Vivevano in sette in quel piccolo bilocale a Grugliasco. Madre, figlia e cinque cani, "lupi cecoslovacchi". Una casa che era stata un rifugio per Ares, Aragon, Aylen, Artù e Apache, ma che è diventata teatro di una tragedia immane quando l'altra sera i cani hanno attaccato a morsi Mariangela Zaffino, 74 anni.
"Mia madre era abituata a stare con loro, non sono mai stati aggressivi", ha detto la figlia, 48 anni, agli agenti della polizia municipale di Grugliasco intervenuti venerdì sera nell'appartamento al pian terreno di via Boves 12. Dal primo esame del cadavere effettuato dal medico legale, pare che l'anziana sia morta dissanguata, morsa in varie parti del corpo. Sull'episodio è stata aperta un'inchiesta e solo l'autopsia che sarà disposta dalla pm Francesca Traverso potrà dare maggiori elementi su quanto accaduto.
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La figlia era volontaria dell'asssociazione Coda di lupo rescue, che si occupa del salvataggio e dello stallo di razze ibridate dal lupo e di cani che abbiano avuto problemi comportamentali. E sono gli avvocati dell'associazione, Luca Polita e Dante Libbra, ad assistere la figlia: "La ricostruzione è tutta da verificare. Non si può escludere un'altra ipotesi, ovvero che la signora abbia avuto un malore e i cani siano intervenuti successivamente" .
Una versione che tuttavia è in contrasto con quanto dichiarato dai vicini ai vigili e cioè che verso le cinque del pomeriggio avevano sentito delle urla provenienti dall'alloggio in cui la signora Zaffino viveva. E proprio quello aveva fatto ipotizzare che la donna sia stata sbranata viva. Un paio di ore dopo la figlia è entrata in casa e ha scoperto il corpo della madre martoriato dai morsi. È riuscita a chiudere i cani nell'altra stanza e poi a portarli in macchina, prima di affidarli ai veterinari dell'Asl. Nel frattempo sono arrivati i soccorsi ma per la madre non c'era più nulla da fare.
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"Vedevamo spesso uscire la madre anche da sola con tutti quei cani al guinzaglio per andare ai giardini, non sembravano esserci problemi" , raccontano nel vicinato. Ora i cinque cani – due adulti e tre cuccioli di nove mesi – sono stati portati al canile sanitario dove rimarranno per una decina di giorni in osservazione. "Parlare di soppressione è del tutto prematuro in questa fase", precisano anche gli avvocati della figlia della vittima. Spetterà infatti al veterinario dell'Asl valutare la situazione. Gli animali saranno sottoposti ad alcune visite per escludere la rabbia e per valutare il comportamento e giudicarne la pericolosità. A quel punto si potrà capire se avviare un percorso di riabilitazione e recupero.
Da quello che risulta non c'erano mai state segnalazioni o lamentele a carico dei cani, almeno nell'ultimo periodo. Tuttavia le indagini dovranno capire anche se gli animali, in particolare i due adulti, si siano resi protagonisti di altri episodi di aggressività in passato. È possibile che, una volta nati i cuccioli, la figlia abbia pensato di darli in adozione ad altre famiglie, ma la cosa non è andata in porto e lei aveva condiviso la gioia di averli ancora con sé con una serie di foto all'aria aperta in cui li mostrava tutti quanti.
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