Primo nato dopo 42 anni a Upega, sulle montagne del Cuneese: il Natale porta in dono il piccolo Antonio

Il comune di Briga Alta con i suoi 42 residenti è uno dei Comuni meno popolosi d’Italia (e tra i pochissimi con una densità inferiore a un abitante per chilometro quadrato) e la frazione di Upega, una delle tre dalla cui unione è nato il Comune, ne conta meno di dieci.

In questo paesino di montagna al confine tra il Cuneese, in Piemonte, e la provincia di Imperia, in Liguria, non nascevano bambini dal lontano 1978: da quando, insomma, Pertini venne eletto presidente della Repubblica, Wojtyla diventò papa, Aldo Moro fu rapito e ucciso dalle Br e l'Italia disputò un leggendario Mondiale di calcio in Argentina. Per questo, dopo quarantadue anni, l’arrivo di Antonio, nato il 26 dicembre, è considerato quasi un piccolo miracolo.

“Per noi è una felicità assoluta. Siamo orgogliosissimi – dice la sindaca Federica Lanteri, eletta pochi mesi fa alla guida dell’amministrazione di Briga Alta – Un bambino nato dopo 42 anni è davvero un avvenimento bellissimo. E il fatto che questo avvenga in un momento buio per tutto il Paese, per noi è ancora più una luce da festeggiare. Del resto l’ultimo nuovo residente iscritto all’anagrafe in tutta Briga Alta risale a 17 anni fa”, spiega la sindaca.

I genitori di Antonio, Richard e Valeria hanno 34 e 37 anni e hanno scelto di vivere a Upega cinque anni fa, quando hanno preso la gestione della locanda d’Upega che tutti gli anni organizza anche un festival di musica folk, L’Uff, Upega Folk Festival. Il loro era stato un cambio di vita radicale.

“Io sono di Cuneo, Valeria di Padova, abbiamo vissuto a lungo a Torino poi abbiamo deciso di fare questo passo quando è capitata l’occasione di rilevare la locanda – spiega Richard – Avevamo iniziato come una cooperativa ma ora siamo rimasti solo noi”.

In questi giorni la locanda è chiusa. Antonio è nato all’ospedale di Cuneo come il suo papà: “Ma abbiamo intenzione di tornare a Upega appena finite tutte le visite. Il tempo di organizzarci”. La coppia di neogenitori non è preoccupata dalla location un po’ isolata. “E’ un posto bellissimo dove crescere – spiega il padre – Certo, c’è qualche scomodità, ma nulla che non si possa affrontare”.

Senza contare che l’arrivo di Antonio potrebbe riportare nella borgata servizi importanti come lo scuolabus. La scuola più vicina, infatti, è a Ormea, a una trentina di chilometri di distanza. “Ci sono un altro paio di bambini nei Comuni vicini: forse tra qualche anno lo scuolabus potrà passare anche da Upega per portare mio figlio a scuola”.

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