L’appuntamento con MasterChef 10 torna per la Vigilia di Natale, forte del consenso dell’esordio (“in termini di ascolto, il migliore delle ultime 5 edizioni”, fanno sapere) e carico di adrenalina: su 28 aspiranti concorrenti, che hanno ottenuto il grembiule grigio, appena la metà lo vedrà trasformato nel fatidico grembiule bianco che dà accesso alla Masterclass. Per gli altri l’avventura nel programma di SkyUno prodotto da Endemol Shine Italy è destinato a finire a un passo dallo start.
Nella scorsa puntata solo cinque cuochi amatoriali avevano ottenuto l’unanimità dei consensi dei giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli.
Si tratta di Ilda, libera professionista nata in Albania che si è affrancata da un matrimonio combinato, Alessandra, studentessa di giurisprudenza che lavora part time in uno studio medico specializzato nelle cure ai bambini autistici, Irish, 25enne che sogna da sempre di lavorare in cucina anche se per aiutare la famiglia ha fatto tanti altri mestieri, Azzurra, croupier sulle navi da crociera e Antonio, dottorando in chimica alimentare. Loro sono orami di diritto nella cucina di MAsterchef ed è il momento di capire chi li raggiungerà.
Si parte subito con ritmo sostenuto, dai tre aspiranti cuochi che avevano convinto un solo giudice, ma così tanto da fargli scommettere la propria firma: Daiana, Eduard e Monir, i tre in bilico. Devono essere accettati anche dagli altri giudici che li avrebbero eliminati. Il banco di prova è il pokè, un modo con cui il programma di Sky dimostra di correre al passo coi tempi, strizzando l’occhio alla moda che dalle Hawai ha comnquistato gli Stati Uniti e anche l’Italia: si tratta di pesce crudo, per lo più tonno o salmone ma anche polpo, accompagnato da riso e verdure e/o frutta, dall’avocado al mango. Il nome significa tagliare a pezzi. E proprio a tagliare e sfilettare iniziano i concorrenti, nonostante ammettano la loro inesperienza sul tema. Comunque è un successo per tutti e tre.
Questa seconda serata si potrebbe chiamare la prova del contrappasso, di dantesca memoria. Si comincia con Valeria, Filippo, Francesco e Marco. Devono cucinare senza sale – difetto delle loro prove la scorsa settimana – sfruttando in 25 minuti la sapidità naturale degli ingredienti. Filippo non supera la prova.
Poi tocca a Corinna, Maxwell e Federica. Alle selezioni avevano presentato un piatto di pesce? Allora devono affrontare la carne. Per i concorrenti un esame impegnativo, per il pubblico a casa una piccola lezione di tecnica: la cottura della carne si divide in Blu (“dalla tartare al sangue” spiega Cannavacciuolo), al sangue, medium e cotta. Max risulta il migliore, Corinna non ce la fa e Federica è salvata dalla precisione con cui ottiene la reazione di Maillard.
I turni si susseguono veloci: arrivano Sedighe, Barbara e Ottavia, che si devono confrontare sulla parmigiana di melanzane. E siccome alle audizioni hanno lasciato a desiderare in quanto a estetica del piatto, devono cucinare un piatto non solo buono ma bello. Grembiule bianco solo per Sedighe. Barbara, la cui fiducia in se stessa era palese fin dall’inizio, non si smentisce e sentenzia: “mi dispiace per masterchef che ha perso un grande concorrente”.
A Irene, Andrea, Giovanni e Matteo che nei live cooking avevano mostrato poca verve e personalità un po’ poco decise, si chiede di preparare tre panini gourmet “di carattere”. Si avviano in dispensa con l’energia di un bradipo. L’unico sprint sembra quello di Matteo, che si taglia ben due volte e le sue esclamazioni sono coperte da una serie di bip. Una prova che mostra, per chi non lo sapesse, che non è poi così banale farcire un panino. Solo Irene ottiene il grembiule bianco col suo nome.
Giuseppe, Cristiano, Jia bi ed Erika che alle audizioni avevano portato una specialità regionale, sono messi alla prova sul un grande classico internazionale: il fish’n chips. Va bene a tutti ma non a Erika che fa un disastro con le patate fritte.A seguire prova con besciamella&Co. Per chi nella puntata precedente aveva piatti “poco legati”. E con le patate lesse – il massimo della semplicità – per chi si era complicato la vita con ricette troppo ambiziose.
Et voilà la squadra di 21 componenti è pronta: ai grembiuli bianchi della prima ora ora si aggiungono i 16 sopravvissuti.
Ma per uno di loro sarà festa breve. Già è pronta la prima mystery box (con successivo pressure test).
La prima Mystery Box di quest’anno è incentrata sul colore nero. I concorrenti alzano la cloche e trovano il temuto grembiule nero, che indosseranno se non faranno un buon piatto. È anche il colore che dovrà ispirare la loro ricetta. Dalla corsa di tre minuti in dispensa escono con prugne, riso venere, melanzane, carbone alimentare, pasta al nero di seppia, cavolo neo, fagioli neri, aglio nero, caviale. Eppure, alcuni non riescono a capire che anche il piatto deve risultare nero, non solo l’esterno degli ingredienti di partenza.
I peggiori vanno al Pressure Test, trovano i loro ingredienti amati (scelti ai live cooking), ma non perché li devono usare, bensì il contrario: vi devono rinuciare e uscire dalla loro comfort zone per abbandonare le loro certezze. Tra la lezione di cucina e la lezione di vita, i giudici inducono a pensare a un piano B, a uscire dagli schemi, perché, come dice Barbieri, "la conoscenza dei vostri confini vi aiuterà a superarli".
Ha la peggio Camilla, la ex barista di Albisole Superiore (SV) che, nonostante le forti basi tecniche, soccombe e deve lasciare lo studio, con tanta amarezza: "Era il sogno della vita. Non ho fatto in tempo a vedere le luci, che si sono subito spente".
Commenti recenti