A distanza di quattro anni dal sisma che ha devastato Amatrice, Accumoli e altri centri della provincia di Rieti, continuano ad essere investite somme enormi per alloggi temporanei necessari a chi a causa del terremoto ha perso la propria casa e ancora stenta la ricostruzione delle abitazioni distrutte. Conclusa un'indagine sulla gestione dell'emergenza, a sostenerlo è la sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti. Le risorse sinora, secondo i magistrati contabili, non sono state investite male, ma il problema è sempre lo stesso: le amministrazioni non riescono a spendere i fondi messi loro a disposizione, facendo fatica a sviluppare i diversi progetti, e soprattutto dopo i provvedimenti emergenziali non partono quelli per la fondamentale ricostruzione nei Comuni del cratere.
La Corte dei Conti ha quindi inviato un rapporto al ministro dell'economia Roberto Gualtieri, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al prefetto di Rieti e ai sindaci dei Comuni di Rieti, Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Borbona, Borgo Velino, Castel Sant'Angelo, Cittareale, Leonessa, Micigliano, Posta, Cantalice, Cittaducale, Poggio Bustone e Rivodutri, preannunciando l'avvio di ulteriori accertamenti.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’assistenza alloggiativa alla popolazione colpita dal terremoto, i magistrati hanno osservato come il contributo destinato ai nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo sia ancora rilevante. "Le erogazioni nel 2019 – specificano – pur diminuite rispetto al 2018, vanno quasi ad eguagliare la spesa sostenuta nel 2017, segno inequivocabile di una incompleta risposta all’emergenza principale post sismica, vale a dire quella di consentire alle famiglie una sistemazione abitativa stabile”.
Solo su tale fronte, del resto, per le strutture abitative d'emergenza nel 2017 sono stati spesi 46,3 milioni, nel 2018 17,3 milioni e nel 2019 1,4 milioni. In quattro anni, dal 2016 al 2019, per far alloggiare le vittime del sisma in hotel e B&B sono poi stati spesi 7,7 milioni. In generale infine, per la Corte dei Conti, è stato raggiunto "un buon grado di spesa delle risorse”, ma "nel passaggio dall’emergenza alla ricostruzione", è mancata "l’accelerazione attesa nell’uso delle risorse" stesse. Milioni di euro spesi e ancora poche case per chi dal 2016 una casa non ce l'ha più.
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