ROMA – Il bonus “dispositivo mobile” (prima era “smartphone”) appena approvato in Legge di Bilancio 2021 si sta attirando un coro di critiche dagli esperti. Persino nella versione rivista del testo, modificato dopo le critiche ricevute in prima battuta all’interno dei gruppi parlamentari.
Opinione di molti è che i 20 milioni saranno soldi sprecati o, nella migliore delle ipotesi, poco efficaci perché sarebbe stato meglio offrire un computer low cost ai molti esclusi – pur aventi diritto, per reddito – dal bonus pc 500 euro.
Un decreto di chiarimento
Le modifiche al testo proposto da Forza Italia sono rilevanti: uno dei componenti della famiglia deve essere iscritto a scuola o università, quindi il bonus è focalizzato sulla didattica a distanza. Resta il limite Isee di 20mila euro mentre il componente della famiglia intestatario del bonus non deve essere titolare di contratto Internet o di telefonia.
Invece di “smartphone” si legge “dispositivo mobile” e si apre così anche la porta al tablet. Terzo: il testo prevede la possibilità di avere un bonus in denaro invece del prodotto.
Quarta novità: ora si rimanda a un decreto successivo per i dettagli – numerosi – da chiarire. Ad esempio non è indicato il valore del bonus, che deve includere anche l'abbonamento a due giornali e un anno di connessione gratis, né come l’utente potrà esercitarlo. Si sa solo che dovrà avere Spid, quindi forse potrà chiederlo via web – come con il bonus bici – o app IO, come con il bonus vacanze.
“Considerato che dentro il bonus c’è anche un anno di connettività mobile e l’abbonamento a due quotidiani e il fondo è di 20 milioni di euro, è possibile che saranno soddisfatte circa 200 mila famiglie, ossia il 10 per cento di quelle con Isee fino a 20mila euro”, spiega Maurizio Dècina, professore emerito del Politecnico di Milano e uno dei padri delle tlc italiane.
"Tutti hanno un cellulare"
“Ciò detto sarebbe stato meglio un computer, più adatto per la didattica a distanza e in genere per l’ingresso di quelle famiglie svantaggiate nella società digitale”, aggiunge.
La pensa così anche Enza Bruno Bossio (Pd): “Il bonus sono soldi sprecati. Tutti hanno uno smartphone, ormai. E il comodato d’uso per un anno ha davvero poco senso. Se si voleva supportare il digitale nelle famiglie bisognava rivedere tutta la politica dei voucher all’interno di un disegno organico. Inutile agire con interventi una tantum”.
Bruno Bossio è critica anche sullo stralcio dell’emendamento Pd sul bonus “digitale” fibra negli edifici, “ora dicono rinviato al prossimo scostamento di bilancio”.
D’accordo anche Francesco Sacco, uno degli autori dello storico piano banda larga italiano (2012) e professore all’università Insubria: “per la scuola serve un tablet o, meglio, un pc. La dicitura dispositivo mobile, che include uno smartphone, lascia la porta aperta ad abusi. Misure estemporanee come questa non aiutano a risolvere il problema dell’accesso dei meno abbienti alla didattica a distanza", continua Sacco, "Sarebbe stato meglio dare fondi alle scuole lasciandole individuare da sole gli studenti da aiutare, in base ai bisogni reali delle famiglie (portatile, connettività, software)”.
“Meglio usare quei soldi per estendere il bonus pc 500 euro che ora ha molti limiti”, aggiunge Marco Pierani, di Altroconsumo. Secondo molte associazioni consumatori, dunque, sarebbe stato meglio consentire un acquisto diretto del computer da parte dei cittadini con il bonus 500 euro, evitando così di discriminare (doppiamente) chi è in digital divide.
C’è poi il problema che il bonus pc si è tradotto in realtà in un bonus tablet. Tra i principali operatori, solo Tim offre un pc (e un solo modello), per via delle regole stringenti stabilite dal Governo.
Aggiunge Massimiliano Capitanio (Lega): "Tutte le misure volte al superamento del digital divide vanno sostenute con forza, quindi un plauso per l'approvazione di questo emendamento che va a correggere alcune storture del voucher, a partire dalla possibilità di acquistare uno smartphone. Allo stesso tempo, però, è sempre più evidente la necessità di una misura nuova e omogenea che faccia sintesi di kit, voucher e bonus cultura, integrandosi con le misure regionali e comunali. Il tutto con un faro: la tutela del consumatore finale, ma anche del mercato e della libera concorrenza".
Gli esclusi
Sono tanti a scrivere, all’esperto telefonia, infine, dopo aver scoperto di essere esclusi dal voucher pur avendone i requisiti di reddito (Isee inferiore a 20mila euro). Ci sono i cittadini di Comuni, come Roma, esclusi in automatico dall’incentivo per via di scelte delle Regioni, legate alla disponibilità di fondi (limitati al Centro-Nord) per questo bonus.
Chi non è coperto da connessione ad almeno 30 Megabit reali (da provare con speed test) è escluso in partenza, subendo così una doppia discriminazione.
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