Arriva da Lecce, ha 46 anni e una laurea in Scienze politiche: Massimo Cannoletta, il nuovo campione de L'eredità, il quiz condotto da Flavio Insinna in onda tutte le sere su Rai 1, da 25 puntate risponde a tutte le domande. Un fenomeno. Battuta pronta, molto tranquillo ("Non faccio niente di eccezionale"), ha totalizzato 185 mila euro. "Il mio sogno? Fare un programma con Flavio in giro per l'Italia: io divulgatore e lui che ci fa scoprire le bontà culinarie del posto. Sarebbe divertente".
Massimo, come si diventa campione del quiz?
"Giocando. Sono sempre stato un grandissimo appassionato di televisione, mi piace tutta, da Piero Angela ai documentari all'intrattenimento. Mi piacciono anche i programmi che non vengono considerati di grande spessore, perché si può imparare da tutto".
Anche da un gioco?
"Certo. Anche L'eredità è cultura, mi sono innamorato del meccanismo del gioco, sono iperattivo devo sempre fare qualcosa. Altri quiz hanno tempistiche più lente, più pacate, e mi attraevano meno. Adoravo la ghigliottina, che appassiona gli italiani. Mi sono detto: voglio sedermi a quel tavolo".
Prima faceva conferenze sulle navi da crociera.
"Sì. Con la pandemia mi sono reinventato sui social poi ho realizzato un viaggio a settembre, con tutte le precauzioni. Ho cercato di esplorare borghi poco conosciuti da Leuca a Trieste. Ho girato un mese in auto, e condividevo le tappe sui social".
Oggi è diventato popolare, che effetto fa?
"In questo momento così strano e assurdo sento l'affetto virtualmente, sulla rete. La mia vita da un mese a questa parte, è hotel-studi Rai. Faccio una vita ritirata. Ci dicono di evitare gli spostamenti inutili e io non voglio espormi al contagio. Ma le persone che lavorano negli studi Rai vengono a bussarmi in camerino per farmi i complimenti. Sto riscontrando un calore che non mi aspettavo, mi arrivano i messaggi più incredibili, c'è chi ha chiamato il gatto Massimo. Una signora mi ringraziava a nome della badante, tanti stranieri imparano col gioco".
Risponde alle domande più incredibili, cosa prova quando ragazzi laureati dicono che Grosseto è in Sardegna?
"È verissimo, si prendono degli svarioni inconcepibili. Ma quella è una situazione di grande pressione, sei in studio. Le persone più agitate perdono il controllo".
Come fa a non sbagliare mai?
"Naturalmente con il mio lavoro, ogni volta che dovevo trattare un argomento, volevo sapere l'impossibile. Quando facevo conferenze, se qualcuno faceva una domanda non specifica, non volevo fare brutta figura. Divoro le riviste di divulgazione più popolari, sia scientifiche che storiche. Ho una passione per la storia, ho avuto la fortuna di raccontarla. Mi sento anche un piccolo giustiziere, perché mi piace mettere in luce dettagli che non sono così noti, per fare giustizia. Penso a come sono state trattate le minoranze, a come la storia abbia cancellato le figure femminili, penso a tante pittrici".
Le piaceva lavorare sulle navi?
"Tenevo conferenze, organizzavo il programma culturale per i viaggiatori. Ho avuto la grandissima fortuna di fare due giri del mondo, quattro mesi di crociera. La compagnia per la quale ho lavorato mi ha dato carta bianca sui temi, tenevo conferenze sui porti di scalo, gli ospiti erano entusiasti. Ci tengo a precisarlo: non sono un professore, faccio divulgazione, racconto le cose in maniera semplice, anche i temi più ostici".
La sua famiglia che dice di questa improvvisa popolarità?
"Sono persone riservate, il contrario di me, che sono molto estroverso. Questa improvvisa ondata di popolarità li ha travolti. 'La gente ci chiama, non stiamo capendo niente' dice papà. Era un tecnico della Sip, mamma – che non c'è più – era casalinga. Una famiglia normalissima senza nessun tipo di pretese, un esempio di sobrietà. Sono grato a tutto quello che mi sta succedendo".
Ha intenzione di svernare a Roma?
"Non so quanto durerà, per ora gioco. Ma non vedo l'ora di andare a fare il presepe, la mia passione".
Non lavora da aprile.
"Sono fermo, come tante altre categorie, i lavoratori dello spettacolo, i tecnici del suono, tutte le maestranze. Vedo i tecnici in studio, un'équipe straordinaria. Ma mi rendo conto che le persone con gli stessi compiti nei teatri sono ferme. È ferma la categoria dei marittimi, che mi è molto cara: le navi sono bloccate. Sono tutte persone che stanno soffrendo, non so esattamente che tipo di misure siano state prese per alleviare questa sofferenza, ma sono vicinissimo a loro, ai membri dell'equipaggio".
Questa sera alle 18.45 entrerò a giocare nell'arena de "L'Eredità" su Rai Uno, al cospetto dell'acrobata delle parole @insinnaflavio .
A più tardi! pic.twitter.com/D7raSs59AY— Massimo Cannoletta (@Massimo20_IT) November 1, 2020
E ha tentato la fortuna col quiz.
"Avevo già partecipato nel 2005 con Amadeus, sono uscito subito. Quindici anni dopo mi sono detto: perché non ritentare? Bisogna reinventarsi. Leggo sui social commenti bellissimi ma anche i complottisti scatenati. Dietro una persona che vince a un quiz per più puntate, pensano che ci siano i disegni della Cia. Ecco, proprio no".
Prima guardava la tv, ora che ne è protagonista cosa l'ha colpita?
"L'esercito di persone che lavora dietro le quinte. E la grandezza di Flavio Insinna, una persona simpatica, intelligente molto più colta di quanto vuole dare a vedere. Scherza con chi ha quindici lauree, ma anche lui avrebbe molto da dire. Io con Flavio andrei ovunque: lui è Don Chisciotte e io sono il tuo Sancho Panza. Ovunque vada lo seguirei con piacere. Unico dettaglio: quando lui c'è non puoi fargli un complimento".
Le piacerebbe fare un programma insieme?
"Sarebbe bellissimo. Un programma in cui giriamo l'Italia, io faccio conoscere i paesi e lui ride e assaggia".
Come ci si sente a essere un campione?
"Non mi sento assolutamente un campione. Vedo i segni della popolarità, che certo fanno piacere. Ma mi fa soprattutto piacere leggere nei messaggi che mi arrivano, l'orgoglio salentino. La Puglia è fantastica ma non se ne parla solo in termini lusinghieri. Io sono una bandiera umilissima".Original Article
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