Come solo lui sa fare, in una recente intervista a Repubblica, Piero Angela in poche frasi ha steso un ponte temporale, tra l’inizio del secolo scorso e la fine di quello che stiamo vivendo: “Io sono nato nel 1928, l'anno dopo del primo volo (la traversata atlantica ndr) di Lindberg, mio padre è nato nel 1875, era un contemporaneo di Garibaldi. All’epoca il 70 per cento della gente era analfabeta. Mia madre ricorda i manifesti di Delagrange, i primi voli in Italia dopo i fratelli Wright”. E viaggia, fino all’orizzonte del 2100, che non è poi così lontano: “Se fai bene i conti, i bambini che adesso vanno alle elementari e alle medie, nel 2100 saranno più giovani di me. Che ancora fisicamente sto bene”. Si ragionava dei cambiamenti climatici e delle conseguenze nei decenni che verranno: “Saranno loro che dovranno prenderseli sulla schiena, oggi questi bambini sono curati e accarezzati, saranno allo sbando se tutto questo porterà gravi conseguenze”.
Compie 92 anni oggi, Piero Angela. Se si dovesse trovare una parola per descriverlo, sarebbe questa: testimone. È quello che continua a essere, un “giovanotto”, come si sente ancora, impegnato per decenni nel racconto dell’uomo. Con esso, della meraviglia che lo circonda, il Pianeta, e delle conseguenze che stiamo cominciando a pagare per la mancanza di una cultura del futuro. Il ponte che costruisce in buona parte lo ha attraversato e ne è diventato protagonista con la sua idea di divulgazione gentile, educata. Guidata dalla convinzione che a produrre ricchezza siano la scienza e la conoscenza, non la politica. E per questo la democrazia deve avere alla base un’opinione pubblica consapevole.
Carlo Angela, il padre, era medico psichiatra a Torino. Antifascista, si trasferì nella piccola San Maurizio Canavese a dirigere una casa di cura per malattie mentali. Fu lì che nascose, ricoverandoli sotto falso nome, come falsi malati, ebrei, uomini e donne perseguitati. Il suo impegno fu riconosciuto solo molti decenni dopo e venne insignito del titolo di “giusto tra le nazioni”. Della guerra Piero Angela ha più volte ricordato le bombe. L’esempio del padre (che morì poco dopo la fine della guerra) fu però una delle più grandi lezioni di vita: “Mi ha trasmesso dei valori, come l’onestà, il senso del dovere, il tenere la schiena diritta”.
Piero Angela non ha mai concluso gli studi, ma conta ben 12 lauree honoris causa, per la qualità della divulgazione scientifica durante oltre mezzo secolo in tv. La sua carriera giornalistica in televisione è iniziata nel 1954 come corrispondente da Parigi, sono degli anni ‘60 i primi programmi scientifici come Il futuro nello spazio e Destinazione Uomo. Negli anni ‘70 con Dove va il mondo? Affrontava già gli aspetti delle conseguenze dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo: “Erano anni che gli esperti denunciavano questa cosa, significa che non è cambiato poi molto – ha raccontato a Repubblica – l’aumento della popolazione, i gas serra, i ghiacci. E questo ci dà da pensare, di parole ce ne sono state tante. Ma le parole hanno le gambe corte, bisogna farle crescere, farle diventare adulte, trasformarle in azioni”.
Il suo programma culto, Quark, compirà 40 anni tra qualche mese. La prima puntata andò in onda nel marzo del 1981. Un appuntamento settimanale con le meraviglie del mondo, documentari internazionali che hanno portato la natura nelle case delle persone. Un modo di fare divulgazione “anglosassone”, con idee e spunti originali, con la scienza che si fa materia anche con esperimenti in studio, in grado di spianare la strada ed essere da modello per i futuri giornalisti scientifici. Compreso il figlio Alberto, che ne ha seguito le orme con grande successo.
https://twitter.com/SuperQuarkRai/status/1313063339581464578
È impossibile sintetizzare il contributo di Piero Angela in poche righe come giornalista, saggista, visionario a suo modo nel mostrarci la bellezza del sapere. Ma per riconoscerne il valore basta sbirciare sui social e trovare le menzioni a suo nome, nel giorno del suo compleanno. Celebrato, amato da tutti per non essere mai stato sopra le righe, ma tentando, sempre con la schiena dritta, di esaltare la forza della conoscenza. Senza mai fermarsi, anche a 92 anni. Su Raiplay è tornato con Superquark, mentre Prepararsi al futuro, è il suo nuovo programma, in onda in seconda serata su Rai Premium, dedicato ai giovani. Gli stessi, come ha ricordato, che nel 2100 forse ricorderanno i suoi insegnamenti.
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