Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sulla Manovra. Lo ha annunciato all'Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. La fiducia in realtà sarà votata sul maxiemendamento, che tocca numeri record. In tutto si contano 1.150 commi, che racchiudono i 254 emendamenti approvati nel week end in commissione Bilancio.
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Nell'aula di Montecitorio le dichiarazioni di voto sulla fiducia sono già iniziate. Alle 14,30, così come ha stabilito ieri la conferenza dei capigruppo, si procederà alla votazione per appello nominale e, a seguire, all'esame degli articoli da 2 a 20 e delle relative proposte emendative, che dovrà concludersi entro le ore 18. Si riprenderà domenica 27 dicembre con gli ordini del giorno alle 10. Dichiarazioni di voto finale a partire dalle 19, voto alle 20.30.
A far saltare i piani della maggioranza – che aveva contato di portare a casa ieri la fiducia sul provvedimento e chiudere oggi a Montecitorio con l'invio al Senato – l'ostruzionismo di Fratelli d'Italia che ha chiesto la soppressione di una norma che taglia una tassa per chi trasferisce soldi all'estero (money transfer) e per tante "mancette" presenti in manovra (es. 6,2 milioni di euro per expo Dubai e i 3 milioni destinati ai corsi per nuovi linguaggi musicali). In aggiunta sono arrivati i rilievi del Mef a numerose norme, che hanno costretto il testo a tornare in commissione Bilancio. La Commissione Bilancio della Camera ha lavorato pertanto ieri fino a tarda sera ha proseguito questa mattina l'esame delle modifiche sulle quali la Ragioneria Generale dello Stato ha chiesto di intervenire.
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