Sarà ricordato come il bilancio dei tartufi e delle case abusive, con annessa ennesima proroga del Piano casa. Perché sì, è vero, nella seduta del consiglio regionale pugliese conclusa nella notte fra il 21 e il 22 dicembre si discuteva di una manovra di bilancio di previsione 2021 dal peso di 1,1 miliardi di euro. Non spiccioli. Ed è vero pure che al suo interno c'erano iniziative e proposte imponenti come i 250 milioni di euro per il cofinanziamento dei fondi europei o i 140 milioni di euro per il trasporto pubblico o ancora gli 80 milioni alla sanità, così importanti in epoca Covid. Ma alla fine a passare agli annali sono le discussioni sugli abusi edilizi e soprattutto sul Patto del tartufo che riscalda gli animi a destra e sinistra.
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L'ACCORDO FRA 5 STELLE E CENTROSINISTRA
Per comprendere bisogna premettere che le sedute d'aula in cui si vota il bilancio di previsione sono sempre lunghe, vere e proprie maratone colme di sorprese che qualcuno chiama mancette. Sono emendamenti presentati da vari consiglieri che di fatto favoriscono determinate aree territoriali, guarda caso quelle che rientrano nell'ambito elettorale dei consiglieri che le hanno presentate. Anche la discussione sul bilancio 2021 è cominciata a fine mattinata e si è conclusa a notte inoltrata, approvato dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle (non tutti i consiglieri, solo i quattro governisti Rosa Barone, Cristian Casili, Marco Galante e Grazia Di Bari, mentre la dura e pura Antonella Laricchia non era presente in aula perché impegnata a festeggiare il suo matrimonio) che dopo anni di dura opposizione al centrosinistra e una campagna elettorale pesantissima contro Michele Emiliano a urne chiuse ha raggiunto un accordo politico per entrare nella maggioranza ed è a un passo dal fare anche l'ingresso nella giunta.
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di
Antonello Cassano
GLI INTERVENTI PRINCIPALI
Passano dunque i 200 milioni di euro di investimenti per sostenere le amministrazioni locali in manutenzioni straordinarie e riqualificazioni di opere pubbliche, altri milioni per sanità e trasporti. Passa senza problemi la deroga agli obblighi occupazionali, i 100mila euro per attivare un corso di laurea in ingegneria biomedica all'università del Salento e pure i 300mila euro al Comune di Taranto per organizzare i Giochi del Mediterraneo del 2026. Viene eliminato l'obbligo di certificazione medica per assenza scolastica di più di cinque giorni. Passa senza problemi anche un contributo di 400mila euro a favore delle tivù locali (non tutte, solo tre emittenti, due delle quali nella Bat).
IL PATTO DEL TARTUFO
I toni però si alzano quando si passa alla discussione di un articolo che regola la raccolta dei tartufi nei parchi regionali. I 5 Stelle chiedono che venga soppressa una norma che garantisce la priorità della raccolta agli abitanti dei Comuni vicini ai parchi del Gargano e delle Murge. Fabiano Amati (Pd) di contro, ripropone e difende questa priorità: "Loro l'hanno sempre proposta – dice il dem rivolto ai 5 Stelle – noi l'abbiamo sempre bocciata". Interviene addirittura il governatore Emiliano: "Ora però abbiamo stretto un accordo politico con il Movimento 5 Stelle, anche su questo emendamento. Si può cambiare idea". Amati – che ha un conto aperto con i grillini – non ci sta: "Ma lei li vede De Gasperi, Moro, Berlinguer fare un accordo politico sul tartufo – chiede sarcastico a Emiliano – Accetto l'accordo politico, il Patto del tartufo". Sul tema si scatena il centrodestra: "Ciò che non potè la piattaforma Rousseau potè il tartufo – attaccano Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia – è su questo che si fonda l'accordo politico fra Emiliano e i 5 Stelle". Fatto sta che la spunta il Movimento. Ma non c'è dubbio che Amati si rivela il mattatore della giornata politica scatenando dibattiti, punzecchiando le opposizioni e più spesso la maggioranza Dall'altro lato i 5 Stelle, sempre in virtù dell'accordo con il centrosinistra portano a casa anche la soppressione di una norma voluta dallo stesso Amati che avrebbe fatto passare la gestione irrigua dagli indebitatissimi consorzi di bonifica (non a caso nel bilancio è stato assegnato l'ennesimo contributo da 10 milioni di euro da immettere nelle loro casse bucate) all'Acquedotto pugliese, con relativa gestione dei tributi – difficilissimi da incassare – dei proprietari terrieri.
L'ASSALTO MANCATO SULLE CASE ABUSIVE
I toni si scaldano davvero solo in serata quando si affronta la discussione di un altro emendamento a prima firma di Amati (firmato anche dai consiglieri Alessandro Leoci e Mauro Vizzino) che consente l'applicazione delle norme del Piano casa – dunque l'ampliamento delle volumetrie – anche degli immobili non ancora sanati, alcuni risalenti addirittura a 40 anni fa. Un emendamento che se approvato avrebbe consentito dunque di rendere abitabili case abusive costruite dal 1983 e di ampliare persino fino al 20 per cento purché abbiano chiesto la sanatoria. Amati in aula lo motiva così: "L'articolo nasce da un fatto concreto e che in particolare a Brindisi nei quartieri Torre Rossa, Sant'Elia e Montenegro circa 500 famiglie, forse un migliaio di persone, vivono senza allacci all'acqua e alla fogna. Se non interveniamo quasi mille persone avranno l'ordinanza di abbattimento delle loro case". C'è chi però teme che al di fuori del caso di specie dei quartieri brindisini, la norma possa favorire ulteriori speculazioni edilizie. Non a caso l'emendamento riceve parere negativo oltre che degli uffici anche dell'assessora all'Ambiente Anna Grazia Maraschio: "Non possiamo fare un intervento ad personam, non possiamo modificare il Piano casa per risolvere questo problema". Alla fine passa la sua linea e l'emendamento viene bocciato con la promessa di riprendere l'argomento in commissione.
LE POLEMICHE DEGLI AMBIENTALISTI
Ma mentre veniva bloccato l'assalto alle case abusive, si approvava all'unanimità l'ennesima proroga del Piano casa in versione hard. Si tratta della norma che non solo consente di ampliare le volumetrie del 20 per cento abbattendo e ricostruendo vecchi immobili, ma permette anche di modificare interi capannoni industriali in zone residenziali attraverso il cambio di destinazione d'uso. Nessuno in aula ha battuto ciglio, nemmeno quei 5 Stelle che si sono timidamente limitati a presentare un emendamento contro il cambio di destinazione d'uso che ha stranamente ottenuto anche il parere negativo degli uffici regionali. Si conferma ancora una volta che il tema del Piano casa divide il centrosinistra dentro e fuori dall'aula. Lo confermano le durissime reazioni da parte del mondo ambientalista: "Il Piano casa – commenta il responsabile regionale dei Verdi Mimmo Lomelo – era un provvedimento provvisorio nel tempo. Invece è diventato stabile. È l'ennesimo condono edilizio". E tra le voci critiche c'è pure quella di Legambiente: "Proroga su proroga si sta demolendo il tessuto socio-culturale pugliese, andando contro le indicazioni europee e nazionali".
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