CAMDEN (New Jersey). Sotto i porticati si intravedono vasi di fiori, tavolini e sedie per godersi le giornate di sole. C'è qualche barbecue e persino un biliardino. Si capisce al primo colpo d'occhio che le case, quasi tutte monofamiliari, sono state ristrutturate a fatica, il minimo che permetta di viverci decentemente. È da qui che si fotografa la rinascita di Camden, la cittadina del New Jersey a meno di due ore da New York, considerata dieci anni fa la più pericolosa degli Stati Uniti.
"Prima era impossibile vedere mobili nei loggiati: o li rubavano o gli stessi proprietari li svendevano per procurarsi la droga" ci racconta suor Helen Cole, una missionaria che incontriamo nel quartiere North Camden. Un tempo era conosciuto come Heroin Highway, l'autostrada dell'eroina, per via delle oltre trentacinque piazze di spaccio che operavano sui marciapiedi, in macchina, davanti alle case, alle scuole, ai negozi. "Sugli scalini della missione c'erano gli spacciatori. Dovevo chiedere loro di spostarsi quando uscivo. La situazione è cambiata non perché sia diversa l'area, che rimane abitata da famiglie a maggioranza ispanica, ma perché finalmente sono aumentate le opportunità".
Se negli anni passati la città veniva citata puntualmente per il record di delitti, oggi ritorna a far parlare di sé per la riforma del dipartimento di polizia, datata 2013. L'allora presidente Barack Obama la definì "una promessa per la nazione". Il modello potrebbe ora diventare il canovaccio da seguire in tutte le località piegate dal crimine ma anche sfigurate dalla brutalità e dalle ingiustizie perpetrate dalle forze dell'ordine ai danni delle minoranze. Una risposta – forse – alla richiesta martellante di una trasformazione culturale e strutturale del corpo di polizia emersa nei mesi di proteste del movimento Black Lives Matter che, partendo da Minneapolis e dall'uccisione di George Floyd per mano di un agente, hanno incendiato la nazione.
L'esperimento di Camden è unico perché fa un passo nel passato e due nel futuro: recupera il concetto dei poliziotti di quartiere, ma li manda in strada con tecnologie avanzate, dopo un addestramento (messo a punto con la New York University) che non ha eguali nel Paese, studiato per disinnescare le situazioni violente. "La riforma che abbiamo voluto è orientata verso la comunità. Il sistema prevede che i poliziotti si presentino alle famiglie del quartiere a cui sono assegnati. Bussano alle porte, chiedono come vanno le cose, cosa bisogna fare per migliorare" ci spiega Louis Cappelli, a capo della contea. È lui "l'architetto" della riforma, insieme all'allora sindaca Dana Redd e all'ex governatore dello Stato del New Jersey, Chris Christie. "Grazie alle partnership con business e associazioni, organizziamo partite, grigliate, serate cinema. Non siamo più estranei; prima le persone avevano paura, ora iniziano a fidarsi, a segnalare situazioni illegali".
La rivoluzione che ha visto la luce sette anni fa nasce da un cortocircuito innescato da diversi fattori: il record nazionale di omicidi e criminalità, la necessità di far quadrare il budget cittadino e gli scandali di corruzione. "Abbiamo smantellato la struttura" ci dice Cappelli "cambiato gli agenti e applicato quello che oggi chiedono molti attivisti: un addestramento non basato sulla forza, ma sulla capacità di interagire con le persone. Un metodo che oltre a garantire la sicurezza, ingloba soluzioni emotive, sociali. Abbiamo migliorato la tecnologia e preteso indagini interne immediate per verificare il comportamento dei poliziotti. Gli altri dipartimenti del Paese guardano a noi come a un modello".
Ed effettivamente il nome di Camden continua a essere tirato in ballo. I più radicali del movimento Black Lives Matter, però, invocano misure drastiche come "smantellare" i dipartimenti di polizia o addirittura "abolirli", ripensando completamente il sistema giudiziario e carcerario. Di sicuro chiedono di "tagliare i fondi", per indirizzarli verso servizi alla comunità, come programmi mirati di lotta alla povertà, prevenzione o salute mentale. "Bisogna intervenire in maniera 'olistica', certo, lavorare sulla società. Ma la soluzione non è semplicemente decurtare i fondi per la polizia" risponde Cappelli. "Si deve investire di più, piuttosto, ma farlo in modo intelligente, utilizzando bene le risorse a disposizione. E noi lo facciamo".
