AGI Un albero di Natale in ceramica. Ma non uno qualunque è il più grande del mondo e servirà per "riaccendere la speranza" degli artigiani di Deruta schiacciati dalla crisi.
È stato installato nella piazza principale della cittadina umbra, nota anche fuori dai confini nazionali per essere un'eccellenza nel settore della maiolica artistica, e acquisisce in questo Natale 2020 un valore simbolico. Per accenderlo, infatti, oltre al primo cittadino Michele Toniaccini, sono intervenuti anche il prefetto di Perugia, Armando Gradone e una piccola rappresentanza di infermieri e medici dell'ospedale del capoluogo di regione umbro, impegnati da mesi nella lotta al Covid.
Tutti uniti nel lanciare un messaggio di fiducia nel futuro. “Un'opera d'arte creata dalle mani sapienti degli artigiani per guardare a tempi migliori – spiega il sindaco – simbolo di unione e di condivisione tra le persone”.
Ma dietro alla struttura, composta da un grande braccio di 19 cilindri impilati uno sull'altro e 280 palline fatte a mano degli artisti, si nasconde una galassia di una novantina di imprese, in maggioranza piccole e a conduzione familiare, che fin dal XIV secolo tramandano di padre in figlio la tradizione della ceramica decorativa. Un settore legato a doppio filo al turismo e messo in ginocchio dalla pandemia, che ha fatto squadra e si è messo al servizio della comunità lavorando alla realizzazione dell'albero. “Quasi ogni artigiano dà il proprio contributo.
Sono tante le maestranze coinvolte, per le forme, i coppi, la smaltatura, la cottura”, racconta Annalisa Mordenti, presidente del Comitato Artigiani ceramisti di Deruta, che coinvolge 77 aziende del paese, formato un paio di mesi fa proprio per tutelare la sopravvivenza del settore. “Abbiamo acceso l'albero per riaccendere la speranza.
È solo un modo per ribadire il profondo orgoglio del nostro lavoro – continua la ceramista – molti di noi sono figli di artigiani, l'attaccamento alle radici ci consente di lottare per mantenere viva una tradizione nella quale crediamo fortemente. Abbiamo le spalle larghe per la fatica del lavoro, cerchiamo di non demoralizzarci e di continuare a studiare per trovare nuovi stimoli e tirare fuori da questo periodo di difficoltà le risorse migliori”.
Nonostante anche le imprese a conduzione familiare stiano cercando di aprire canali di vendita online, poco attrattivi finora per gli amanti delle maioliche, la crisi si fa sentire e non risparmia nessuno. “Il problema è l'assenza di turismo di questi mesi, senza turisti siamo fermi – spiega Annalisa – rientriamo nel campo dei prodotti di nicchia, dei regali di qualità e con la chiusura dei comuni non abbiamo venduto”. L'economia di Deruta si sorregge anche sulle esportazioni ai rivenditori di Ceramica in Italia e all'estero, che non vanno meglio.
“Serviamo gran parte dei negozi di ceramiche nel nostro Paese e nel mondo ma il blocco delle commesse è quasi totale”. È qualche piccolo ordine, per il momento, a garantire la sopravvivenza di queste piccole imprese. Ora resta la speranza del Natale e della corsa ai regali dell'ultimo minuto.
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