Due settimane di quarantena prima dei Giochi di Tokyo per tutti gli atleti. L'idea a cui le autorità giapponesi e il Cio starebbero lavorando in questi giorni di ripresa della pandemia in terra nipponica – casi giornalieri oltre il migliaio per la prima volta dall'esplosione del Covid – avrebbe l'effetto di uno tsunami su tutto lo sport olimpico. Se da un lato il governo giapponese rassicura, "saranno Giochi sicuri e si terranno certamente nelle date previste", la roadmap fino all'accensione del tripode potrebbe prevedere un clamoroso sbarramento all'ingresso di atleti e delegazioni per venerdì 9 luglio, considerando il 23, il giorno della cerimonia di apertura, come data di avvio ufficiale della manifestazione. L'intento sarebbe quello di creare una sorta di bolla sanitaria all'interno del Villaggio olimpico e di impedire nuovi ingressi dall'esterno nei giorni precedenti alle gare. Governo giapponese e Cio non hanno né confermato, né smentito l'ipotesi, anche se resta in piedi una sorta di piano più rassicurante: ingresso al Villaggio non oltre 5 giorni prima della propria gara, obbligo nel lasciarlo entro le 48 ore successive. Molto dipenderà dall'evoluzione della pandemia nelle prossime settimane.
Gli effetti dell'obbligo di quarantena "lunga" sarebbero immensi. Si pensi, ad esempio, al campionato Nba, iniziato solo pochi giorni prima di Natale: l'eventuale gara 7 della sfida per il titolo si avrebbe il 22 luglio. Tutti i giocatori delle due squadre finaliste sarebbero certamente fuori. Lo stesso si può dire per il ciclismo: il Tour de France si chiuderà domenica 18 luglio, la gara in linea maschile dei Giochi si terrà il 24, la cronometro il 28. Correre sia il Tour, sia l'Olimpiade sarebbe impossibile. Secondo il quotidiano belga Het Laatste Nieuws, la federciclismo belga avrebbe già chiesto al Cio della possibilità di una deroga per i ciclisti: sarebbero pochissime le speranze però di ottenerla. Il fenomeno olandese Mathieu Van der Poel, candidato a una medaglia nella mountain bike ma anche sicuro partente al Tour ha già preso posizione a riguardo: "Se dovesse essere così, non farei il Tour e privilegerei Tokyo". Le defezioni di massa al Tour di corridori adatti al percorso giapponese (molto indicato per gli scalatori e per gli uomini di classifica delle grandi corse a tappe) potrebbero avere ricadute positive sul Giro, che tornerà ovviamente nelle sue date tradizionali di maggio.
Quattordici giorni di quarantena – senza gare, quindi, di soli allenamenti – sono comunque un vuoto agonistico immenso per gli atleti di sport di prestazione come atletica, nuoto, ginnastica artistica. Appena meno, probabilmente, per gli sport di squadra, abituati a un avvicinamento soft ai Giochi fatto di partite amichevoli, comunque preziose per oliare i meccanismi in vista del torneo olimpico.
Intanto nei giorni scorsi il Giappone ha annunciato di voler sospendere anche il programma che garantiva speciali corridoi d'ingresso per gli atleti e i loro staff che avevano in programma di trascorrere un periodo di preparazione agonistica in terra nipponica nei primi giorni del 2021. La sospensione dovrebbe rimanere in vigore almeno fino al 31 gennaio. La soglia di allarme resta molto alta, e intanto la popolazione giapponese ha già espresso le proprie perplessità attraverso un sondaggio dell'emittente nazionale NHK: il 27% degli intervistati ha votato a favore dell'Olimpiade, il 31% per un nuovo rinvio, il 32% per l'annullamento definitivo. Un'ipotesi nemmeno presa in considerazione finora né dal governo del premier Suga, né ovviamente dal Cio. Una sola certezza: i prossimi saranno mesi molto, molto caldi.
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