ROMA – Un curriculum, come un lavoro, non è per sempre. E di questi tempi è proprio il caso di dirlo. Cambiare però costa fatica. Ecco che allora una buona strada è quella di farsi cercare. Piuttosto che affannarsi alla ricerca di un’occupazione che più si addice a noi, lasciamo che sia il lavoro a venire a cercarci. Come? Aggiornando il nostro curriculum. E sì perché sempre più spesso gli Hr delle aziende che sono a caccia di nuove figure professionali soprattutto per alcune qualifiche, piuttosto che pubblicare un avviso spulciano i curricula già presenti nei database in Rete. Solo su InfoJobs, la piattaforma numero uno in Italia per la ricerca di lavoro online, ogni giorno oltre 100 aziende visitano il database effettuando mediamente 5.500 ricerche, che nei primi 10 mesi dell’anno hanno portato alla individuazione di oltre 50.000 curricula in linea con le proprie necessità. E qual è la chiave di ricerca usata dagli Hr? L’81% guarda il job title, il titolo di lavoro. Nel mese di ottobre i più cercati sono stati operaio, agente di commercio, infermiere, magazziniere e saldatore. Ma oltre alla qualifica gli Hr si soffermano sulla categoria di appartenenza del lavoratore, per esempio a ottobre le categorie più cercate sono state produzione (15%), ICT (14%), vendite (10%). Il titolo di studio interessa per un altro74%.
Ecco allora che un curriculum online completo e aggiornato è fondamentale per essere intercettati dalle aziende che stanno cercando. InfoJobs ha stilato un vademecum con le 5 regole d’oro per farsi trovare finalmente dal lavoro giusto per sé. Il matching lo farà poi l’algoritmo. La prima regola di un buon curriculum è di indicare in modo chiaro titolo di studio, job title e categoria professionale. Sembra ovvio, ma non lo è: gli studi fatti, soprattutto se si è alla prima esperienza, il lavoro attualmente svolto e la categoria in cui opera l’azienda fotografano chi siamo oggi. Ci sono altre informazioni importanti che completano il nostro profilo, ma senza queste tre nessun selezionatore le scoprirà mai, semplicemente perché non potrà trovarlo.
La seconda regola è intendersi su cosa si fa. Ci sono molti per definire un lavoro. Ad esempio, per un commesso, è utile inserire almeno addetto vendite e assistente alla vendita, mentre per un venditore è importante indicare anche sinonimi quali agente di commercio, consulente commerciale, account manager. È importante inserire tutte le possibili keyword che fanno riferimento alla nostra professione. Terza regola, chiedere. Se un lavoro lo abbiamo e vogliamo cambiarlo è il momento di chiedere. C’è chi ama avere una scrivania tutta sua da occupare tutti i giorni e chi invece non rinuncerebbe mai allo smart working. Chi adora le trasferte e chi invece preferisce la sicurezza del suo ufficio, magari raggiungibile a piedi. Chi sogna una relocation all’estero e chi non vuole allontanarsi di più di 10 km da casa. Ecco i desiderata vanno messi nel proprio curriculum, così da far sapere subito alle aziende cosa ci spingerebbe a lasciare il lavoro attuale, evitando di ricevere proposte non adatte.
Quarta regola. Aggiornare periodicamente il profilo professionale affinché racconti chi siamo e cosa vogliamo in quel momento specifico. Discorso che vale ancora di più se si è alla ricerca di un ruolo ambizioso o che si discosta dalle occupazioni precedenti: evidenziamo ciò che abbiamo fatto e imparato nel nostro ruolo attuale e che vorremmo fare ancora di più in futuro. Anche se non abbiamo cambiato job title, le attività che facciamo ogni giorno si evolvono, le responsabilità cambiano, i progetti crescono ed è importante raccontarlo per valorizzare gli aspetti che ci rendono adatti e predisposti al nuovo ruolo. Quinta regola, certificazioni e non solo. Le certificazioni sono importanti per attestare sulla carta le competenze linguistiche o tecniche, ma se tale documentazione è corredata da esperienze sul campo (un’esperienza all’estero, la partecipazione a corsi di formazione, hobby particolari e spendibili in una professione) è meglio raccontarlo. Una skill in più aiuta i recruiter a inquadrare meglio un profilo e potrebbe trasformarsi in un elemento chiave per raggiungere un nuovo obiettivo professionale. Fatto questo non ci resta che attendere.
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