Aspettare. E sperare che nel frattempo il governo organizzi dei voli di rimpatrio. Questo è quello che possono fare, per il momento, gli italiani rimasti bloccati nel Regno Unito, delusi e arrabbiati. Il Dpcm di domenica scorsa, 20 dicembre, ha bloccato tutti i voli dal Regno Unito fino al prossimo 6 gennaio. Il motivo è la variante del virus, più infettiva ma probabilmente non più pericolosa del Covid-19 col quale abbiamo combattuto finora.
Nel frattempo la rabbia non è solo quella dei viaggiatori ma anche delle compagnie aeree, che lasciano trapelare irritazione per un Dpcm approvato in fretta, oltretutto di domenica, e comunicato con una Pec di due righe. “Non ci hanno neanche spiegato come comportarci per i voli che nel frattempo erano già partiti dal Regno Unito: abbiamo deciso in modo autonomo di far sbarcare i passeggeri, rispettando tutte le misure di sicurezza” spiega una fonte interna di una compagnia aerea britannica. Eventuali voli di rimpatrio dovranno essere decisi dal governo, specificano le compagnie aeree. Anche se operati dai vettori aerei, infatti, in questi casi si tratta di di voli di Stato. E anche Enac è in attesa di un segnale dall’esecutivo. Segnale che per ora non è arrivato.
Rimborsi o voucher. In realtà c’è un’altra cosa che i viaggiatori dal Regno Unito, con volo cancellato, possono fare. Chiedere il rimborso del prezzo del biglietto o il voucher, per assicurarsi, intanto, di non perdere almeno il denaro speso per un viaggio per ora impossibile. L’alternativa è la riprotezione su un altro volo, una strada sconsigliata però in questo momento di grande incertezza. EasyJet ricorda ai suoi clienti queste tre alternative – ricordando che la riprotezione è gratuita – e specifica che “i passeggeri saranno informati individualmente qualora il loro volo dovesse essere cancellato”.
Anche Alitalia squaderna ai suoi clienti tutte le possibili alternative: modifica della prenotazione senza integrazione tariffaria (ovviamente, entro la data di partenza prevista del volo cancellato); cambio prenotazione (qui invece si potrebbe pagare l’integrazione); un buono per viaggiare in futuro, maggiorato di 15 euro in caso di impossibilità di riprotezione o se la proposta di re-booking non fosse accettata dal cliente; cambio di destinazione o rimborso del biglietto.
Il cambio data è gratuito anche per i passeggeri Ryanair, così come la possibilità di essere rimborsati. "Nel caso di tutti gli altri collegamenti da/per il Regno Unito che potranno rimanere attivi, Ryanair – precisa la low cost irlandese – opererà questi voli per facilitare tutti i passeggeri che devono viaggiare per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e sono prenotati o desiderano spostare la propria prenotazione su uno di questi voli. Se tali passeggeri (prenotati su voli operativi) non desiderano viaggiare nei prossimi 5 giorni prima di Natale, Ryanair agevolerà il cambio gratuito della loro prenotazione (senza costi di modifica) per qualsiasi data fino al 15 marzo".
Il Dpcm vieta i voli dal Regno Unito, ma non i voli verso il Regno Unito. Non tutte le compagnie aeree seguono la stessa politica. EasyJet continua a far viaggiare i propri aerei dall’Italia verso l’isola, mentre sul sito di Alitalia non è possibile prenotare voli verso il Regno Unito e anche RyanAir sta cancellando diversi voli con questa tratta, anche se sul sito c’è la possibilità di prenotare viaggi verso l’isola anche durante le feste di Natale.
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