"Premo perché si faccia al più presto possibile un passo in avanti nell'organizzazione del Movimento, con una struttura collegiale di 5 persone (allargata ai capigruppo di Camera, Senato e europarlamento). Sostituirà il ruolo del capo politico. E con Casaleggio, si cambi". Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno, 34 anni, avellinese, grillino della prima ora, militante ancora prima di Luigi Di Maio, scalpita. Gli Stati generali del Movimento non sono ancora approdati a una conclusione e alla nuova organizzazione del partito.
Sibilia, siamo sempre a Crimi reggente e Di Maio re. Andrete avanti così ancora a lungo?
"Stiamo andando verso la conclusione prevista a fine gennaio. Ci sono ora gli approfondimenti tematici. E' stato confermato dal voto in rete il dialogo con le altre forze politiche, anche con il Pd. Adesso ci avviamo a fine gennaio verso una nuova struttura collegiale che va a sostituire il ruolo del capo politico. Quindi né reggente né re, ma una condivisione politica che venga prima delle facce".
Una segreteria?
"Lo chiamiamo organo collegiale, composto da 5 persone e allargato ai capigruppo di Camera, Senato e europarlamento".
Lei si è candidato
"Guardi, le candidature vengono in un secondo momento, non anticipo e non commento. L'importante è che la linea si stia definendo. Io premo affinché si faccia un passo in avanti al più presto. Gli Stati generali devono andare a compimento. Perché governo, e Paese in primis, hanno bisogno che il più forte gruppo parlamentare, il M5S, abbia una leadership legittimata".
Più fluido e inconcludente è il M5Stelle e meno stabile è il governo?
"Ritengo di sì. Queste provocazioni da parte di Renzi sono frutto del fatto che nel Movimento non c'è una sintesi. Quando siamo uniti procediamo veloci e otteniamo risultati importanti nell'interesse generale, come la proroga del superbonus del 110% in manovra".
Cominciate anche ad emanciparvi dal rapporto con Davide Casaleggio?
"Mi pare evidente che il futuro va definito meglio. Ci sarà un contratto di servizio come emerso dalle votazione di alcune settimane fa. E' necessario avere un database sempre più aperto e che valorizzi sempre di più le scelte degli iscritti pentastellati. Verrà insomma definito un percorso. Non è possibile che ci si ritrovi con Rousseau che scrive qualcosa all'insaputa nostra o organizzi un evento lo stesso giorno in cui i 5Stelle celebrano gli Stati generali tematici. Saranno pure cose che non si intersecano, ma nei fatti creano confusione in chi vede il M5S come una speranza. E certo questo non è il momento in cui abbiamo bisogno di altra confusione".
Rimpasto. In effetti sta nelle cose, se si vuole rilanciare il governo Conte o no?
"Il rimpasto è una voglia tutta renziana, in cui Renzi si è anche un po' incartato. Del resto parlare di poltrone, mentre abbiamo una emergenza pandemica a livello mondiale e la campagna di vaccini in partenza il 27 dicembre, è percepito dagli italiani come totalmente fuori luogo. Surreale mettere in discussione Conte in una fase del genere".
Quale è il suo rapporto con Conte? Sarà sempre lui il futuro candidato premier?
"Il presidente Conte con la sua credibilità e attività in Europa è riuscito a dare peso all'Italia. Noi 5Stelle siamo stati sempre critici nei confronti di un'Europa che aveva nell'Austerity il suo mantra. Grazie anche a Conte il binomio Austerity-Europa non c'è più. Ma piuttosto Europa fa rima con Recovery Fund, che significa 209 miliardi di risorse per l'Italia".
Recovery Plan, appunto. Con quale struttura si gestisce? E' stata superata la task force a piramide proposta dal premier e contro la quale Renzi minaccia la crisi?
"Il Recovery prevede sei missioni (o dossier). Quattro dei quali afferiscono a ministeri che, nel governo, sono di competenza dei 5Stelle: ambiente, inclusione e lavoro, digitale, istruzione. Tenendo conto di questa ripartizione, la struttura c'è già. L'impronta più forte nel Recovery Plan deve essere dei 5Stelle, altrimenti sarebbe un sovvertimento pericoloso della volontà popolare. Quindi pensiamo a una struttura mista, in cui la politica abbia un ruolo importante, ma sia altresì garantita la capacità tecnica per utilizzare effettivamente le risorse, in modo che il Recovery Fund sia rilancio e non una occasione persa".
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