Ricordati lo spazzolino. Ah, e il pigiama. È la raccomandazione più ricorrente, il promemoria valido per il capodanno più strano degli ultimi decenni. Ha qualcosa di buffo e commovente questo veglione che diventa un immenso pigiama party, un ritorno di massa alla preadolescenza. Quando la trasgressione più esaltante è dormire a casa di un amico, di un'amica, e ritrovarsi parte di una piccola comitiva in pigiama pronta per il gioco della bottiglia. E magari per bisbigliare, verso le ore piccole, qualche segreto.
San Silvestro 2020 si gioca tutto in casa: la televisione riprende la sua troneggiante necessità, il countdown avrà ascolti, come si dice, bulgari; ridiventa – come prima della pandemia non era più – l'autentico centro di ogni salotto. Darà il tempo e il ritmo, sarà il ronzio rassicurante che accompagnerà giochi da tavolo (quest'anno un'impennata di vendite) e slanci festosi: "Ma sei sicura di prendere 'sti coriandoli? Poi nonna che dice?". Almeno i coriandoli, dai. Ho assistito a fittissime trattative sulla scelta di botti di capodanno – micce miccette bengala – inoffensivi: "Almeno spariamo qualcosa!".
In qualche quartiere ci si è organizzati a livello condominiale. A Roma, Garbatella, ho letto questo cartello: "Si invitano i signori condomini al veglione di capodanno, che si terrà rigorosamente nel proprio appartamento. Troviamoci alle ore 00:00 provvisti di spumante sul proprio terrazzo per brindare al nuovo anno. Verranno distribuite, gratuitamente, delle lanterne da accendere e far volare in cielo con la speranza di uno spiraglio di luce in quest'anno che verrà. Si richiede – facoltativo – l'abito da sera: il pigiama!".
Che il pigiama diventi, per una notte, abito da sera è il congruo approdo dell'anno di confinamento. Una storia di Cenerentola un po' sghemba: il vestito della festa, a mezzanotte, è proprio l'infeltrito inguardabile e comodissimo pigiamone. Le scarpette scomode degli altri capodanni – quelle per cui si tornava a casa con i piedi gonfi – sono confortevoli pantofole. Siamo proprio sicuri che non sia un vantaggio? Il consueto tormentone, buono per i meme, sul "cosa fai a capodanno?" quest'anno è stato disinnescato sul nascere. Le alternative sono poche; e a parte festini anarchici e assembramenti segreti e in ogni caso fuorilegge, c'è poco da osare.
Ma non è detto che non abbia qualcosa di memorabile, e di magico, o semplicemente di confortante, ritrovarsi già in pigiama – a casa di amici o parenti, come in campeggio, parcheggiati sulle poltrone e sui divani-letto, con la fila per lavarsi i denti e fare pipì, come nelle vacanze da adolescenti, sgranocchiando qualcosa a ore impossibili. E finalmente cedendo al torpore, mentre arriva l'alba del primo giorno dell'anno.
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