Invitata con la promessa di una proposta di lavoro, poi legata, imbavagliata e abusata. Un sequestro nella notte di Natale finito con uno stupro. Vittima una donna di 43 anni trovata dai carabinieri di Saronno dopo ore di violenze fisiche, verbali e sessuali. Mani e bocca bloccati da nastro adesivo e abusi subiti senza avere via di uscita..
La vicenda sarebbe iniziata in tarda serata quando la 43enne di Busto Arsizio, in provincia di Varese, è arrivata a casa del suo aguzzino, un uomo di 38 anni residente a Gorla Minore, che le aveva prospettato un'offerta di lavoro come colf. "Dai che ti faccio lavorare, vieni che ne parliamo", avrebbe scritto l'uomo, e seppur fosse la sera di Natale lei ha deciso di accettare perché quel lavoro le serviva.
Nulla in quei messaggi, trovati sul cellulare della donna dagli investigatori coordinati dal pm di Busto Arsizio (Varese) Francesca Parola, avrebbero mai potuto farle pensare a qualcosa di pericoloso, ma quando la 43enne si è presentata a casa sua, l'uomo ha chiuso la porta a chiave e si è trasformato in una belva. Ha bloccato la donna stringendole le braccia intorno al torace, una mano sulla bocca e poi spintoni fino a farla cadere, intimandole di stare zitta. Una volta usato il nastro adesivo per essere sicuro che non potesse sfuggire o gridare, sono iniziate le violenze sessuali, che sarebbero andate avanti per ore.
La donna è riuscita a inviare alcuni messaggi dal proprio cellulare chiedendo aiuto a una conoscente che ha allertato i carabinieri. I militari l'hanno liberata e nel corso della perquisizione a casa dell'uomo hanno trovato alcune dosi di cocaina, un bilancino di precisione e circa 1.600 euro in contanti. L'uomo è stato prima portato in caserma e poi nel carcere di Busto Arsizio.
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