Non è una retromarcia, ma una schiarita sì. Se il vento di crisi fino a qualche giorno fa soffiava forte, ora è un refolo che Renzi porta con sé nel tavolo dell'incontro con Conte stamani. D'altra parte sulla scacchiera politica, se l'ex premier e leader di Italia viva s'intestardisse a rovesciare il gioco, si ritroverebbe quasi solo: i parlamentari renziani sono allarmati per la minaccia del voto anticipato. Battere i pugni va bene, andare alle urne no. Gli italiani poi, già giudicano irresponsabili in piena e drammatica pandemia le beghe dei partiti.
caos nella maggioranza
Recovery, si cambia. Piano e task force nuovi per evitare la crisi
di
Giovanna Vitale
Italia Viva è un partito nato con grandi ambizioni, ma che ha ricevuto un esiguo consenso alle ultime regionali e che veleggia tra il 3 e 5% nei sondaggi. L'avvertimento di Dario Franceschini di elezioni come via obbligata di una crisi, senza l'ipotesi di Conte-ter o altro, ha avuto un effetto: di mostrare cioè che il Pd non è a tutti i costi governista. Si tira la corda? Allora si va al voto: ha detto il ministro dei Beni culturali, capo delegazione dem nel governo. La cosa ha un peso. Ha suscitato polemiche. Ivan Scalfarotto, il sottosegretario di Italia Viva, ha subito ricordato che "a decidere il da farsi è il presidente della Repubblica".
Verifica
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di
Silvio Buzzanca e Alberto Custodero
Correndo fuori dalle due coalizioni, quante chance di buon risultato elettorale avrebbe Renzi? Assai poche. Lo sa bene lui stesso. Lo sanno i preoccupati deputati e senatori renziani. Le truppe di Italia viva sarebbero davvero ridotte all'osso in un voto anticipato. Probabilmente in difficioltà quelle di tutto il centrosinistra con l'attuale legge elettorale che consentirebbe a un centrodestra unito e anche solo in leggero vantaggio, di fare cappotto.
Davide Faraone, il capogruppo dei renziani in Senato, nega che ci sia scompiglio nelle file renziane per l'ipotesi di un voto anticipato: "Noi siamo tutti d'accordo sulla strada intrapresa. L'uscita di Franceschini di anticipare le urne? Il ministro non ci ha pensato due volte a fermare teatri e musei ed oggi invoca l'apertura dei seggi. La sua battuta ha creato preoccupazione in tutti i gruppi, a cominciare da quelli dem e nei 5Stelle. I parlamentari di Italia Viva sono assolutamente tranquilli e convinti delle scelte che stiamo facendo e faremo".
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di
Giulano Foschini
Però il bilancio pre-incontro di governo, è già più sereno. Non solo Ettore Rosato, il coordinatore del partito e vice presidente della Camera, ha fatto sapere ieri che "il clima è cambiato", ma più in generale Renzi dice di di avere ottenuto importanti risultati sul Recovery Plan, nel merito e nel metodo. "Quella task force a mo' di carrozzone non ci sarà più", ragiona Faraone. Anche se la strada della trattativa giallo-rossa è ancora lunga. Sempre Faraone: "Il tema è capire cosa facciamo nei due anni di governo che abbiamo davanti. Quali sono i progetti da mettere in campo e con quali visione per il Paese". E poi c'è il Mes, i 37 miliardi per la sanità sul cui utilizzo Renzi preme, mentre Conte fa orecchie da mercante. Intanto oggi il faccia a faccia servirà a un chiarimento (quasi) definitivo.
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