.
Per scongiurare questa vergogna bisogna mettere mano e restituire al Coni la sua autonomia: ci sta provando il ministro Vincenzo Spadafora dopo che non è riuscito a fare approvare la legge delega e soprattutto la parte che riguarda la governance. Ora ci vuole un decreto legge, possibile anche in tempi di fibrillazione politica come quelli di questi giorni. La politica deve fare un passo indietro e togliere l'accerchiamento allo sport che dura da due anni. Va risolto infatti il nodo della autonomia del Coni, dei rapporti e dei confini fra il Comitato olimpico e Sport e Salute. La resistenza di una parte dei 5 Stelle, quella più vicina a Di Battista, ormai non ha senso: loro vorrebbero che venisse prevista la incompatibilità di Malagò come n.1 del Coni e presidente del Comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026. Ma in realtà l'Avvocatura di Stato ha già stabilito che la Fondazione non percepisce denaro pubblico, quindi non può essere equiparata ad un soggetto a controllo pubblico, è il Cio semmai che ha promesso di versare oltre 900 milioni per l'organizzazione sportiva. Quindi, Malagò può ricoprire entrambe le cariche.
Lo stesso ex sottosegretario Giorgetti, lo scorso anno a Losanna, disse ai membri Cio: "Se ci darete le Olimpiadi di Milano-Cortina, alla guida del Comitato organizzatore ci sarà il vostro collega, Giovanni Malagò". E questo è successo con piena soddisfazione del Cio. Nessuna incompatibilità, quindi. C'è da considerare inoltre che quando si terranno i Giochi invernali, Malagò già da un anno non sarà più presidente del Coni. Spadafora può sciogliere questo nodo dell'autonomia, ma anche Pd e Italia viva adesso devono fare la loro parte.Original Article
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