Senza il rinnovo degli incentivi alla rottamazione il 2021 sarà un anno nero anche per il mercato dell'auto. Un settore che in Puglia, secondo gli addetti ai lavori, supera i 10 mila posti di lavoro fra dipendenti e collaboratori solo nella filiera della distribuzione. E al netto dell'indotto. I dati sono chiari: l'Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) ha previsto un calo delle immatricolazioni di auto pari al 33,7 per cento su base annua, da queste parti. Che probabilmente sarà ancora più alto. E comunque oltre un terzo delle auto immatricolate nel 2019 andrà in fumo a fine anno. Per questo, anche dalla nostra regione, arriva un appello al governo perché ripristini gli incentivi scaduti a ottobre. È quello che fa Francesco Maldarizzi, cavaliere del lavoro, componente dell'esecutivo nazionale di Federauto e patron dell'omonimo gruppo che conta 10 sedi fra Puglia e Basilicata.
Il mercato è crollato.
"In modo drammatico. Il calo è ripreso appena sono scaduti gli incentivi, a fine ottobre. Parliamo di una flessione che oscilla fra il meno 50 e il meno 70 per cento degli ordini su base nazionale: il calo più importante è stato rilevato nelle regioni dichiarate zona rossa. Nelle altre, invece, è più stato più contenuto. Ma siamo pur sempre nell'ordine di oltre il 50 per cento. E dalle nostre parti in dicembre è sempre più forte. Naturalmente a tutto questo si somma il tracollo registrato in primavera".
Cioè?
"Lo ha certificato anche l'ultimo studio della sede barese di Bankitalia. Gli esercizi specializzati nel commercio di autoveicoli hanno registrato un calo pesantissimo nelle vendite di auto nuove: nei primi nove mesi dell'anno, secondo i dati Anfia rielaborati dalla Banca d'Italia, in Puglia le immatricolazioni sono diminuite di un terzo su base annua, in linea con la media nazionale".
Però in estate sono cresciute.
"C'è stata un'inversione di tendenza tra luglio e ottobre, quando le nuove immatricolazioni sono cresciute complessivamente del 6,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo Bankitalia".
Dunque chiedete al governo di rimettere mano agli incentivi.
"Sì, chiediamo di rifinanziare gli incentivi già varati nei mesi scorsi per l'acquisto di veicoli a basse emissioni di Co2 anche per il 2021, con particolare riferimento ai mezzi con emissioni superiori a 60 grammi per chilometro e fino a 135, mantenendo invariati gli importi unitari degli incentivi. Ma un chiarimento importante è doveroso: le somme stanziate dal governo nei mesi precedenti non sono state a fondo perduto. Anzi, hanno prodotto incassi superiori a quanto investito: sui 450 milioni messi sul piatto per finanziare gli incentivi alla rottamazione, lo Stato ne ha incassati circa 600 in termini di introiti fiscali. Poi hanno ridotto drasticamente il numero degli addetti in cassa integrazione e ringiovanito il parco auto in circolazione.
Senza incentivi si avrebbero ripercussioni negative anche sugli altri anelli della catena dell'automotive, che in Puglia è ben rappresentata, no?
"Gli incentivi sarebbero utili per tutto il settore dell'automotive. Da un lato c'è la distribuzione, dall'altro le catene di produzione delle industrie di componentistica e la Puglia ha esempi di eccellenza: penso a Getrag, Bosch e Lasim, per esempio. È chiaro che, essendosi fermata la catena della distribuzione, fra 60 o 90 giorni anche quelle fabbriche ne risentiranno".
Cos'altro chiedete?
"La completa detraibilità dell'Iva sull'acquisto del nuovo per partite Iva e liberi professionisti. È una vecchia battaglia, anche perché siamo l'unico Paese europeo nel quale non è prevista. Trascurare queste considerazioni significherebbe ignorare un comparto che vale decine di migliaia di posti di lavoro solo in Puglia. Ovviamente questo sarebbe anche un aiuto a tutte le partite Iva e alle imprese acquirenti, che oggi non godono della detraibilità contrariamente a tutte le altre imprese europee. Per questo serve far sentire la nostra voce: del resto stiamo parlando dell'automotive, un settore che nel suo complesso vale oltre il 10 per cento del pil nazionale".
E alla politica pugliese, che cosa chiede?
"Ai deputati, ai senatori, ai ministri pugliesi, a prescindere dal colore politico, e al governatore della Regione, chiedo che sostengano le nostre richieste affinché si tuteli il più importante settore economico del nostro Paese. E con quello l'occupazione che il settore e il suo indotto generano anche in questa regione."
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