ZURIGO – La Corte Federale svizzera ribalta la sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport: sospesa, quindi, la squalifica di 8 anni per doping al nuotatore cinese Sun Yang. La più alta camera di giustizia nella Confederazione elvetica, ha accolto l’appello presentato dai legali del nuotatore, tre volte campione olimpico e dodici mondiale, a seguito della sentenza del 28 febbraio scorso emessa dal Tas di Losanna. Secondo la Corte il comportamento in udienza del presidente del Tas, l’italiano Franco Frattini, non sarebbe stato corretto. Frattini, infatti, avrebbe permesso lo svolgimento di un processo senza le necessarie garanzie a difesa e ora sarà tutto da rifare, con un nuovo presidente in aula.
Sun e le martellate alle provette di sangue
Sun Yang era stato squalificato per i fatti accaduti nel settembre del 2018 presso la sua abitazione in Cina quando la madre del nuotatore ordinò alle guardie del corpo di distruggere a martellate le provette del sangue del controllo antidoping appena eseguito. Yang era ancora riuscito a sfuggire ad altri controlli antidoping.
Wada pronta a un nuovo ricorso
Immediata la reazione della Wada, l’agenzia mondiale antidoping. “La Wada al Tas ha chiaramente vinto il giudizio di merito in quanto è stata in grado di dimostrare che c’erano una serie di aspetti della decisione della Fina che erano errati secondo il codice mondiale antidoping e il relativo standard internazionale per i test e le indagini”. Poi annuncia un nuovo ricorso: “La Wada aspetterà le motivazioni della sentenza, poi si adopererà per presentare nuovamente il suo caso in modo energico quando la questione tornerà al Tas che sarà presieduto da un presidente diverso”.
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