Non c'è pace. I nodi fra Cio, Coni e Sport e Salute non sono mai stati sciolti in due anni, da quando la politica ha voluto entrare in maniera pesante nel mondo dello sport. E questo provoca problemi di gestione non solo a Malagò ma anche a Sport e Salute. Ma adesso si è arrivati davvero alla resa dei conti. Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute spa, rischia di dover lasciare il suo incarico il prossimo 20 ottobre 2021 per effetto della legge Madia. L'alto funzionario della Camera dei Deputati che era in aspettativa, infatti – riferiscono all'Ansa fonti parlamentari – risulta essere andato in pensione lo scorso 20 ottobre. "Per effetto della legge Madia, quindi – spiegano -, potrà restare, senza percepire alcuno stipendio, in carica un anno come presidente e amministratore delegato. È proprio quest'ultima carica, nel caso di Sport e Salute inscindibile da quella di Presidente, a imporre lo stop dopo tale periodo". Fonti del Ministero per lo Sport commentano: "non siamo stati informati di questi cambiamenti, approfondiremo nelle prossime ore".
"Vito Cozzoli può rimanere in carica come presidente e ad di Sport e Salute fino al termine del mandato, ovvero marzo 2023": così fonti della società commentano il rischio di decadenza a ottobre 2021 in forza della Legge Madia, emerso in ambienti parlamentari. Un parere del Dipartimento della funzione pubblica in data 13 ottobre – sottolineano all'Ansa le stesse fonti di Sport e Salute – ha precisato di "ritenere non applicabile nel caso di specie il limite annuale di durata ferma restando la gratuità". Cozzoli, è la precisazione di Sport e Salute, "scelse il distacco dalla Camera al momento della sua nomina, con una penalizzazione di 70 mila euro annui da restituire; preferì poi andare in pensione lo scorso 20 ottobre con 'cessazione per incompatibilità' quando dalla stessa Camera fu posto un veto all'ingresso nel cda di Engineering Spa, nonostante lo Statuto di Sport e Salute consentisse altri due incarichi esterni. Ma a quel punto fu chiesto un parere sulla compatibilità e la funzione pubblica diede un parere positivo alla permanenza alla guida di Sport e Salute fino a marzo 2023".
"Il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha appreso solo nelle ultime ore che il presidente e ad della società in house Sport e Salute spa sia stato costretto alla cessazione per incompatibilità dal suo lavoro alla Camera dei deputati, dalla quale sarebbe in pensione dal 20 ottobre scorso". Lo afferma il ministro in una nota nella quale si aggiunge che "nessuna comunicazione formale è mai pervenuta agli uffici del Ministero, neppure sul parere autonomamente richiesto da Sport e Salute al dipartimento della Funzione Pubblica". Spadafora, "anche alla luce di quanto previsto dalla Legge Madia, si riserva nei prossimi giorni di svolgere ulteriori approfondimenti e ogni altra opportuna verifica". Spadafora ha nominato Cozzoli e negli ultimi tempi è stato piuttosto critico nei confronti di Sport e Salute. Spadafora era già entrato in rotta di collisione con Rocco Sabelli, nominato da Giorgetti e che poi si dimise. Che succederà adesso? La situazione non certo bella per lo sport.
Intanto con la lettera congiunta fra Coni, Figc e Lega di A al governo è stata ribadita la centralità del Comitato olimpico che qualcuno aveva messo in dubbio (ed è significativo il riavvicinamento fra Gravina e Malagò). Per quanto riguarda l'autonomia del Coni, messa in crisi dalle scelte del governo e non solo del governo, è un altro discorso: il Cio potrebbe intervenire già il 27 gennaio (vedi Spy Calcio del 16 dicembre) sospendendo il Comitato Olimpico Italiano. E in quel caso, atleti e tecnici azzurri andrebbero a manifestare davanti a Palazzo Chigi…
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