Bufera sul numero di tamponi in Piemonte e sui dati usati per passare da zona arancione a zona gialla. Da venerdì il ministero della Salute ha modificato i numeri piemontesi cancellando migliaia di test, realizzati con la modalità antigenica e quelli "tradizionali" molecolari, nelle ultime settimane.
"La Regione Piemonte segnala che il dato delle persone testate e dei tamponi processati con test molecolare è stato ricalcolato sulla base delle indicazioni ministeriali e il totale dei casi positivi è stato riconteggiato sulla base della definizione di caso come da circolare ministeriale" recita la postilla ai numeri diffusi dal governo che in un colpo solo ha cancellato dall'elenco 200mila tamponi fatti in Piemonte, cioè quasi la metà di quelli dell'ultimo mese.
È da quasi un mese però che la giunta Cirio ha fatto questa scelta: con una delibera del 3 novembre, che recepiva le indicazioni del ministero della Salute, sono stati sdoganati i test antigenici. Ma in migliaia di casi, quei 2mila positivi che sono stati "depennati" dai conteggi nazionali, al primo screening non ne è seguito uno con il tampone molecolare: "Sono direttive già approvate dal ministero e che tutta Europa considera valide – precisano dalla Regione – Abbiamo contato i tamponi fatti, compresi quelli rapidi, perché sennò sarebbe stato sottostimato l'andamento dell'epidemia. Ora il ministero ci ha chiesto di scomputarli e così abbiamo fatto".
La correzione però fa partire all'attacco le opposizioni: "Il ministero corregge la Regione e il Piemonte si dimostra, ancora una volta, una delle peggiori nel tracciamento. La capacità di processare i tamponi della nostra Regione è di nuovo ai minimi termini. Riuscire a processare solo poco più di 8mila test al giorno è un risultato vergognoso e che impedisce ogni tipo di analisi e strategia di contrasto ai contagi" tuona il capogruppo di Luv in consiglio regionale, Marco Grimaldi.
Il presidente della commissione d'indagine sulla gestione della pandemia in Piemonte, il consigliere del Pd Daniele Valle, annuncia un'interrogazione: "Sono differenze importanti, che cambiano significativamente la nostra comprensione di quanto sta avvenendo in Piemonte" incalza l'esponente del partito democratico.
Alcuni dei ricercatori indipendenti, che da mesi stanno cercando di interpretare i numeri del contagio, sono preoccupati: "Fino ad oggi la Regione ha dato numeri sballati. Sono settimane che dico che i dati del Piemonte sono buoni ma poco chiari. E oggi con certezza sappiamo che stiamo camminando bendati, senza sapere nulla di affidabile su come procede la situazione" incalza Marco Riva in un post su Facebook. E anche il fisico dell'Università di Torino Alessandro Ferretti è critico: "Se dovessimo usare il rasoio di Occam, il risultato sarebbe che siamo di fronte ad un maneggio per favorire il rientro a zona arancione perché hanno sovrastimato le capacità di tracciamento del Piemonte".
Una ricostruzione respinta dalla Regione: "Non è così, perché gli antigenici si usano in tutte le Regioni e noi abbiamo dato anche le positività emerse con quella modalità, quindi semmai abbiamo sovrastimato l'andamento pandemico". In piazza Castello però le voci critiche sul contact tracing non sono state affatto gradite e alcuni degli esperti sono stati minacciati di azioni legali per aver evidenziato le incongruenze.
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