Non il tradizionale “Buon anno”, ma “Buon Sistema Sanitario Nazionale 2021”: è l’augurio rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – e simbolicamente a ciascun cittadino italiano – dal movimento “Siamo tutti Ippocrate”, nato dai medici degli Spedali Civili di Brescia la scorsa primavera, durante la prima fase dell’emergenza sanitaria. I promotori dell’iniziativa hanno inviato al Quirinale un collage fotografico composto dai volti di 700 operatori sanitari di 12 regioni italiane, accompagnato da una lettera indirizzata al capo dello Stato.
“Dietro ai volti di questa foto non c’è la sofferenza di migliaia di medici e operatori sanitari che hanno curato e accudito con passione centinaia di migliaia di pazienti Covid durante la terribile pandemia, ma il dolore per essersi sentiti abbandonati ben prima dell’emergenza e soprattutto la preoccupazione di esserlo ancora di più dopo – vi si legge – I medici possono perdonare gli errori che la politica sanitaria ha commesso finora, nonostante i numerosi preventivi richiami della classe medica, ma ora si aspettano una netta inversione di rotta rispetto alla cattiva gestione della sanità locale, regionale e nazionale degli ultimi decenni”.
Gli autori della lettera sottolineano che “da anni noi medici paventiamo un futuro della sanità a due velocità: quella per i ricchi e quella per i poveri” e si domandano “quando il malato potrà tornare a essere paziente di chi si prende cura di lui e non cliente dell’azienda che pare abbia messo al centro dell’interesse il profitto e non la cura? A quando un riproporzionamento tra sanità pubblica e privata?”.
Rifiutano l’etichetta di eroi della pandemia, ma ribadiscono con forza di essere “professionisti che non ora, ma da anni non ce la fanno più. Che continueranno a mettere passione, professionalità e abnegazione: del tutto insufficienti senza adeguate risorse umane, strutturali ed economiche”. Da qui la decisione di rivolgere un appello a Mattarella: “I medici che le stanno scrivendo non sono guidati da partiti né da sindacati, ma solo dalla deontologia professionale. E dall’amore per la vita e la salute degli altri”.
La richiesta al presidente della Repubblica è precisa: “Se a livello locale, che va dal medico di campagna al grande ospedale, il nostro impegno collaborativo con i dirigenti in loco può in parte permetterci di ricostruire una sanità migliore, abbiamo invece bisogno del suo aiuto affinché si riorganizzino con risorse, capacità e indipendenza le sanità regionali (con la speranza di una gestione unitaria e non divisa in 21 feudi con regole e prestazioni differenti) e soprattutto quella nazionale, scandalosamente sottofinanziata”.
Il messaggio si conclude significativamente così: “Siamo tutti Ippocrate. In questo momento anche lei. Caro Presidente, in occasione del nuovo anno vogliamo augurare a lei e agli italiani un Buon Sistema Sanitario Nazionale per il 2021 e per gli anni a venire. Augurandoci che lei ci aiuti a renderlo migliore”.
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