«L’idea è nata perché il Natale che vivremo sarà diverso» raccontano Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto, «abbiamo voluto trovare un modo per augurare feste serene a tutti». Il Volo è protagonista della cartolina natalizia, la sera del 25 dicembre, su Rai 1 alle 20.30, subito dopo il Tg1: canta a Piazza Pio XII, sullo sfondo la Basilica di San Pietro con l’albero e il Presepe. Tre classici per la sera di festa: Adeste Fideles, Oh Holy Night e Astro del ciel. «Dopo tanti concerti cancellati, torniamo alla musica, la materia che ci nutre» raccontano in una pausa delle prove, «questa piazza è lo scenario perfetto in un momento così difficile in cui la pandemia ha stravolto le nostre vite. La scelta dei brani crea l’atmosfera giusta».
Papa Francesco è a due passi.
«Abbiamo avuto l’onore e la fortuna di incontrarlo più volte, sia in udienza privata che a Panama, per la Giornata mondiale della gioventù. È sempre molto carino (mostrano un selfie, ndr)».
Solo tre canzoni, come mai?
«Il grande concerto sarà il 5 giugno: “Il Volo tribute to Ennio Morricone”. Ma a Natale è una grande responsabilità fare gli auguri agli italiani. Non abbiamo un disco in uscita, è un momento di festa da condividere. Abbiamo dovuto cancellare 23 tappe in America, il covid ha fermato tutto».
Che significa per voi rimanere a casa?
«Stimolare la creatività, dedicarci ai nostri cari e riflettere. Quando il mondo va di fretta non c’è mai il tempo. Stiamo sempre con l’acqua alla gola, fortunatamente non siamo mai fermi. Stavolta ci siamo dovuti fermare. Ci concentriamo sull’evento dedicato a Morricone, richiede tanto studio».
Terrorizzati?
«No, consapevoli. Ci ha portato alla mente molti ricordi. Quando registravamo il primo disco incontravamo il maestro in studio. Avevamo quindici anni, la fortuna di avere quell’età è la sfrontatezza, è stata la nostra fortuna per tante cose. Ci ricordiamo come ci trattava, c’erano i nostri produttori. Era felice».
Quindi non vi incuteva timore?
«Eravamo ammirati. Il concerto con le sue colonne sonore ci dà un’adrenalina incredibile. All’inizio non sapevamo da dove iniziare, ognuno ha il suo brano preferito. Con Morricone abbiamo anche condiviso il palco nel 2011 in Piazza del Popolo a Roma, abbiamo portato E più ti penso su un medley delle colonne sonore di C’era una volta in America e Malèna».
Come andò?
«Alle prove, in piazza, eravamo piccoli, Gianluca inizia a cantare. Il maestro batte con la bacchetta e lui fa: “Ah, me lo dai tu l’attacco?”. E Morricone: “Non te preoccupa’ ragazzi’…”».
Indimenticabile.
«Morricone ha fatto grande l’Italia nel mondo. Noi, umilmente, portiamo la tradizione del nostro paese, come all’inizio è stato il tributo ai Tre tenori. L’omaggio a Morricone è il progetto più importante della nostra carriera».
Ognuno porta nel cuore un brano di Morricone.
«I nostri preferiti sono Your love (Once upon a time in the west), La califfa e la colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso. Riproporre la musica di Morricone ci riempie di responsabilità, il suo repertorio appartiene al mondo. L’obiettivo nei nostri tributi è tenere viva la memoria. Trasmettere emozioni al pubblico le regala a noi. Avere 25 anni e onorare un premio Oscar ci riempie di orgoglio».
Siete nati a “Ti lascio una canzone” con Antonella Clerici che ora presenta “The voice senior”. Che pensate dei concorrenti over 60?
«Che non c’è un’età per sognare, bisognerebbe smettere di etichettare le persone. Perché no? Non c’è la proiezione di una carriera, ma la voglia di mettersi in gioco. Lo show è un bel segnale».
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