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La Juventus è in difficoltà: è Pirlo l’uomo in meno del 2020

Alzi la mano chi si sarebbe mai immaginato di vedere la Juventus sesta in classifica dopo un terzo di stagione? Né la società, né i tifosi, né i calciatori e neppure Andrea Pirlo si sarebbero immaginati di essere a meno dieci dalla vetta della classifica, eppure è proprio così. I bianconeri hanno sì da recuperare una partita, quella contro il Napoli di Gennaro Gattuso, ma avranno delle partite dure da qui al girone d'andata.

Udinese, Milan, Sassuolo, Inter e Bologna per testare le reali ambizioni di scudetto di una squadra che ne ha fatto incetta negli ultimi nove anni. Seconda miglior difesa dietro al Napoli ma settimo attacco della Serie A con soli 25 reti realizzate, ben nove in meno rispetto all'Inter di Conte. Solo sei vittorie e sei pareggi non sono di certo numeri da Juventus che mettono in discussione Andrea Pirlo che è l'uomo in meno di questa prima parte di stagione e di questo finale di 2020.

Confronto impietoso

Pirlo è stato scelto dalla Juventus per guidare l'under 23 e dopo una sola settimana è stato invece messo in panchina in prima squadra dopo l'esonero di Maurizio Sarri, mandato via nonostante lo scudetto vinto. La differenza tra la squadra di Pirlo e quella guidata dal toscano è impietosa con ben 11 punti di differenza. Un anno fa la Vecchia Signora aveva totalizzato 35 punti nello stesso numero di partite (11 vinte, 2 pareggi e 0 sconfitte) con 24 gol fatti, uno in meno rispetto ad oggi e 10 subiti, tre in meno rispetto agli attuali 13. Se poi si fa un raffronto, due stagioni fa, con Massimiliano Allegri allora il distacco è ancora più netto con 13 punti inmeno. 37 punti in 13 gare per il toscano frutto di 12 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte. 28 le reti realizzate e solo 8 quelle incassate.

Confusione

Pirlo ha finora cambiato diversi moduli a seconda dell'avversario incontrato ma i risultati in termini di gioco e di punti ottenuti non si sono visti finora. La Juventus di Pirlo oscilla nel modulo tra il 3-4-1-2 e il 4-4-2, due moduli mai utilizzati dai precedenti allenatori che guarda caso hanno ottenuto risultati migliori rispetto al giovane tecnico bianconero che ha bisogno di tempo per sperimentare, per sbagliare e per trovare la quadra. Alla Juventus, però, non ce n'è di tempo e il tecnico bianconero dovrà dunque trovare ben presto una soluzione per uscire dalle sabbie mobili e riporrtare la squadra ai vertici del campionato.

Allegri ha iniziato con un prudente 3-5-2 di stampo "contiano" mantenendo inalterata una squadra che veniva da tre scudetti di fila con quel modulo. L'ex Milan e Cagliari passò poi al suo più congeniale 4-3-3 o 4-2-3-1 utilizzato meno spesso ma pur sempre una risorsa al suo bagaglio. Sarri, invece, ha utilizzato spesso il 4-3-3 che l'ha consacrato con il Napoli e con il Chelsea e di rado il 4-3-1-2, ma mai la difesa a tre. Al momento i numeri non stanno parlando per l'ex fuoriclasse del Milan che si augura di cambiare presto la rotta portando la Juventus a vincere il decimo scudetto consecutivo ma soprattutto la Champione League.

Alcune scelte sono sembrate azzardate come la scelta di puntare sulla difesa a tre, ormai dimenticata o quasi, la scelta di lanciare determinati giocatori, molto giovani, come Frabotta e Portanova dimenticandosi di calciatori del calibro di Arthur. Ramsey, Bentancur e Rabiot devono crescere e dare una mano al suo allenatore mentre in attacco il vero paradosso riguarda Paulo Dybala che sembra non aver trovato il giusto feeling con il suo tecnico fino a questo momento. Tutta questa confusione fanno eleggere Pirlo, di diritto, come uomo in meno di questo fine 2020: starà a lui far ricredere gli scettici con prestazioni degne di nota che finora purtroppo si sono viste di rado.

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