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Zona rossa di Natale, troppi professori di Milano in vacanza: impossibile sostituirli, la scuola chiude per ferie

Le richieste di ferie e permessi per lunedì e martedì sono arrivate ai presidi di moltissime scuole, soprattutto istituti comprensivi poiché la didattica a distanza alle superiori lascia possibilità di movimento agli insegnanti. Così, gli istituti si trovano a fare i conti con la mancanza di docenti e, nei casi più estremi, a dover chiudere. Sono gli effetti sulla scuola della decisione di fissare l'ultimo giorno utile per spostarsi liberamente al 20 dicembre, 48 ore prima della fine delle lezioni. Scelta che mette in difficoltà gli insegnanti residenti a Milano, ma con la famiglia in altre regioni.

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di

Ilaria Carra


Le operazioni sono le stesse ovunque: si contano le assenze, si cerca di organizzare le sostituzioni e, come ultima possibilità, si riduce l'orario. Fino ai casi limite come quello dell'istituto comprensivo Paolo e Larissa Pini, dove a chiedere di potersi assentare sono stati circa 20 insegnanti, troppi da sostituire. Tutte le richieste sono state messe in stand-by fino a ieri sera, quando il consiglio d'istituto ha approvato la chiusura della scuola il 21 e 22 dicembre. Dove le assenze sono meno numerose, ma significative, si pensa a ridurre l'orario. Ipotesi valutata all'Istituto comprensivo Riccardo Massa. "Non abbiamo ancora deciso, ma potrebbe essere necessario non fare lezione per uno o due pomeriggi" spiega il preside Giampaolo Bovio, che ha concesso ferie e permessi. "L'anno scolastico è ancora lungo e creare tensioni adesso sarebbe sbagliato. Molti insegnanti hanno bisogno di tornare a casa per motivazioni pratiche, diverse dal semplice ricongiungimento con i parenti". Le valutazioni si fanno caso per caso, cercando di andare incontro a tutti. "Non ho accettato le richieste di chi ha la residenza in altre regioni (può quindi spostarsi in ogni momento per farvi ritorno, ndr), ma non ho detto no in assoluto, perché capisco il desiderio di raggiungere la propria famiglia" sottolinea Laura Barbiarato, dirigente del comprensivo Ermanno Olmi, che è riuscita a organizzare le sostituzioni. Come Anna Teresa Ferri, preside del comprensivo Rinnovata Pizzigoni, che tuttavia non abbassa la guardia: "Possiamo coprire tutte le assenze annunciate, ma temo quelle improvvise. Ho messo in conto di dover andare in classe". La situazione, considera la preside, "è simile a quella degli anni precedenti e il discorso fatto mesi fa sulle difficoltà per supplire alle assenze è servito a poco".

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Il problema principale sta nella scelta del 20 dicembre. "Non si è considerata la grande quantità di docenti delle scuole del Nord che proviene da altre regioni" sottolinea Massimiliano Sambruna, segretario Cisl Scuola Milano, che richiama però a distinguere "tra chi ha necessità di rientrare a casa entro il 20 e chi chiede ferie e permessi pur essendo residente nella regioni d'origine, oltre a quanti decidono di usufruire dei giorni previsti dalla legge 104 proprio il 21 e 22".

Diminuiscono intanto i contagi a scuola: nella settimana tra il 7 e il 13 dicembre i positivi sono stati 362, di cui 238 studenti e 124 operatori, mentre le persone in isolamento sono 3.453 (3.349 allievi e 104 operatori). Dati che, spiega Nicola Iannaccone, referente Ats per le scuole, "denotano una stabilizzazione dei contagi anche per le medie, che avevano registrato un aumento con il rientro in presenza delle classi seconde e terze". E arrivano novità anche in termini organizzativi: da gennaio sarà operativa un'unità di supporto socio- psicologico per gli operatori di asili nido e scuole materne, mentre sono già attivi sei tavoli di coordinamento per l'emergenza Covid, uno per ogni ambito educativo. Le operazioni, chiaramente, guardano anche al ritorno in classe delle superiori dal 7 gennaio per il quale dal tavolo permanente dell'Ufficio scolastico regionale è emersa "la richiesta di ridurre il tetto del 75 per cento – spiega Loredana Poli, delegata all'Istruzione di Anci Lombardia – prevedendo più flessibilità per i diversi territori o un abbassamento al 60 per cento". I limiti sottolineati dalla Regione, a cominciare dalla capienza al 50 per cento dei mezzi, spingono a rivedere le quote. "Si chiede nuovamente alle scuole, ad anno iniziato e programmato, di venire incontro alle esigenze del trasporto " sottolineano i sindacati, che concludono: "La scuola venga veramente messa al centro".Original Article

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