ROMA – "Il Piano nazionale deve riflettere e riflette le indicazioni del Parlamento sulle linee guida. Ringrazio i parlamentari che hanno lavorato nelle rispettive commissioni a quelle relazioni che sono state fatte con impegno. Non vedo l'ora di mandare il documento di aggiornamento per poi ricevere ulteriori indirizzi e predisporci al piano finale".
Giuseppe Conte ha incontrato insieme al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e quello per i Rapporti con l'Europa Vincenzo Amendola con una folta delegazione del Movimento Cinque Stelle, per discutere su come andare avanti sul Recovery fund, e alla fine sembra cedere alle pressioni per un maggiore coinvolgimento del Parlamento nella gestione dei fondi europei. Ad un certo punto ha lasciato la riunione per salire al Quirinale per la cerimonia degli auguri con Sergio Mattarella.
Caos nella maggioranza
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Ma ha fatto trapelare il suo ragionamento ai grillini, dicendo così parole attese nell'ambito della verifica di governo che si trascina ormai da qualche settimana. E, almeno sul piano del metodo Italia viva apprezza: "Ieri sera qualcosa è cambiato. Il presidente Conte ha convocato una serie di riunioni che sono cominciate oggi. Mi sembra un fatto positivo. Poi vediamo come vanno. Ma ieri sera c'è stato un fatto nuovo", dice il coordinatore nazionale dei renziani Ettore Rosato.
Appare chiaro che il presidente del Consiglio vuole chiudere in fretta la verifica. "Oggi – ha chiarito Conte ai suoi interlocutori – non si chiude nulla, oggi inizia una interlocuzione che però deve procedere in modo costante e serrato perché è interesse di tutti e in particolare della intera comunità nazionale che il Recovery Plan proceda speditamente perché non possiamo permetterci ritardi".
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"È un piano che fa parte di una strategia europea che acquisisce maggiore forza perché tutti gli Stati dovranno muoversi in direzione strategica. È interessante considerare che altri piani verranno elaborati, offriranno al nostro export la possibilità di espandersi", ha poi affermato Conte ricordando: "Il 60 per cento delle risorse sarà dedicato alla transizione verde e digitale, il 40 per cento a scuola, istruzione e ricerca, parità di genere, coesione territoriale, e salute".
Conte ha poi anche precisato che nel Recovery Plan "ci sono 6 missioni, che si articolano in18 componenti. A supporto dei progetti c'è la riforma della giustizia, una riforma di sistema che è stata tenuta separata dalle sei missioni ma che sarà un pilastro del Recovery: su questo, come sistema Paese, ci giochiamo una parte ingente di credibilità".
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"Come M5S abbiamo apprezzato molto l'interlocuzione" iniziata dal premier, commenta alla fine il ministro Alfonso Bonafede. "Il Recovery rappresenta l'occasione per una svolta per ridisegnare il Paese nei prossimi dieci anni. Lasciamo da parte ogni sterile polemica, i cittadini non meritano di assistere ad uno spettacolino della politica in cui si parla di crisi di governo o di rimpasto, i cittadini vogliono vederci lavorare".
Il gruppo del Movimento era composto oltre che dal capo delegazione Bonafede, da Stefano Patuanelli, Vincenzo Spadafora, Lucia Azzolina, Federico D'Incà, Nunzia Catalfo e Luigi Di Maio collegato dal Qatar, dai capigruppo di Senato e Camera Davide Crippa e Ettore Licheri, dal viceministro al Mef Laura Castelli, e dalla sottosegretario agli Affari Ue Laura Agea. Queste ultime in qualità di "esperte" del dossier Recovery. Assente invece il capo politico reggente Vito Crimi. Una poltrona vuota che potrebbe fare pensare ad un significato politico.
Ma, anche per questo, il Movimento si è affrettato a precisare, con una nota, che all'incontro "non è prevista la presenza dei segretari di partito o capi politici". Nel momento di entrare a Palazzo Chigi, Spadafora aveva risposto anche ad una domanda su una possibile alleanza fra Pd e M5S in caso di caduta del governo ed elezioni anticipate: "Non vedo la necessità di andare a elezioni adesso", ha tagliato corto il ministro dello Sport.
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