LONDRA – "Non abbiamo da mangiare!", grida uno. "Non ci sono toilette!", si lamenta un altro. "Ci hanno promesso che sarebbe venuto l'esercito a organizzare test rapidi di massa per il Covid, ma qui non c'è nessuno", protesta un terzo. E dalle parole presto si è passati inevitabilmente ai fatti, con scontri fra i camionisti stranieri ammassati a Dover in attesa di poter attraversare la Manica e la polizia inglese. I tafferugli sono scoppiati oggi pomeriggio, dopo che la chiusura della frontiera tra Francia e Gran Bretagna a causa della nuova variante del coronavirus ha creato code lunghe fino a 30 chilometri nelle strade del Kent. Attualmente, secondo le autorità britanniche, ci sono da 5 mila a 10 mila camion a rimorchio nell'ingorgo che si è formato lungo le coste meridionali dell'Inghilterra.
Gli episodi di violenza hanno portato finora all'arresto di un solo autista, ma la tensione cresce, riporta il Guardian che ha postato un video degli incidenti sul proprio sito. Le condizioni materiali per i camionisti sono di per sé difficili: mancano gabinetti pubblici, i ristoranti sono chiusi per il lockdown, qualcuno si cucina qualcosa da sé ai piedi del proprio autoveicolo, altri rischiano di restare a stomaco vuoto per giorni. Ma a generare la rabbia è soprattutto l'incertezza su quanto durerà questa situazione.
Se Londra si allontana: la variante inglese del virus anticipa il dramma della Brexit
di
Paolo Garimberti
In teoria da oggi il confine è riaperto sia a Dover, il porto da cui partono i traghetti per Calais, sia a Folkestone, la stazione d'ingresso dell'Eurotunnel per la Francia, sui cui treni vengono caricati camion e automobili. Ma l'accordo negoziato da Boris Johnson ed Emmanuel Macron prevede che, per poter partire, i camionisti e chiunque altro autorizzato a compiere il viaggio per ragioni "essenziali", come il rimpatrio per i residenti all'estero, debba avere effettuato un test per il Covid con esito ovviamente negativo. E sottoporre al test migliaia e migliaia di persone, lungo autostrade e parcheggi di fortuna, in prossimità della Manica, è un'impresa che potrebbe richiedere tempo. Per ora l'esercito, arruolato per velocizzare l'operazione, sta facendo soltanto 200 test al giorno, scrive il Daily Mail. "Ci vorrà probabilmente una settimana per sgomberare la zona e permettere a tutti di partire", calcola il ministro dei Trasporti britannico Grant Shapps. "Non ne possiamo più", dice un camionista polacco alla Bbc. "Siamo qui ad aspettare da giorni, abbiamo freddo e fame, vogliamo rientrare in patria in tempo per il Natale, ma avanti di questo passo non ce la faremo mai".
Intanto, dopo la risoluzione della Ue a favore del rimpatrio di migliaia di europei bloccati dalla sospensione del traffico aereo, sono in corso trattative per organizzare la ripresa dei voli. Anche il governo italiano prepara un'ordinanza in proposito, dopo la quale l'Alitalia potrà confermare i collegamenti in programma per prossimi giorni. Gli italiani fermati a Londra dall'interruzione dei voli aspettano di sapere anche loro quando e come potranno tornare a casa. Ma non tutti faranno in tempo ad arrivarci prima di Natale.
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