Sono i raggiri "più odiosi", quelli che fanno più male. Non solo per i ricordi di una vita che spesso vengono portati via in un attimo, ma per le ferite che lasciano agli anziani vulnerabili, quelli che non sono più in grado di reagire. Sono le vittime sempre più frequenti di truffe. Spesso telefoniche. Finti nipoti, figli, parenti, carabinieri, avvocati: tutti che chiedono soldi per risolvere un problema che riguarda una persona cara. Facendo leva sugli affetti.
di
Beatrice D. G.
Tra Milano e provincia capitano almeno due casi del genere al giorno. Solo i carabinieri milanesi hanno contato 43 episodi "telefonici" dall'inizio di dicembre; 101 se si considerano anche quelli online, per la strada, porta a porta. Truffe tentate, nella metà dei casi consumate. Con lo stesso schema in grado di adeguarsi all'attualità. Negli ultimi mesi di pandemia il Covid è diventato il pretesto più usato: com'è accaduto alla signora di 87 anni, chiamata sul fisso di casa dal "finto" figlio in fin di vita all'ospedale e bisognoso di cure molto costose per sopravvivere. Abbiamo pubblicato ieri la lettera della figlia Beatrice, mortificata per la " violenza " subita dalla madre, "derubata dei gioielli che erano ricordi di una vita" ma "soprattutto della dignità " . Come sua mamma, tanti altri finiscono in questa insidia.
Il meccanismo è consolidato. E quasi sempre dietro c'è un'organizzazione criminale ben delineata. Il telefonista è quasi sempre all'estero. Sul "campo" c'è invece la manovalanza, batterie di malviventi che arrivano in città, si fermano qualche giorno, colpiscono e ripartono. Nel caso delle truffe al telefono gli specialisti, ricordano gli investigatori, sono i rom lovari: da "lob", che significa cavallo in ungherese, nascono come allevatori di bestiame ma i capi di queste organizzazioni oggi spesso vivono in ville lussuose e hanno patrimoni milionari. In Germania la chiamano "la mafia del finto nipote". Sono più che altro campani, invece, i finti poliziotti e carabinieri.
Le vittime vengono scelte a caso, spesso scorrendo le pagine bianche in zone più periferiche e scegliendo nomi di persone un po' desueti, che tendenzialmente appartengono ad anziani. E si prova. La tecnica è quella di non mollare mai la persona al telefono, di tenerla lì, per non dare il tempo che il dubbio si insinui, per non liberare la linea e consentire un'eventuale verifica da parte della vittima. Poi, una volta incassata la fiducia, il telefonista organizza l'appuntamento sotto casa per la consegna di soldi, gioielli, preziosi di vario tipo. E il "soldato" passa, ritira e scompare.
Tante operazioni anti-truffa delle forze dell'ordine sono andate in porto, "Condor" su tutte dei carabinieri. Ma "è un fenomeno crescente perché è molto remunerativo e poco rischioso – ragiona un investigatore della V sezione del nucleo investigativo dei carabinieri milanesi – a volte è meglio di un colpo in banca, può valere anche 50-60mila euro in un giorno solo. Non sono più truffe alla Totò, ma organizzate nei dettagli, con un'associazione dietro che pianifica e colpisce. Per questo anche la normativa andrebbe adeguata, servono pene superiori rispetto a quelle previste oggi. Questi reati non sono una semplice truffa, anche per il danno spesso indelebile che lasciano nelle vittime".
di ILARIA CARRA
Non sempre la truffa funziona, c'è chi ha la lucidità di non cascarci. Come la signora Angela, 87 anni, che vive da sola al Gratosoglio: a fine settembre ha avuto la prontezza di non credere che quella al telefono fosse davvero la nipote che aveva bisogno urgente di soldi, tanto da chiamare la polizia e incastrare la sua truffatrice, una rom polacca, "specialisti ormai in questi reati " aveva commentato la squadra mobile. Se la signora Angela non è caduta nella trappola, restano però innumerevoli i tentativi di truffa: le bande non solo portano via patrimoni di una vita, ma causano negli anziani soli una mortificazione profonda, più irrimediabile dei gioielli perduti.Original Article
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