31 dicembre 1970: in tribunale prende il via la causa per lo scioglimento di ogni legame contrattuale tra i quattro membri dei Beatles. Per convenzione, è questa la data utilizzata per indicare la fine del gruppo. Ma come accade in qualsiasi divorzio, la crisi arrivava da molto più lontano. Il 10 aprile 1970 Paul McCartney aveva di fatto annunciato al mondo che la corsa dei Beatles era ormai conclusa: "Non ho lasciato i Beatles. I Beatles hanno lasciato i Beatles", disse all'annuncio dell'uscita del suo album solista McCartney, che aveva inciso suonando tutti gli strumenti. Non si era consultato con nessuno: i suoi compagni rimasero sorpresi e irritati.
Che il gruppo fosse in difficoltà era evidente da tempo e anche John Lennon aveva manifestato la voglia di voltare definitivamente pagina, al punto che il 20 settembre 1969, pochi giorni prima della pubblicazione dell'album Abbey Road aveva detto ai suoi compagni di voler sciogliere la band. Gli altri, spiazzati e probabilmente spaventati, gli chiesero di rimandare l'annuncio ufficiale: tra le altre cose, il manager Allen Klein stava discutendo il nuovo contratto con la Emi. Lennon accettò (anche se anni dopo dirà di aver fatto un grosso errore), soprattutto per rispetto dei suoi amici. McCartney, invece, quando arrivò il momento non esitò a far saltare il banco, con tutte le conseguenze del caso.
E' stata battuta all'asta per 30mila dollari dalla Pr Auctions di Boston una lettera risalente al 1971 inviata da John Lennon a Linda e Paul McCartney a un anno dallo scioglimento del gruppo. I rapporti tra i due sono incrinati e la tensione nelle parole di John è palpabile: ''Stavo leggendo la vostra lettera e mi chiedevo quale fan dei Beatles, irritabile e di mezza età, l'avesse scritta?", si legge all'inizio della missiva scritta a macchina "La parte sull'"indulgente con se stesso che non capisce a chi sta facendo del male" spero vi faccia rendere conto della merda che voi e il resto dei miei amici "cari e altruisti" avete riversato su me e Yoko, da quando stiamo insieme. Si, abbiamo cambiato il mondo, ma scendi dal tuo disco d'oro e vola. Non mi vergogno dei Beatles (li ho creati io), ma mi vergogno di parte della merda che abbiamo mandato giù per renderli grandi e pensavo la vedessimo tutti allo stesso modo, per molti versi, ma ovviamente non è così'', aggiunge. Il testo si conclude con un post-scriptum sull'assenza di Yoko Ono tra i destinatari della lettera spedita da Paul e Linda. L'artista giapponese, compagna di Lennon, fu a lungo accusata di essere stata la causa della fine della band. In un'intervista dell'epoca Paul McCartney smentì la tesi spiegando che ad allontanare John dal gruppo era stato Allen Klein, il manager dei Fab Four che aveva preso il posto di Brian Epstein dopo la sua morte avvenuta nel 1967
L'addetto stampa del gruppo, Derek Taylor, spiegò: "Non vorrebbero dividersi, ma la spaccatura attuale sembra essere frutto della loro crescita dal momento che hanno ormai stili diversi". Cbs News al momento dell'annuncio di McCartney, commentò la scissione dei Beatles come "un evento così importante che gli storici potrebbero un giorno vederlo come la pietra miliare nel declino dell'Impero britannico".
La morte dello storico manager Brian Epstein nel 1967 aveva complicato, e non poco, i rapporti all'interno del gruppo. Dopo il benefico caos del White Album, le relazioni personali tra i quattro si erano fatte tese. Harrison chiedeva più spazio per le sue canzoni: Lennon seguiva traiettorie creative a cavallo tra avanguardia e impegno politico. E in più, John, George e Ringo avevano deciso di affidarsi al manager Allen Klein, già con i Rolling Stones, mentre Paul voleva che a occuparsi della band fosse Lee Eastman, padre di sua moglie Linda. La questione legale finì per svolgere un ruolo molto pesante sugli eventi che portarono all'epilogo di un'epoca.
