Cinque Stelle contro il governo sulla Tav. E alla fine il provvedimento che, tra l'altro, destina 90 milioni in più alle opere di compensazione in Valle di Susa, riesce a passare solo con l'appoggio del centrodestra. In commissione Trasporti alla Camera questa mattina all'ordine del giorno c'era il voto su una risoluzione della maggioranza, a firma del deputato piemontese Davide Gariglio del Pd, nella quale – con la premessa di dare l'ok al proseguimento dell'accordo con Telt e Ferrovie per il piano sulla Tav – si chiedeva la rinegoziazione dell'intesa con la Ue, affinchè sia diminuita la parte legata al finanziamento dell'Italia e aumentata la quota di Bruxelles, ma allo stesso tempo si concedevano 90 milioni in più da destinare ai territori italiani interessati dall'opera.
Il governo con la sottosegretaria dem Morani aveva espresso parere favorevole. Il M5s ha detto di voler depositare una mozione alternativa e poi quando si è trattato di votare la risoluzione della maggioranza ha abbandonato i lavori della Commissione.
La risoluzione della maggioranza è passata, riferiscono fonti parlamentari del centrodestra, con i voti dell'opposizione. E' soprattutto Italia viva ad aver posto il problema interno alla maggioranza con il deputato Nobili. "Se M5s non vuole fare le grandi opere e dice no alle infrastrutture c'è una questione aperta nella maggioranza", ha spiegato secondo quanto si apprende l'esponente renziano, facendo riferimento anche ai fondi in arrivo dalla Ue sul Recovery plan.
"Ancora una volta il centrodestra unito salva la Tav dalla furia anti-sviluppo del Movimento 5stelle. Solo grazie ai voti determinanti di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia in commissione Trasporti alla Camera è stato approvato il contratto di programma tra il ministero delle Infrastrutture, Ferrovie e Telt per il finanziamento della Tav. Senza i voti dal centrodestra – con i 5stelle che hanno abbandonato l'aula e lasciato la maggioranza al suo destino – il contratto sarebbe stato bocciato bloccando l'opera ed esponendo l'Italia a una figuraccia internazionale", dichiarano in una nota congiunta tutti i deputati della Commissione Trasporti di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia.
"Passaggio fondamentale per la realizzazione di un'opera strategica per l'Italia". È quanto riporta una nota congiunta del deputato dem Gariglio, capogruppo Pd in commissione Trasporti di Montecitorio e relatore del provvedimento, e Marco Simiani, responsabile nazionale infrastrutture del Pd. "Con questo passaggio – proseguono – si formalizza finalmente un accordo fermato due anni fa dal precedente governo gialloverde. L'approvazione del contratto sblocca infatti i finanziamenti europei per l'opera, attualmente al 40 per cento e che potranno aumentare fino al 55 per cento nei prossimi mesi, e permette di erogare ai territori coinvolti le risorse economiche aggiuntive previste a compensazione dell'intervento (89 milioni di euro aggiuntivi rispetto ai 9 già erogati). Oggi – concludono Gariglio e Simiani – si regolarizzano definitivamente non solo i rapporti contrattuali dando certezza giuridica ad un'opera in corso di realizzazione, ma si creano le condizioni per ridurre il costo dell'intervento a carico dei cittadini italiani permettendo l'erogazione di quasi 100 milioni di risorse sul territorio della Val Susa".
"Dopo settimane di incontri e audizioni è evidente che manchino i presupposti per votare sì allo schema di contratto di programma per la Torino-Lione, per questo abbiamo lasciato l'aula". Con queste parole, riportate in un lungo post su Facebook, il deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Serritella, ha spiegato perché non ha votato il contratto di governo sulla Tav, approvato stamattina dalla commissione Trasporti ma senza i voti dei 5 Stelle che hanno abbandonato l'aula. Serritella contesta i benefici per eventuali posti di lavoro ("Per due terzi è impiegata manodopera francese") e i dati sul risparmio di C02 ("pura fantasia, a fronte delle decine di tonnellate di Co2 per costruire la linea"), oltre a "una ripartizione asimmetrica dei costi di costruzione del tunnel tra Italia e Francia". Quindi conclude: "La Torino-Lione rappresenta un'opera antieconomica, con alti costi di gestione e basata su un montaggio giuridico di un contratto che è palesemente illegittimo". Infine, attacca gli altri partiti: "E' gravissimo che, per queste considerazioni così serie e preoccupanti, ci abbiano definito 'terroristi'. Dire no al Tav non significa fare terrorismo, ma difendere ciò che è giusto per i cittadini come abbiamo fatto".
Commenti recenti