A volte è semplicemente il caso di cambiare prospettiva. Se quindi l’oggetto di tanti racconti rovescia il tavolo e si mette dall’altra parte, cioè da quella di chi racconta. “Lo sai perché ti sto raccontando tutto questo? Perché vorrei che tu mi credessi… almeno per un attimo. Sì, lo so cosa stai pensando: Ma come posso credere a una scimmia?. Non faccio anch’io parte della natura? Certo, non faccio parte del genere umano… o forse sì? Non so ancora effettivamente chi sono.”
Ci prova Francesco Basso, giornalista e performer imperiese, mettendosi nella pelle — letteralmente — dell’Uomo Scimmia: della favoleggiata creatura che, secondo molte leggende metropolitane del ponente ligure, — ricordate per inciso anche in un libro indimenticabile come La curva del Latte di Nico Orengo — sarebbe stata creata da Serge Voronoff. Si ritorna in maniera originale alla vicenda del discusso chirurgo franco- russo passato alla storia perché nella sua splendida villa di Grimaldi, sul confine italo-francese, fu pioniere dei trapianti tra uomo e animale, riversando virilità in miliardari un po’ giù di tono grazie al trapianto di testicoli di scimmia, gorilla e scimpanzé.
Una storia degli anni Venti e Trenta del Novecento che, lasciando solo la parte conclusiva alla saggistica e alla ricostruzione anche delle leggende nate sul tema, Francesco Basso riprende sotto il profilo del fantasy horror con Caso Voronoff. Tutta la verità sull’uomo scimmia ( All Around) che parte da quegli occasionalmente ripetuti “avvistamenti”, riportati nelle cronache locali sul filo dei decenni, di poderosi sconosciuti pelosi. Ma se nel libro è un giornalista a incontrare la Bestia, è poi l’Uomo Scimmia a prendere la parola e a raccontare la sua storia, nella quale si intrecciano, partendo dai fatti accertati — come l’esistenza delle gabbie, ancora visibili nella grande villa di cui ha scritto recentemente Enzo Barnabà in Il sogno babilonese — una serie di vicende di docufiction come la scelta del chirurgo di utilizzare per la creazione di questo novello Frankenstein, un soldato nazista catturato.
Ma, visto che c’è della suspense, non è il caso di raccontare altro: di riflettere, se mai, su quale sia la differenza tra l’uomo e la bestia, vista la capacità umana di fare molto più male di quanto invece non indichi la natura. E infatti, si legge nel libro — dove peraltro non manca il registro dell’ironia — la Bestia si sfoga: “Non posso farne a meno, non riesco a proprio resistere alla tentazione del lato oscuro del reportage, il mio lato bestiale, di ricostruire tutto con la mente, con il pensiero. Pensiero di bestia. Di animale. Ma in fondo, come aveva già sentenziato Darwin, non è l’uomo stesso un animale? E forse il peggiore tra gli animali. Ma io chi sono? Un uomo, una scimmia? Entrambe le cose?”.
Commenti recenti