Ammontano a 196 miliardi le risorse previste nella bozza del Recovery plan, a disposizione di sei macro-aree. Il governo ha consegnato nei giorni scorsi alle forze di maggioranza un documento, allegato al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che elenca le cinquantadue linee progettuali di cui di fatto si comporrà il Recovery plan italiano, suddiviso com'è noto in sei grandi missioni (digitalizzazione e innovazione per 48,7 miliardi, rivoluzione verde e transizione ecologica per 74,3 mld, infrastrutture e mobilità per 27,8, istruzione e ricerca per 19,1 mld, parità di genere e coesione territoriale 17,2 miliardi, salute 9 miliardi).
La bozza del Recovery plan, il testo integrale
Sparisce dalla bozza la task force – ma il testo porta una dicitura 'da completarè – mentre si fa cenno a una specifica struttura di monitoraggio in capo al Mef, ossia un'apposita unità di missione con il compito di coordinamento, raccordo e sostegno delle strutture del medesimo dipartimento a vario titolo coinvolte nel processo di attuazione del Pnrr. Il tutto coinvolgendo il Parlamento, che sarà regolarmente informato dei progressi nella realizzazione dei progetti.
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di
Giovanna Casadio
Ciascuna delle sei missioni contiene al suo interno diverse linee progettuali che possono essere a loro volta raggruppate in insiemi coerenti. Così nella missione innovazione spicca per importo la linea progettuale per la transizione 4.0 a cui vanno 24,8 miliardi. Nella stessa missione alla cultura e al turismo vanno 3,1 miliardi.
Nella missione sulla transizione ecologica e la rivoluzione verde la parte del leone la fa l'efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici a cui vanno 40,1 miliardi, 17 dei quali agli edifici pubblici. Alla transizione energetica e alla mobilità sostenibile spettano 18,5 miliardi. Solo 9,4 miliardi alla tutela del territorio e delle risorsa idrica.
Nel capitolo sulle infrastrutture all'alta velocità e alla manutenzione della rete vanno 23,7 miliardi del totale di 27,8.
Dei 19,1 miliardi destinati all'istruzione e alla ricerca, 10,7 vanno al potenziamento della didattica e al diritto allo studio. Alla ricerca 2,82 miliardi, ma 8,5 miliardi vanno a una specifica linea progettuale denominata dalla ricerca all'impresa.
Le linee di azione per la parità di genere avranno 4,5 miliardi dei 17,2 in totale. Ai giovani e alle politiche del lavoro andranno 2,8 miliardi, mentre all'area latamente intesa del terzo settore saranno destinati 5,9 miliardi. Alla coesione territoriale 3,9 miliardi di cui 1 miliardo per le aree interne e montane, 1,78 per le aree colpite dai recenti terremoti.
La salute prende 9 miliardi e di questi 5 vanno alla telemedicina e all'assistenza di prossimità, mentre 4 saranno assegnati all'innovazione, ricerca e digitalizzazione.
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