Dopo la verifica di governo che si è tenuta in settimana, il Parito democratico dice no a un eventuale governo di larghe intese nel caso in cui dovesse cadere il Conte bis. A precisarlo è il vicesegretario dem Andrea Orlando a Rainews 24: "Se cade questo governo la strada è quella delle urne. Un tentativo diverso non avrebbe senso. Ho letto di maggioranze che si allargano e si restringono. Ricordo che noi siamo alternativi alla destra e sarebbe paradossale riportare Salvini al governo".
di
Emanuele Lauria
Dopo il rilancio delle sue richieste, compreso il Mes, continua dunque il pressing del Pd che invita il premier a sciogliere i nodi e a superare i veti incrociati. Concetto ribadito oggi anche da Orlando: "I problemi ci sono e vanno affrontati ma bisogna abbassare i toni che possano compromettere l'occasione del Recovery. Il Pd ha posto delle questioni, l'accumularsi di dossier non è un fatto positivo. Il problema non è Conte ma individuare un metodo, serve metodo, strutture e priorità e non credo neanche che serva neutralità per decidere come usare i fondi del Recovery".
Caos in maggioranza
In riferimento alla strategia di Matteo Renzi che ha minacciato la tempesta della crisi e che chiede con insistenza il rimpasto, il vicesegretario dem aggiunge: Ho sentito Renzi, ma non mi pare che abbiamo le stesse idee nel modo in cui si conduce questa fase. Noi abbiamo chiesto i due tavoli di governo che hanno fatto un po' di strada, anche se quello delle riforme si è incagliato sui veti incrociati di Italia Viva e M5S. Ma pensiamo che si debba stare lì dentro, senza percorrere avventure. Abbiamo chiesto a Conte di farsi carico di superare questo veti incrociati".
di
Giovanna Casadio
"Dopo anni di discredito, l'Italia è riuscita a riconquistare credibilità a livello europeo e dissiparla in questo momento non mi pare una buona idea – afferma -. Non servono show muscolari, ma la pazienza di individuare le priorità, un lavoro di guida politica. Più che parlare di programma parlerei di cronoprogramma, dobbiamo dire le cose che vogliamo fare ma soprattutto in quale ordine le vogliamo fare".
Infine sulla questione della delega ai servizi ancora in carico al premier, Orlando chiarisce al Foglio che è tempo di cambiare assetto: "La questione dell'autorità delegata ai servizi segreti si pose già durante la formazione del governo. E allora si decise di lasciarla in capo al premier per evitare che l'attribuzione di un incarico così delicato fosse oggetto di spartizione politica. Ora la fase impone di cercare un nuovo assetto".
All'orizzonte resta la data del 6 gennaio come limite entro il quale Giuseppe Conte dovrà fornire le risposte chieste dal leader di Italia Viva. Prima di quella data il premier dovrebbe convocare nuovamente i leader della maggioranza con un documento di sintesi di tutte le richieste delle forze che lo sostengono, da adottare come base per un patto di fine legislatura. Il Nazare auspica che con proposte convincenti il dissenso dei renziani rietri e si possa arrivare anche a un rimpasto, evitando crisi al buio.
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