Dal 21 al 6 gennaio sarà possibile sempre andare nelle seconde case, purché queste si trovino nella stessa regione della residenza. E' quanto precisano fonti di Palazzo Chigi a proposito del decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri contenente le nuove misure anti-Covid per il periodo delle feste di Natale.
coronavirus
di
Alessandra Ziniti
Il provvedimento approvato ieri contiene la stretta sulle festività: l'Italia sarà zona rossa nei 10 giorni festivi e prefestivi fino all'Epifania, con negozi, bar e ristoranti chiusi e la possibilità di uscire di casa solo per motivi di lavoro e salute. Il decreto di tre soli articoli prevede che negli altri quattro giorni delle feste la penisola sarà zona arancione mentre il coprifuoco resta confermato alle 22. Per le festività è prevalsa la linea del rigore per evitare che i raduni familiari e con amici favoriscano una terza ondata a gennaio e febbraio. Nei giorni da zona rossa saranno chiusi i centri estetici, bar e ristoranti. Saranno invece aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri.
coronavirus
di
Valeria Forgnone
L'unica deroga per pranzi e cene delle feste nei giorni in rosso è la possibilità di ospitare due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma questo "una sola volta al giorno" e "verso una sola abitazione", ovviamente nella stessa regione. Nel provvedimento c'è anche la deroga per i piccoli comuni: ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma ad una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio l'Italia sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all'interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio.
di
Tommaso Ciriaco
Le sanzioni per chi viola queste disposizioni vanno dai 400 ai mille euro.
Quanto alla scuola per il momento l'esecutivo ha programmato un recupero della didattica in presenza dal 7 gennaio. Ma è più un auspicio che una certezza.
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