LONDRA. Dalle sue celle sono passati un grande scrittore, Oscar Wilde, la leader delle suffragette, primo movimento per i diritti delle donne, Sylvia Pankhurts, un dittatore in esilio, Augusto Pinochet, oltre che un gran numero di ubriaconi. Dall’anno prossimo ci entrerà gente intenzionata a restarci volontariamente, sebbene soltanto per un po’: visitatori che hanno pagato il biglietto all’ingresso. Diventa un museo, infatti, la Bow Street Police Station, una delle prime stazioni di polizia di Londra, dotata di un annesso tribunale per i piccoli reati, come l’ubriachezza molesta per l’appunto, e di una prigione in cui arrestati e imputati passavano la notte, prima di venire eventualmente destinati a un carcere più grande.
Situata nel centro della capitale, a due passi da Covent Garden, una piazza frequentata dai turisti di tutto il mondo per lo shopping, per i suoi caffè e ristoranti, e per gli artisti di strada, Bow Street faceva parte di una zona piuttosto malfamata quando nel 1881 vi aprì la Police Station: non a caso Charles Dickens ambienta il suo romanzo Oliver Twist da quelle parti. E in quella stessa via, un secolo prima, il celebre romanziere Henry Fielding, autore di Tom Jones, aveva fondato i Bow Street Runners, il primo corpo di polizia della città, da cui si sviluppò in seguito Scotland Yard.
La stazione di polizia ha chiuso nel 1992 e l’adiacente corte di giustizia nel 2006. Un completo restauro ha trasformato qualche anno fa l’edificio in un albergo, il NoMad London Hotel, all’interno del quale verrà inaugurato nel 2021, appena le norme sulla pandemia lo permetteranno, il Bow Street Police Museum. Il museo avrà mostre sulla criminalità dell’Ottocento e del Novecento, organizzerà esibizioni di uniformi, manganelli e armi della polizia del tempo, ospiterà dibattiti e seminari. L’attrazione principale, tuttavia, saranno probabilmente le celle, sia quelle singole, sia “the tank” (la vasca), in cui gli arrestati nel corso di una giornata per le infrazioni minori venivano tenuti temporaneamente tutti insieme, prima che un giudice decidesse la loro sorte.
“C’è una grande storia da raccontare associata alla stazione di polizia di Bow Street e alla sua prigione”, dice Vicki Pipe, direttrice del museo, al Guardian. Fra gli episodi più interessanti che intende illustrare non mancheranno l’arresto di Oscar Wilde per “atti osceni in luogo pubblico”, come veniva all’epoca chiamata l’omosessualità, con la prima udienza davanti a un magistrato, e la richiesta di estradizione dell’ex-dittatore cileno Augusto Pinochet, che aveva cercato riparo e ottenuto accoglienza nella Gran Bretagna di Margaret Thatcher. Da terroristi a serial killer, da borseggiatori ad alcolizzati, nelle celle di Bow Street è passata una incredibile varietà umana. Presto ci entreranno anche i turisti, ma nessuno chiuderà la porta alle loro spalle.
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