Baci, berci, vischi, fischi, bollicine, goccioline, alberi e aerosol: fino a un anno fa sarebbe parso impensabile non poter saturare il massimo della capienza dei vani catastali a disposizione con discendenti, ascendenti, affini, putativi, allargati, acquisiti, rinnegati, tutti a far fioccare droplet, per Natale. Una volta riunito di fronte a quello delle statuine il presepe della famiglia meno sacra ma vivente lo si rifocillava e quindi ci si dava alla tombola, al mercante in fiera, a uno di quei giochi vasti e intergenerazionali che sono buoni per chi ha piglio e voce per tenere il banco tanto quanto per chi pigola da un angolo le sue quaterne. Quest'anno, no. Si giocherà con i conviventi abituali oppure da soli oppure non si giocherà.
Tre libri, tutti e tre assai curiosi, ci aiutano ad approfondire e ampliare la nostra idea di gioco, oltre a darci qualche buono spunto per giochi diversi dai consueti. Il più recente è Il libro dei giochi di Michael Rosen (traduzione di Camilla Pieretti, il Saggiatore), famoso autore inglese per bambini e ragazzi. Quello di Rosen non è il "game", il gioco che si distingue dagli altri per le sue regole, ma il "play", che è il giocare, ma anche il recitare e il suonare. Non lo schema, ma l'azione. Sembra quasi che nel 2019, quando l'ha scritto, Rosen avesse subodorato l'arrivo del catastrofico impiccio che ci ha costretti e costringe – bene che ci vada – a starcene chiusi (lui, col Covid 19, ci è quasi andato al Creatore). Il libro è una continua variazione sul tema: si può giocare con tutto. Se in un sellino e un manubrio di bicicletta Picasso ha visto muso e corna taurine allora per giocare abbiamo bisogno più di idee che di materiali e utensili appositi. Babbo Natale anziché dal comignolo può esserci entrato in casa dal frigorifero e dalla dispensa: infatti Rosen consiglia di costruire grattacieli di cubetti di ghiaccio e di girare cartoni animati con frutta e utensili da cucina. Il giocare di Rosen ha però particolarmente a che fare con la conversazione e quindi – in evidente convergenza con la grammatica fantastica di Gianni Rodari – molte proposte passano per il linguaggio verbale. Si gioca narrando, immaginando prequel e sequel di storie famose, chiedendosi "cosa sarebbe successo se", inventando significati per parole difficili o parole per significati ancora indicibili.
Il secondo libro era uscito in prima edizione nel 1993, autore il massimo esperto di giochi italiano, Giampaolo Dossena. Il titolo è: Abbasso la pedagogia ed è un bel po' ironico che a propiziare il suo ripescaggio sia stato proprio un pedagogista, Roberto Farné (per Marietti). In realtà la parte polemica è confinata in un solo capitolo. "Giocavamo", si chiede Dossena, o "ci lasciavano giocare" o addirittura "ci facevano giocare"? Lui votava per il gioco trasgressivo e citava la "pallastrada" descritta nella Compagnia dei Celestini di Stefano Benni come gioco "nemico dell'obbedienza, del catechismo, dell'applicazione scolare e del totocalcio". Il libro è però l'esito di quella che Dossena chiamava una "scoperta archeologica": l'esplorazione del magazzino del negozio di giochi e materiali didattici aperto a Udine nel 1924 da Ida Sello e da lei condotto sino alla morte, nel 1971 (con relativo e pioneristico catalogo risalente al 1931). Dossena prende l'occasione per raccontare giochi, giocattoli, strumenti, forme e usanze. Gioco dell'oca, tombola, puzzle e cubi, bocce e birilli, biglie, giocattoli guerreschi, soldatini, giochi di costruzioni, pennini, materiali di scrittura e alfabetieri. Un libro pieno di osservazioni acute, notizie che altrove non si troverebbero, note sulfuree della memoria ("Bi e ba /la maestra me le dà / me le dà con la bacchetta / la maestra maledetta"). Al centro l'idea dosseniana per cui giocare è una disposizione individuale libera e però necessaria, così come per giocare è necessario prendersi e impiegare al meglio tutta la libertà consentita dalle regole (che è poi il vero senso della parola "gioco"). Il libro finisce con due battute di dialogo: "Domanda: – Dottore, non gioco mai: è grave?. Risposta: – Credo di sì".
Originali e inconsueti come pur sono, i libri di Dossena e Rosen non possono però competere per singolarità con la Piccola encicopedia di giochi per l'infanzia di Andrea Camilleri, pubblicata con curatissima eleganza dalle edizioni Henry Beyle. Fra riproduzioni di dettagli dei giochi di fanciulli di Pieter Bruegel il Vecchio si legge il testo di una relazione che Camilleri tenne nel 1997 a proposito dei giochi della sua infanzia: Cavaseddru (corsa di bambini a cavallo di altri bambini); Cippu (bastoncini colpiti con bastoni più lunghi: l'italiana "lippa"); Cumerdiuni (l'aquilone); Giammarita (rimbalzi di ciottoli piatti sul mare); Manulesta (sassolini lanciati in aria e ripresi al volo); Tòrtula (trottola). Fin qui sono giochi praticati dappertutto, ma poi Camilleri ne aggiunge tre che dice di non aver mai più incontrato altrove. Aggibbari (che richiedeva di indovinare il numero di fori di un bottone, e si poteva giocare anche in perfetto silenzio, in aula, durante la lezione); Cuncirtinu (brano musicale eseguito con strumenti di fortuna); infine u iocu d'a musca. È Il gioco della mosca già descritto da Camilleri in un libro omonimo per Sellerio. Avrà a che fare con il modo di dire "zitti e mosca"? Non si sa. Stesi in cerchio sulla spiaggia a pancia in giù, i giocatori sputavano ognuno su una monetina, la posavano a terra e aspettavano immobili, in silenzio. Quello sulla cui monetina si fosse posata una mosca avrebbe vinto le monete degli altri. Non riproducibile in inverno, al chiuso, questo gioco solitario e collettivo, agonistico e statico, scaramantico e meditativo fornisce abbondanti suggestioni al Natale in zona rossa. Su ciò che ci è caro e intimo deve posarsi qualcosa che forse ci ripugna, ma in cui speriamo perché ci liberi dal gioco che ci ha immobilizzato e perché ci renda la parola. Nell'attesa della mosca, allora, buon Natale.
Libri
Michael Rosen, Il libro dei giochi, il Saggiatore Traduzione Camilla (Pieretti, pagg. 248, euro 18)
Giampaolo Dossena, Abbasso la pedagogia (Marietti, pagg. 160, euro 15)
Andrea Camilleri, Piccola enciclopedia di giochi per l’infanzia (Edizioni Henry Beyle, pagg. 104, euro 26)
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