L'anno del Covid riserva uno spettacolo senza precedenti per il luogo più simbolico delle celebrazioni natalizie: Betlemme, la città che ha dato i natali a Gesù, in questa Vigilia pare quasi una città fantasma. Non c’è memoria delle code infinite per accedere alla Basilica della Natività, né delle folle che si accalcano nella piazza della Mangiatoia sotto l’enorme albero natalizio.a
Nel Vangelo si racconta di come Gesù venne deposto in una mangiatoia "perché non c'era posto nell'albergo" (Luca 2,7), per via degli abitanti che rientravano a Betlemme per registrarsi al censimento voluto dai Romani. “Oggi invece gli alberghi sono chiusi perché vuoti, perché non ci sono pellegrini venuti a celebrare la nascita di Gesù”, ha detto Fra' Francesco Patton, il Custode di Terra Santa, nel suo messaggio ai fedeli in vista del Natale. “Per la prima volta dopo tanti anni la città di Betlemme, nei giorni in cui tutto il mondo guarda a lei, è vuota”.
Le tradizionali celebrazioni, processioni e rituali saranno rispettati, ma le limitazioni imposte dalla pandemia ne alterano drasticamente il carattere. Così, nella giornata della Vigilia, il Patriarca Latino di Gerusalemme, Monsignor Pierbattista Pizzaballa – lui stesso appena guarito dal Covid – ha potuto fare il suo ingresso solenne a Betlemme dove è stato ricevuto con grande emozione dalla popolazione locale. Ad accoglierlo questa volta non c’erano le masse di turisti da tutto il mondo, che l’anno scorso avevano raggiunto un picco senza precedenti, con un milione e mezzo di visitatori stranieri; ma non sono mancate le bande degli scout locali che l’hanno accompagnato tra le musiche e i cori tradizionali verso l’ingresso della Natività.
Milad Fatouleh è un giovane cantante nato a Betlemme che fa la spola tra la sua città natale e quella di adozione, Bari, dove si è trasferito sedici anni fa, dopo aver partecipato a un’edizione dello Zecchino d’Oro grazie all’iniziativa della Custodia. Questo è il primo Natale che trascorre a Betlemme dopo anni e nel suo racconto riesce a trasmettere delle note di ottimismo. “Nonostante le strade semi deserte e la pioggia, oggi c’è un’atmosfera magica. Durante la processione, il Patriarca ha camminato lungamente insieme ai fedeli, ha voluto benedire i bambini e mandare un messaggio di speranza a tutti noi”.
La Messa della mezzanotte è stata elebrata, ma i fedeli si sono dovuti accontentare della diretta in streaming: per la prima volta l’ingresso è stato consentito solo ai frati e ad alcuni rappresentanti della società civile. Unica consolazione nella Basilica quasi deserta è lo spettacolo a cui si assiste dopo il completamento dei lavori di restauro della Natività – il primo negli ultimi seicento anni – realizzati dalla ditta Piacenti di Prato, un’eccellenza italiana che si era aggiudicata l’appalto internazionale anni fa. La speranza è che per il prossimo Natale anche i turisti possano ammirare le colonne monumentali che hanno trovato una nuova luce e i spettacolari mosaici risalenti al IV secolo recuperati durante i lavori di conservazioni.
E’ la speranza anche del sindaco di Betlemme Anton Salman, che ha fatto una stima dei danni del Covid sul settore dell’ospitalità: 67 hotel, 230 negozi di souvenir, 127 ristoranti e 250 negozi di artigianato chiusi a causa della pandemia.
Hanna Nissan, il proprietario di uno dei negozi di souvenir della città, ci descrive una situazione disastrosa, con migliaia di disoccupati che non ricevono sussidi economici dalle autorità. “C’è una rete di solidarietà locale e anche la Chiesa cerca di aiutare, ma la situazione è catastrofica. Conosco già numerose famiglie cristiane che stanno vendendo le loro proprietà e programmando di trasferirsi all’estero, in Canada, in Europa, dove raggiungeranno le loro famiglie”. Una tendenza che drammaticamente va a incrementare l’esodo che ha portato la presenza cristiana a Betlemme dall’80% degli anni ’50 al 12% di oggi.
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