Una delle mogli dei pescatori liberati, Cristina Amabilino, ha deciso di disertare l'incontro in videoconferenza con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in corso nell'aula consiliare di Mazara del Vallo (Trapani). Già ieri in una intervista la donna aveva detto: "Non ringrazierò mai il governo perché si è mosso tardi". L'incontro era previsto in videoconferenza tra Di Maio e i parenti dei pescatori liberati.
"Ho deciso di non partecipare all'incontro con Di Maio – dice Cristina Amabilino – perché io ho invitato il ministro degli Esteri per mesi ma non è mai venuto, e io adesso non partecipo all'incontro. Non perdono, solo Dio perdona io no. E il Governo ha sbagliato. Sono tutti imperdonabili".
di
Alan David Scifo
"Sono contento che i pescatori tornino a casa", ha detto dal canto suo Di Maio. "Io domani non potrò essere presente perché non ci sarò – dice ancora, rinfocolando la polemica – E meglio che sia un momento intimo tra i familiari". E poi ha augurato buon Natale. "Noi speravamo che domani venisse qualcuno del governo per l'arrivo dei nostri pescatori per condividere con noi questa gioia ma non verrà nessuno", ha detto Marco Marrone, armatore del peschereccio 'Medinea' che domani arriverà a Mazara.
di
Alan David Scifo
"Sarebbe stato bello per capire che gioia immensa stiamo provando per la liberazione dei nostri pescatori – dice – una gioia che magari potevano darci un pò prima. Però va bene anche la telefonata. Speriamo di incontrarli al più presto con i nostri pescatori per capire perché è stato così difficile. E dire che non succedano poi cose di questo genere".
“Non c’è più tempo da perdere: la dolorosa vicenda, a lieto fine, del sequestro dei pescatori siciliani da parte delle autorità libiche impone, in termini ormai non più procrastinabili, una decisa azione politica e diplomatica del governo italiano in sede internazionale”, scrive il governatore della Sicilia Nello Musumeci in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricordando come “da oltre mezzo secolo i nostri pescherecci vanno a lavorare nel mare Mediterraneo mettendo a rischio la propria sicurezza e, per ben tre volte, pagando con la vita le aggressioni delle motovedette tunisine e libiche”.
Nella sua lettera al premier, Musumeci ha sottolineato “la necessità che Conte chieda all’Unione europea di smetterla di girarsi dall’altra parte e di intervenire finalmente, in maniera risoluta, con un efficace ruolo di mediazione. I nostri pescatori – conclude Musumeci – sono stanchi di essere considerati pirati nel loro mare”.
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