Tra corsetti stretti al punto da non poter respirare, gli sguardi fissi e indagatori dei cavalieri e delle di loro madri, l'attenzione morbosa e un po' annoiata della Regina Charlotte e la pressione che la sua intera famiglia, inevitabilmente, le crea Daphne Bridgerton fa il suo ingresso nel competitivo mercato matrimoniale della Regency Londra del 1815. Sarà una lunga stagione, dove accadranno tante cose. Arriva oggi, bel regalo di Natale, la nuova serie di Shonda Rhimes (Scandal, Grey's anatomy), la prima dell'accordo con Netflix, Bridgerton. Che immagina una società multietnica dove neri occupano posizioni importanti nella gerarchia aristocratica in virtù di una Regina, moglie di re George III, dalle origini miste, che sposa le teorie di alcuni storici inglesi che vede "la regina Charlotte come la prima regina di origini miste della storia – ha spiegato il regista Chris Van Dusen – un'idea che mi ha colpito moltissimo e ci ha fatto domandare 'cosa sarebbe successo se grazie a lei altre persone di colore fossero state elevate in società con titoli, terre?'. Da queste domande è nato il personaggio del Duca di Hastings".
A Natale arrivano i Bridgerton. E se la Londra dell'Ottocento fosse stata una società multietnica?
di
Chiara Ugolini
"Shondaland è famosa per essere un campione sul fronte della diversità sullo schermo quindi nel momento in cui è stata realizzata la serie non credo ci fosse proprio altra opzione che avere un cast così misto – spiega Nicola Coughlan, che nel film interpreta Penelope, amica di famiglia dei Birdgerton – Credo che abbiano fatto un lavoro eccezionale di casting: soltanto l'idea di avere Golda Rosheuvel per il ruolo della Regina Charlotte… non penso che nessun'altra avrebbe potuto farla meglio: è perfetta. E poi noi non stiamo realizzando un documentario sulla Londra della Reggenza ma uno show di fantasia che si basa su una saga letteraria contemporanea. Non stiamo parlando di Orgoglio e pregiudizio ma di libri scritti vent'anni fa e quindi abbiamo la libertà di chiederci cosa sarebbe successo se la società fosse stata così".
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Il Duca di Hastings è il tormentato e affascinante uomo che Daphne incontra sulla sua strada, non è l'uomo che le sembra possa portarle la felicità nonostante sia lo scapolo più ambito eppure le loro strade, o meglio le loro danze, finiranno per incontrarsi. "Quello che mi interessava di più nell'esplorare il personaggio di Simon era la domanda su cosa troviamo di affascinante in questi personaggi maschili così oscuri, tormentati, archetipi romantici – spiega il suo attore, l'altrettanto affascinante Rege Jean-Page – E interrogarsi su cosa significa la forza in un uomo: parliamo di controllo o di assalto… La serie invece mostra la sua vulnerabilità come la sua forza, la sua volontà di amare ed essere amato. Il viaggio che Simon compie è il cuore del personaggio". Di contro per Daphne, ovvero Phoebe Dynevor "la serie è un romanzo di formazione, è strano perché in televisione i cambiamenti avvengono da un episodio all'altro ma in realtà si tratta di una trasformazione profonda. Credo che in particolare per le donne questo tipo di viaggio dall'adolescenza alla maturità sia lungo e possa dare veramente il senso della propria identità. Credo che anche le adolescenti di oggi si possano riconoscere perché le donne ancora lottano con la pressione che si prova nel cercare di diventare qualcuno, che sia su Instagram o nella vita reale. L'idea che ciò che conta veramente è solo quello che ti rende felice e che devi lottare per essere chi sei è qualcosa che valeva allora come oggi. Daphne nell'incontrare Simon in fondo trova se stessa, all'epoca non ci si poteva concedere il lusso di trovarlo per conto proprio come accade ora ma nel trovare l'amore finisce per capire chi realmente è e la sua felicità".
'Bridgerton', la prima serie di Shonda Rhimes per Netflix è un dramma in costume molto contemporaneo
Prendete gli intrecci tra società alta e bassa alla 'Downton Abbey', gli intrighi sentimentali in stile 'Relazioni pericolose', ma soprattutto il modo di fare televisione libero e innovativo a cui ci ha abituato la sceneggiatrice e produttrice televisiva Shonda Rhimes ('Grey's anatomy' e 'Scandal') e avrete la nuova serie in costume 'Bridgerton', da Natale su Netflix. È il racconto di una stagione di balli e trame nella Londra del 1813 dove Daphne Bridgerton (Phoebe Dynevor), la figlia maggiore di una potente famiglia fa il suo debutto nel competitivo mercato matrimoniale. Ad osservare, giudicare e soprattutto stigmatizzare la potente e misteriosissima Lady Whistledown che con il suo pamphlet scandalistico sconvolge la società fino alla capricciosa e scostante regina.
A osservare, giudicare e soprattutto stigmatizzare la potente e misteriosissima Lady Whistledown (nella versione originale ha la voce di Julie Andrews) che con un suo pamphlet scandalistico sconvolge la società. Pettegolezzi e fake news, ma soprattutto una visione della società profondamente maschilista dove se le pressioni sono forti su tutti, in particolare pesano sulle giovani donne il cui unico scopo sembra essere fare un buon matrimonio. Cosa che Eloise, la sorella minore di Daphne non ha assolutamente intenzione di fare: "È molto importante avere qualcuno con cui condividere le cose: Eloise e Penelope sono capaci di confrontarsi sulla complessità dei loro desideri e sogni arrivando persino ad accettare l'idea che quel mondo non fa per loro. E poi entrambe dimostrano che esistono modi diversi per essere incoraggiati… sono in grado di spingere i loro confini più in là… tutti dovremmo potere vivere questa libertà e condividerla con qualcuno che amiamo e che ci sostiene".
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Tra gli elementi di successo di questa serie, di cui è già prevista la seconda stagione e solo l'emergenza sociosanitaria ha rinviato le riprese, la rilettura pop di quell'epoca. La ricostruzione storica è andata di pari passo con una libertà creativa che abbina i balli in società con la musica contemporanea da Ariana Grande a Rihanna, i costumi realizzati dopo un lungo lavoro di ricerca ma liberi di scegliere colori fuori dalle regole dell'epoca. "È stata una vera e propria lezione di storia: vivere e respirare nel mondo della Reggenza – dice Jonathan Bailey che interpreta il fratello più grande – Vedere quell'epoca e quei privilegi con una nuova prospettiva, che è quella della famiglia Bridgerton, con una nuova empatia è stato bello. La cosa più difficile sicuramente è stato indossare i calzoni dell'epoca, avrei voluto che avessero inventato il velcro duecento anni primo, anche se sono stato molto grato di non aver dovuto mettere i corsetti. Abbiamo studiato molto sul set, poi però è come se avessimo messo tutto da parte e creato qualcosa di nuovo. Il modo in cui Netflix e Shondaland hanno girato tutto questo ha fatto sì che ognuno di noi si sforzasse per trovare il tono giusto da usare: avevamo Beyoncé suonata al ballo, e poi Ed Sheeran questa colonna sonora moderna ha incapsulato i momenti più importanti".
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