È normale che un virus muti?
Ogni volta che si replica, il virus può commettere errori nel copiare il suo genoma. Sars-Cov2 ha un sistema efficiente di riconoscimento e correzione degli errori, che però non può funzionare al 100%. La maggior parte delle mutazioni non fa cambiare i caratteri del virus. Alcune invece possono renderlo più contagioso o più abile nello sfuggire al sistema immunitario. Queste mutazioni, che danno al virus un vantaggio nella sopravvivenza, sono quelle che tendono a diffondersi.
Che cos’è la variante inglese?
Un ceppo di coronavirus che ha nel genoma 14 mutazioni (singole basi cambiate) e 3 delezioni (gruppi di basi cancellate). Mai era stato visto un ceppo con tante variazioni. Quello dei visoni che ci ha spaventato a novembre ne aveva 4.
Perché il ceppo inglese ha così tante mutazioni?
Il rapporto inglese che descrive il ceppo ipotizza che le mutazioni si siano accumulate in un paziente che ha avuto una malattia lunga: almeno due mesi. È possibile che la somministrazione di plasma o del farmaco remdesivir per favorire la guarigione abbiano selezionato un virus capace di sfuggire alle terapie. Ma anche questa è solo un’ipotesi.
Come è arrivato in Italia?
La variante inglese è stata osservata nel Kent il 20 settembre. «Ha avuto tutto il tempo di muoversi», spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Biomedico di Roma. «In genere il sequenziamento del virus si fa solo su alcuni tamponi positivi, a campione».
Il ceppo inglese è più pericoloso?
Non necessariamente. «Finora abbiamo letto il suo genoma. Ma per capire le sue caratteristiche occorre portare il virus in laboratorio. Mettendolo a contatto con delle cellule possiamo capire quanto rapidamente le infetta. Può darsi che sia più contagioso ma non più letale. L’evoluzione dei virus, in genere, li porta a essere più rapidi nella diffusione ma meno pericolosi per l’ospite» spiega Ciccozzi.
Quali elementi ci inquietano?
Gran parte delle mutazioni del ceppo inglese ha un significato ignoto. Una invece è già conosciuta. Permette al virus di legarsi meglio al recettore Ace2, la porta d’ingresso delle nostre cellule. In teoria facilita il contagio. Un’altra mutazione rende meno efficaci le difese immunitarie nei pazienti immunocompromessi.
In Italia ci sono altri ceppi mutati?
«Sì, è normale» sottolinea Ciccozzi, che ne ha descritti 13. «Ma per capire se rendono il virus più pericoloso servono le prove di laboratorio».Original Article
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