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Iscro, come funziona la nuova Cig per le partite Iva e chi può chiederla

ROMA – Si chiama Iscro. È il nuovo ammortizzatore sociale per le partite Iva introdotto dalla legge di Bilancio. L'acronimo sta per "Indennità di continuità reddituale e operativa". Mai prima in Italia ai lavoratori autonomi è stato garantito un supporto in caso di calo del reddito. Si tratta di una misura sperimentale per il triennio 2021-2023. L'indennità è erogata dall'Inps. All'inizio viene coperta da uno stanziamento dello Stato (129 milioni nel triennio). Poi si alimenta con un versamento maggiorato dei contributi per il welfare a Inps degli stessi lavoratori iscritti alla Gestione Separata: l'aliquota aumenta dallo 0,74 all'1% nel 2021 e dall'1 all'1,25% nel 2022 e 2023. Ma vediamo a chi spetta, come si richiede, quanto si può incassare.

A chi spetta Iscro

Spetta agli iscritti alla Gestione Separata Inps che esercitano il lavoro autonomo per professione abituale. Non pensionati. Non assicurati presso altre forme di previdenza obbligatoria. Non beneficiari di reddito di cittadinanza. Titolari di partita Iva attiva da almeno quattro anni. In regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria. Con un reddito di lavoro autonomo nell'anno precedente la presentazione della domanda (il 2020, se la domanda parte nel 2021) inferiore al 50% della media dei redditi conseguiti nei tre anni prima. E se il reddito dell'anno precedente la domanda (sempre 2020) non supera 8.145 euro. Secondo le stime della Ragioneria, nel 2021 saranno in queste condizioni almeno 41 mila partite Iva.

Come si richiede

Il lavoratore presenta la domanda in via telematica all'Inps entro il 31 ottobre di ciascuno degli anni dal 2021 al 2023. Nella domanda autocertifica i redditi prodotti nell'anno precedente. L'Inps comunica all'Agenzia delle entrate i dati inseriti nella domanda per la verifica dei requisiti. L'Agenzia delle entrate invia poi a Inps l'esito dei riscontri con modalità e termini definiti da accordi tra Inps e Agenzia. Il richiedente deve mantenere alcuni requisiti – non essere pensionato, iscritto ad altre previdenze, non percepire il reddito di cittadinanza – anche durante la percezione dell'indennità Iscro.

Quanto si può incassare

L'indennità è pari al 25%, su base semestrale, dell'ultimo reddito comunicato all'Agenzia delle entrate. Spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. È erogata per 6 mensilità e non comporta accredito di contribuzione figurativa. L'importo non può in nessun caso essere inferiore a 250 euro mensili né superare gli 800 euro mensili. Questi limiti sono rivalutati in base alla variazione dell'indice Istat dei prezzi al consumo. Iscro può essere richiesta una sola volta nel triennio. La cessazione della partita Iva comporta la cessazione dell'indennità e il recupero delle mensilità erogate eventualmente dopo la data di fine attività. Iscro è esentasse.

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