I numeri sembrano dargli ragione. "Con una sparatoria ogni 32 ore, avevamo raggiunto il record (pro capite) con un totale di 67 omicidi all'anno. Quest'anno sono stati 22, e l'80 per cento dei casi è risolto, mentre prima la percentuale si fermava al 20" ci racconta Dan Keashen, portavoce della polizia. "Sapete come misuriamo il successo? Se i bambini sono in grado di giocare per strada. North Camden è l'esempio perfetto. Dove prima c'erano solo spacciatori, ora troviamo famiglie".
È qui che ci uniamo al giro di perlustrazione degli agenti Peter MacPherson e Nathan Heyward. Salutano, distribuiscono mascherine. "Va tutto bene?" chiedono, come un mantra. "Vogliamo far capire che siamo dalla loro parte" sottolinea Heyward. "Quando un ragazzino ci dice: vorrei diventare un poliziotto, ci riempie di soddisfazione" interviene MacPherson, "prima non l'avrebbe detto nessuno".
A Camden, dove la polizia (forse) è diventata buona
Sulla "sensibilità culturale che il dipartimento ha nell'interagire con la comunità" fa leva Dana Redd, l'ex sindaca afroamericana che nel corso del suo mandato ha consegnato la riforma alla storia. "Un episodio sintomatico?" ci chiede quando la incontriamo: "Durante le proteste di Black Lives Matter non ci sono state violenze o tensione. Anzi, il capo della polizia Joe Wysocki ha chiesto all'organizzatrice delle manifestazioni di potersi unire al corteo. Lui e alcuni agenti hanno marciato in solidarietà con i manifestanti".
Nondimeno, tra gli abitanti di Camden c'è chi sostiene che le cifre del miracolo vadano lette meglio. "Non sono reali" ci dice l'attivista Ayinde Merrill: "Prima i dati riguardavano solo noi, ora, dal momento che siamo sotto la supervisione della contea, nel conteggio finiscono anche altre città, i numeri sono diluiti. E non tutto si deve alla riforma, il trend dei crimini violenti è in diminuzione in tutta la nazione". Merrill coordina il collettivo d'arte The Muse Collaborative e si batte per una rinascita che passi attraverso cultura e interventi sociali. "Come è possibile che una cittadina di poco più di 70 mila persone spenda 80 milioni di dollari per la polizia?" tuona. "Siamo davanti a una militarizzazione. Diventeremo un modello quando non avremo più bisogno di agenti".
Anche il giudizio di Ahava Divine, ex poliziotta, è aspro. "In una popolazione a maggioranza afroamericana e latina, il corpo di polizia è formato in larga parte da bianchi. Il processo di assunzione non funziona". Oggi è operatrice sociale. "Odio la narrazione di un centro infernale tutto crimine e droga. C'è tanto potenziale qui". E questa comunità cerca di raccontarla da anni la fotogiornalista e premio Pulitzer April Saul. "Si tende a parlare di Camden in maniera molto semplicistica. La si descrive come una zona di guerra oppure come un miracolo". La sua è una città con "un grande spirito, che cerca di vivere una vita normale nonostante le difficoltà".
Certo si fa fatica a considerarla normale. A parte aree risanate come North Camden e la zona centrale, restano sacche di degrado con case fatiscenti, pusher agli angoli delle strade e vittime di eroina che si trascinano sui marciapiedi. Come il quartiere di Whitman Park, prossimo obiettivo di recupero, ancora troppo pericoloso per attirare investitori e benessere. "È innegabile però che siamo sulla strada giusta" ci dice Nyeema Watson, che per la Rutgers, l'università pubblica cittadina, coordina le attività legate all'impegno civile: "L'organizzazione della polizia è stata un elemento chiave. Ora occorre continuare in questa direzione, affrontare le questioni sociali, economiche, educative. E la povertà, in una città a stragrande maggioranza formata da minoranze a basso reddito".
Nonostante i numeri siano calati, Camden non è certo diventata un'oasi di pace, rimane tra le località più pericolose d'America, ma si gode il successo di aver ceduto il primato e aver riconquistato alcuni quartieri. Come North Camden, appunto. "Vivo qui da trent'anni" racconta Vanessa, che incontriamo mentre ci sganciamo dalla ronda della polizia. "È innegabile che queste strade siano più sicure. Tempo fa c'erano sparatorie. Ora, finalmente, camminiamo senza aver troppa paura".
Sul Venerdì del 31 dicembre 2020
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