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Trapani, confiscato il patrimonio dell’imprenditore Vito Marino. E’ all’ergastolo per la strage di Brescia

Scatta la confisca per il patrimonio di Vito Marino, l’imprenditore trapanese che sta scontando l’ergastolo per la strage della famiglia Cottarelli, tre persone assassinate a Brescia nell’agosto 2006. Il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani su proposta del questore e del procuratore, è stato notificato dai poliziotti della Divisione anticrimine e dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria.

La confisca riguarda 26 immobili, nove società, otto conti correnti, per un valore di circa 15 milioni di euro. Vito Marino è il figlio del boss di Paceco, Girolamo, soprannominato “Mommu u nanu”, ucciso nel 1986: le indagini di polizia e guardia di finanza avevano svelato il suo ruolo di rilievo nell’ambito di un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe finalizzate all’acquisizione di ingenti contributi pubblici. Tra i beneficiari ci sono alcune delle società oggetto della confisca: la “Vigna verde srl”, la “Olearia Pacheco soc.coop”, la “Ceralseed srl”. In questo contesto di truffe con le false fatture sarebbe avvenuto l’omicidio di Angelo Cottarelli, della moglie e del figlio. Sembra che il primo volesse uscire dal giro, e Marino temeva che potesse svelare troppi segreti. Per l’omicidio è imputato anche il cugino di Vito, Salvatore, la sua posizione è ancora a giudizio, la Cassazione ha annullato l’ergastolo, ordinando un nuovo processo.

Ora, il provvedimento di sequestro ripercorre l’ascesa imprenditoriale di Vito Marino e del suo patrimonio, cresciuto a dismisura nel giro di pochi anni. Dice Giuseppe Linares, a capo della Sezione centrale anticrimine della polizia di Stato: “Questa operazione offre la rappresentazione plastica delle inflitrazioni della criminalità nel settore dei finanziamenti per lo sviluppo. L’azione sinergica tra Polizia anticrimine e Guardia di finanza nel settore della ablazione patrimoniale antimafia rientra tra le strategie avviate dal Servizio centrale anticrimine nel suo impulso ai Questori sul territorio nazionale”.

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