ROMA – Domani l'Università per stranieri di Perugia, non paga della brutta figura mondiale garantita dal caso Suarez e indifferente ai suoi problemi endogeni messi in risalto da Repubblica dal giugno 2015, intende varare una riforma che raddoppia gli anni di mandato del rettore lasciando inalterate le logiche elettive con le quali si è consentito alla dimissionaria Giuliana Grego Bolli di far precipitare l'ateneo in fondo a ogni classifica.
La linguista diventata docente ordinaria a 63 anni si è dimessa lasciando alle spalle bilanci non firmati e ammanchi milionari, resta in vita il metodo con cui è stata eletta. Già. A Perugia, segnatamente Palazzo Gallengo Stuart, è stato convocato per mercoledì 23, ore 9, in via telematica, il Consiglio di amministrazione e all'ordine del giorno, punto 3, c'è la "Proposta di modifica di statuto e regolamento d'ateneo". Un parere, si specifica.
In queste ore le telefonate in Senato accademico sono concitate. La prorettrice Dianela Gambini, ora primo riferimento gerarchico, emanazione diretta di Grego Bolli, proverà a far passare in Cda il raddoppio degli anni di mandato del futuro rettore (da tre a sei, per un ateneo a statuto speciale) senza però inserire contrappesi – previsti da una commissione interna, tra l'altro – né rivedere l'eccesso di peso elettorale affidato al voto degli amministrativi. Per diventare rettore, alla Stranieri di Perugia bisogna passare di lì: i non docenti e il sindacato Snals. Grego Bolli vinse alleandosi con il direttore generale Simone Olivieri. Soltanto una settimana fa, su esplicita richiesta dell'autorità anticorruzione Anac, il Consiglio di amministrazione dell'ateneo ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti del direttore: Olivieri resta aggrappato al posto, nonostante la sospensione di otto mesi chiesta dalla Procura.
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La magra opposizione interna sostiene che Gambini non abbia alcun titolo per proporre una riforma di questa portata a indagini aperte e con l'eco del caso Luis Suárez. Tra l'altro, al punto cinque dell'ordine dl giorno c'è la quinta proposta (quinta) di variazione del bilancio di previsione autorizzatorio 2020 e, nei successivi punti, si imposta l'organizzazione economico-patrimoniale dell'ateneo per i prossimi tre anni. Gli attuali vertici non sembrano possedere il curriculum adatto per impostare la vita di medio periodo di un'università che presenta questo score: immatricolati nella stagione precedente 494 (-79), iscritti totali nella stagione precedente 1.080 (-10,8 per cento), fuga di 450 studenti cinesi, il mercato più importante, rispetto agli ultimi anni, 56 docenti incardinati in un unico dipartimento. Per questi risultati UnistraPg ha ricevuto dal ministero dell'Università e della Ricerca 13 milioni e 621 mila euro: sono 12.612 euro spesi per ogni universitario, contro una media nazionale di 4.700 euro.
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L'opposizione interna scrive: "Da settembre chiediamo un’assemblea d’ateneo mai convocata". Nessuno vuole parlare di quello che è successo perché il sistema Grego Bolli-Olivieri-Spina rappresenta ancora la maggioranza in ateneo. Stefania Spina è la docente chiamata a insegnare l'Italiano a Suárez: è stata assunta di recente insieme ad altri tre ordinari attraverso concorsi inseriti d'ufficio nell'inchiesta della Guardia di finanza.
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In una recente interrogazione al ministro Gaetano Manfredi, il segretario di Leu, Nicola Fratoianni, ricorda come l'ateneo abbia bandito quattro concorsi da professore ordinario nel 2019, "conclusisi con la mancata chiamata dell'unica vincitrice esterna". Ancora, il 22 settembre 2020, quando il caso Suarez era già scoppiato, il direttore di dipartimento ha fatto approvare "altri tre posti da ordinario per rassegnare subito dopo le dimissioni". Infine, "l'ateneo non si sarebbe dotato di una disciplina che regoli il conflitto di interessi nei casi che coinvolgano il rettore". Per evitare la dissoluzione di un'università che oggi corrode le riserve di patrimonio per sopravvivere, Fratoianni suggerisce al ministro "il commissariamento".
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