Prima di arrivare a quel fatidico 31 dicembre, i Beatles attraversarono mesi febbrili, carichi di tensioni e risentimenti e di una creatività inarrestabile. Partirono il 2 gennaio 1969 con il progetto Get Back: l'idea era quella di registrare live, davanti alle videocamere di Michael Lindsay-Hogg, i nuovi brani del gruppo negli studi di Twickenham per ricavarne un disco e un film. Ma il vero obiettivo era riportare la band in concerto. Le tensioni esplosero subito: il 6 gennaio Harrison litigò con McCartney (l'alterco è documentato nel film Let It Be) e il 10 fece quasi a pugni con Lennon, prima di tornarsene a Liverpool. Paul propose di chiamare Eric Clapton, ma alla fine Harrison rientrò in studio il 20 gennaio. Il 30, sulla terrazza del numero 3 di Savile Row, il fuori programma che fece storia: i Beatles improvvisarono un concerto dal vivo, tirando fuori tutta la magia di cui erano ancora capaci.
La confusa e affascinante matassa di materiale registrato durante le sessions di Twickenham venne poi sbrogliata nell'album Let It Be, l'ultimo della discografia dei Beatles, ma ci volle molto tempo prima di mettere ordine e di arrivare, più o meno, a un accordo. Perché mentre la band esprimeva i suoi dubbi (soprattutto McCartney), erano già nate le idee per Abbey Road, che venne registrato in poco tempo e con una intesa creativa che riportò il gruppo indietro nel tempo. La consapevolezza di essere ormai a fine corsa aveva restituito serenità e entusiasmo ai quattro, e non a caso Abbey Road uscì prima di Let It Be, il 26 settembre 1969. Nel frattempo, Lennon aveva sposato Yoko Ono e Paul Linda Eastman, George era stato arrestato per possesso di droga insieme a sua moglie. John e Yoko erano stati protagonisti del bed-in. I percorsi di vita dei Beatles non erano più così paralleli.
Alla fine, la versione di Let It Be rimaneggiata da Allen Klein e dal produttore Phil Spector (che fece infuriare McCartney per gli archi inseriti in The Long And Winding Road) uscì l'8 maggio 1970: il film seguì alla fine del mese. Nessuno dei quattro era presente alla prima. Il 31 dicembre iniziò la lunga causa che si concluse con la sentenza emessa il 9 gennaio 1975: da quel momento, ufficialmente, i Beatles non esistono più.
Negli anni a venire divenne più chiaro come John, George e Ringo avrebbero anche continuato: c'era ancora armonia, "magari 2 o 3 giorni al mese", come disse Ringo Starr, ma esisteva ancora. Fu McCartney a mettere una pietra tombale sul sogno di una generazione.
E i quattro continuarono comunque a mantenere rapporti tra loro, smentendo a più riprese che tra loro ci fossero solo rancori e dissidi. Anche i "nemici" Paul e John tornarono a incontrarsi. Il 29 gennaio 1972 i due cenarono con le rispettive mogli a New York e decisero di smettere di lanciarsi messaggi e frecciatine attraverso le canzoni e le interviste. E il 24 aprile 1976 Paul si recò a casa di John a New York e guardarono insieme il Saturday Night Live in tv. In quella puntata il conduttore Lorne Michaels disse che avrebbe messo a disposizione 3000 dollari se i Beatles si fossero riuniti nella sua trasmissione. John e Paul erano molto divertiti, e lo studio tv era a pochi isolati. Ma poi rinunciarono perché si sentivano stanchi. Fu quella l'ultima volta in cui si incontrarono. Nel frattempo, però, George e Ringo avevano collaborato più volte, e il batterista aveva lavorato anche con John e Paul. E in un'intervista rilasciata a Rolling Stone nel 1974, McCartney affermò: "Potremmo fare ancora qualcosa insieme. Non lo sappiamo ancora. Penso che una volta che avremo risolto i nostri problemi economici, ci sono tutte le possibilità per tornare a fare qualcosa assieme. Non so ancora dire cosa".
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