Francesco Bianconi in libera uscita dai Baustelle sta presentando le canzoni del suo album solista con alcuni blitz in streaming – Forever accade, che riprendono il titolo del disco – in bilico tra l’atmosfera del concerto e il clima dell’happening. Il nuovo appuntamento è all'Auditorium Parco della Musica di Roma e in streaming, oggi alle 18, sul sito di Repubblica.
I concerti dell'Auditorium in streaming su Repubblica: gli appuntamenti
“Si tratta di spettacoli dal vivo in cui si suona, ma non solo – spiega Bianconi – il live streaming non può dare lo stesso effetto del concerto con il pubblico. Ma può tenere accesa la musica finché dura l'emergenza per la pandemia così come lo possono fare le idee. La scaletta disco-tour-promozione non esiste più e quindi bisogna pensare a nuove formule e darsi da fare. Lamentarsi è giusto, ma non basta. La botta del Covid ci ha lasciato a bocca aperta, ma bisogna inventarsi nuovi… 'giochi'. Un po’ come fa Benigni in La vita è bella quando racconta al bambino che le atrocità che vede sono un gioco, per evitargli ulteriori traumi".
'Forever' è un disco immerso in un mare magnum di suoni e parole. Come in Certi uomini: Le anime sante (vivono) per trasmigrare. E' un riferimento a quelle salve di De André?
In questo caso non è una citazione voluta. Anche se ovviamente la sua opera mi piace e l’ho anche citato (in Musichiere 999): "Voglio il ciuffo di De André".
Sempre da Certi uomini: "I cantanti ucciderebbero per apparire in un programma in televisione". Facciamo i nomi.
L’ho scritto pensando a me. Non c’è intento moralizzatore. Sono colpevole come tutti di voler apparire, magari non propriamente in un programma tv. E’ un modo ironico di descrivere l’andazzo delle cose, voglio dire che il talent non può essere l’unica strada. La gara con le cover non mi pare sia il massimo per far conoscere nuove canzoni. E alimenta la competizione a tutti i costi e la smania di successo che hanno i più giovani. Non sono mai stato un fanatico dei “valori”, ma il vuoto pneumatico è pericoloso.
Musicalmente l’approccio dell’album è così eclettico che a tratti fa pensare a Battiato. Un caleidoscopio in bianco e nero, chiaroscuri e colore. Rimandi classici, suggestioni da lied tedeschi o echi prog anni ’70.
In effetti c’è tanta musica, mai scritto un disco così denso. C’è tanta voglia di sperimentare. Battiato è il più grande di tutti perché ha sempre rischiato facendo di tutti per scappare dai cliché. E ha sempre curato il suono, assai prima degli altri cantautori.
In Forever – registrato a “casa” di Peter Gabriel, ovvero negli studi della Real World a Bath – ci sono anche molti musicisti ospiti, a partire da Rufus Wainwright in Andante. Che peso dà alle collaborazioni con altri artisti?
Mi piacciono quando hanno un senso. In questo disco sono tutte funzionali alla costruzione dell’impalcatura sonora. Come se si stesse scegliendo gli attori di un film. Lo stesso vale per Amedeo Pace dei Blonde Redhead, produttore artistico dell'album, che è stato un consigliere e un fratello maggiore.
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