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Valerio Lundini: Io bullo? Non sono mica uno delle iene

ROMA. Qualcuno ieri notte ha avuto modo di vedere Una pezza di Lundini, quel programma comico dove non si fanno battute? Lo trasmettono lunedì, martedì e giovedì su Rai 2: "Rimpiazza una trasmissione che, per vari motivi, non può andare in onda" (fonte Rai). Il titolo gliel'ha dato l'autore, Giovanni Benincasa, guru della tv italiana (Carramba, Furore, Libero, Matrix…). Presenze fisse in studio l'attrice Emanuela Fanelli e i VazzaNikki, una band che fa rock and roll nonsense. Il pubblico consiste in quattro anziani dall'indole bendisposta ma non ridanciana. Conduce Valerio Lundini, un pischello romano con gli occhiali. Lancia servizi. Fa collegamenti. Intervista personaggi pubblici con domande tipo: "Com'è essere donna, in generale?".
Se vi sembra che questo programma non abbia senso, è perché non deve averlo. Una pezza di Lundini vìola le più elementari convenzioni della tv comica italiana: ecco perché ne parlano tutti. Il servizio sul furto del naso si presta all'esemplificazione. Un inviato stile La vita in diretta (Lundini) ascolta la drammatica testimonianza di Guglielmo Nodari, "un ragazzo che dal 1995 non ha più il naso davanti". Dice che gliel'ha rubato lo zio 25 anni fa, attuando la famosa tecnica delle due dita a pinza. Lundini crede che Nodari debba avere giustizia. Rintracciato lo zio, riesce a farsi aprire la porta e lo incalza, fino all'orribile scoperta: il naso era proprio qui, nel cassetto di una scrivania.

Lundini, come è arrivato a condurre un programma su Rai 2?
"Innanzitutto diamoci del tu. Tempo fa Giovanni Benincasa cercava battutisti per un programma comico, Battute. Calcutta gli ha detto 'devi chiamare Lundini'. Anche se in realtà io non so fare battute. Però alla fine è andata bene. E dopo qualche cosetta sempre in Rai Giovanni mi ha proposto di fare un programma tutto mio".
Come sta reagendo il pubblico?
"Qualcuno l'ha presa seriamente".
Cioè?
"Dopo il pezzo sul naso c'è stata gente che ha scritto: 'Secondo me non è vero', o 'Dai, mi sembra esagerato, ma che servizio è?'".
Ti fa piacere?
"Sì, vuol dire che il format funziona. Anche al DopoFestival di Sanremo è stato così, quando intervistavo i cantanti facendo domande assurde. Il giorno prima del litigio con Morgan chiesi a Bugo: 'Se domani un angelo ti dicesse: se abbandoni il palco a metà canzone farò finire le guerre nel mondo, ma nessuno saprà che è merito tuo', lo faresti? E lui, seriamente: 'Sì'".
Poi il giorno dopo Bugo ha lasciato il palco davvero.
"E la gente ha commentato: 'Questo sapeva tutto dal giorno prima', 'Scusate ma chi è 'sto giornalista? Ma che domande fa?'. Ecco, questo a me piace molto".
Il surrealismo. Ti capita di usare i sogni come spunti?
"Questo programma mi ha permesso di usare ben due sogni".
Me li racconti?
"Non posso: non sono ancora andati in onda".
Non è facile la posizione dei tuoi ospiti, visto che vengono a farsi bullizzare.
"Ma mica li bullizzo. Per me il bullismo è quello delle Iene, ed è male. Preferirei morire di fame".
Però li metti in difficoltà.
"Ma il mio personaggio non lo fa apposta. Loro ne escono meglio di lui. E poi sanno che è un gioco: se non lo sapessero, ok, sarebbe bullismo".
(Improvvisamente impallidisce). Tutto bene?
"È che mi fa schifo la verdura. L'ho ordinata perché di solito la cicoria nei posti è buona".
Costretto a mangiare verdure?
"Ho il diabete. Se prendo un'amatriciana prima devo mangiare verdura. Il fatto è che questa è amarissima".
Da quando hai il diabete?
"Dai trent'anni. Accade sempre d'estate".
Ma cosa?
"Il diabete mi è venuto d'estate. Il tumore alla tiroide, d'estate. E una volta, sempre d'estate, sono andato a Londra da solo e mi è venuta la mononucleosi con 40 di febbre fisso. Io d'estate sto male".
Ti capita di piangere?
"Non piango da quando sono piccolo. Non piango e non vomito".
Neanche se ti ubriachi?
"Sono astemio. Non mi piace l'alcol. Come la verdura. Non mi piacciono le cose degli adulti".
E ridere? Perché invece in trasmissione sei serissimo.
"Ridere sì. Semplicemente, non faccio battute né imitazioni. Non mi vengono, non è il mio tipo di comicità".
Una definizione di comicità?
"Qualcosa che fa ridere".
Qualcuno ha detto che la comicità è divina.
"Quindi esiste Dio?".
Lo escludi?
"Non del tutto. Però penso che l'anima si spenga come la fiamma, senza lasciare traccia. Almeno lo spero".
E perché mai?
"Diciamo che spero che non esista la reincarnazione. A furia di reincarnarmi prima o poi finirei a casa di un Marco Prato. È la mia grande paura, insieme a quella che mi ammazzino la fidanzata. Per questo sono stato single per cinque anni".
Per paura che ti ammazzassero la fidanzata.
"Sì. Volevo temere solo la mia, di morte. Ora invece ho una possibilità in più di morire".
Quindi sei fidanzato.
"Da tre anni e mezzo".
Lei chi è?
"È la fidanzata".
Dove abiti?
"A Roma, nel quartiere San Giovanni, da sempre".
Ancora dai genitori?
"Casa attaccata ai genitori".
Hai mai fatto recitare i tuoi genitori nel programma?
"Mai. Mio fratello una volta".
Quasi tutte le spalle e gli attori dello show sono improvvisati, vero?
"Sì. Gli attori improvvisati funzionano. Tipo l'amico tuo che se gli chiedi di fare il vigile fa proprio il vigile. Oppure, prendi la finta psicologa che intervistavo sul bullismo, una delle migliori interpretazioni di sempre: quella è Luisa Pistoia, che di mestiere fa l'agente. Mentre gli attori veri, salvo eccezioni, sono un disastro".
Secondo te perché?
"Non l'ho capito. Non c'è disinvoltura, si impegnano troppo. Un sacco di gag non le ho fatte perché potevo prendere solo attori veri e sapevo che avrebbero rovinato tutto".
In giro c'è qualche trasmissione comica che ha attirato la tua attenzione?
"Who is America? di Sacha Baron Cohen. È lui che si traveste e intervista gente facendo cose assurde".
Sotto sotto vorresti fare questo?
"Sì. Vorrei farlo troppo. Non capisco però come fanno a non riconoscerlo. Secondo me dopo un po' ti sgamano".
Dovresti farlo prima di diventare famoso, così non ti sgamano.
"Ci ho pensato. Però Sacha Baron Cohen è insuperabile. In una puntata si presenta come ex agente del Mossad a dei redneck razzisti e gli insegna a combattere il terrorismo. Gli dice che siccome gli arabi temono l'omosessualità un modo per attaccarli è denudarsi e saltargli addosso. E loro lo fanno".
Però questo è bullismo.
"Questo mi sa che è bullismo".
Quindi un po' ti andrebbe di fare il bullo?
"Ma solo con gente orrenda".
Sul Venerdì del 18 dicembre 2020Original Article

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