Presidi palermitani sul piede di guerra. A meno di venti giorni dall'ipotetico rientro a scuola degli studenti delle superiori, il governo prova a trovare una soluzione alla questione dei trasporti. E il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, convoca i dirigenti scolastici proponendo tra le altre cose l'ingresso, a partire dal 7 gennaio prossimo, scaglionato in due turni: il primo alle 8 del mattino e il secondo alle 10. Ma i capi d'istituto rinviano al mittente la proposta considerandola impraticabile a metà anno scolastico. A prevedere il coinvolgimento dei prefetti "per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano" è il decreto del premier Giuseppe Conte dello scorso 3 dicembre, per il contrasto e il contenimento dell'emergenza da Covid-19.
L'incontro tra il rappresentante del governo e i dirigenti scolastici si è svolto, da remoto, lo scorso mercoledì mattina. E da allora, nelle chat dei dirigenti scolastici non si fa altro che parlare delle proposte del prefetto Forlani. "Da professionisti della scuola non riteniamo sia possibile – si legge in una nota della sezione di Palermo dell'Anp (l'Associazione nazionale presidi) indirizzata al provveditore agli studi Marco Anello – ipotizzare la ricerca della soluzione delle tante criticità connesse ai trasporti chiedendo, ancora un volta, al sistema scolastico di percorrere esperienze organizzative impossibili". Un'affermazione che non lascia spazio a dubbi sulla posizione dei capi d'istituto di Palermo e provincia. Che ricordano come la scorsa estate sia trascorsa a compilare "questionari meticolosi ed estremamente analitici che riguardavano la mobilità degli studenti" necessari "per adeguare il sistema dei trasporti alle esigenze dei singoli istituti".
"E adesso – prosegue la nota – si ipotizza un ingresso della popolazione scolastica all'interno di un range temporale di due ore per consentire al singolo mezzo di trasporto di poter raddoppiare il numero delle corse sulla medesima tratta laddove sarebbe stato lecito attendersi l'uso di mezzi straordinari per consentire il trasporto in tutta sicurezza del 75% dell'intera popolazione studentesca". Il sindacato dei presidi snocciola tutte le difficoltà legate ad una simile misura: dalla composizione di un nuovo orario delle lezioni, agli alunni pendolari che, facendo il loro ingresso a scuola alle 10, terminerebbero le stesse alle 16 e tornerebbero a casa attorno alle 18 o ancora più tardi. Per non parlare delle pesanti ricadute di una simile rivoluzione sulle famiglie più fragili, su quelle con entrambi i genitori lavoratori, sugli alunni disabili e su quelli con Bisogni educativi speciali. Con il serio rischio che aumenti ulteriormente il già pesante bilancio della dispersione scolastica in città e in provincia. E, dopo avere elencato tutte le criticità del doppio ingresso, l'Anp chiede di limitare ad un'ora la flessibilità del suono della prima campanella a partire dal prossimo 7 gennaio.
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