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Tra rispetto della natura e metodi ancestrali, i consigli frizzanti per le feste

Per tutti gli appassionati della fortunata serie tv Boris, “Troppo Frizzante” era il programma della concorrenza, da evitare come la peste. Per tutti gli amanti del buon vino invece troppo frizzante non esiste. E le scelte in vista delle festività si sprecano, ma serve impegno e un'indole da Indiana Jones per trovare qualcosa di inusuale. La ricerca porta dritti nel mondo dei vini artigianali, dove le cantine lavorano con metodi meno invasivi e i vignaioli producono vini non omologati. Ne nasce un vademecum di dieci bottiglie fuori dal comune, in cui vengono utilizzati anche vitigni meno noti tra gli spumanti, come il Catarratto, il Maturano o l'Aglianico.

Tra natura e metodi ancestrali, i nostri consigli (poco comuni) per i brindisi delle feste

Gli spumanti si differenziano per il metodo con il quale vengono prodotti. Sono due quelli più conosciuti: la bollicina può essere fatta in un grande contenitore come l'autoclave con il cosiddetto metodo Martinotti (conosciuto nel mondo come Charmat, dal nome del francese che lo brevettò) oppure in bottiglia con il metodo classico tradizionale, utilizzato soprattutto nella Champagne. Ci sono anche altre tecniche, antiche ma meno conosciute, e vengono utilizzate per ottenere vino petillant – come dicono i francesi – leggermente frizzante. Una è la via della rifermentazione, dove la seconda fermentazione avviene in bottiglia previa aggiunta di mosto congelato o di uve passito. Tradizionale in zone come l'Emilia, per il Lambrusco, o il Veneto, dove i grappoli di Garganega vengono messi ad appassire appesi nei granai e poi utilizzati come starter per la rifermentazione. L'altra è la via ancestrale, meno utilizzata, dove la fermentazione alcolica spontanea avviene una sola volta tramite lieviti indigeni (inizia nei contenitori per poi concludersi in bottiglia). Metodo utilizzato spesso in Veneto per il cosiddetto Colfondo.

La selezione

Cinciallegra S.L. – Il Roccolo di Monticelli

Il vino frizzante di Silvia Tezza viene prodotto a Lavagno, tra le colline ai piedi dei Monti Lessini ad est di Verona. Su un piccolo poggio terrazzato crescono e maturano le uve di Garganega e Trebbiano di Soave, che dopo la raccolta manuale danno vita a un vino divertente, con sentori di pesca e albicocca. La bolla delicata è perfetta per iniziare il pasto.

Vigne del Pellagroso – Monte Oliveto

Dalla rifermentazione con mosto di uve passite di Garganega, Trebbiano, Moscato e Malvasia, Antonio Camazzola – ex oste che negli ultimi anni si è dedicato a rimettere in piedi vecchie vigne – imbottiglia Monte Oliveto, un vino frizzante brioso, aromatico e con un'importante spinta acida. La sua azienda si trova nel mantovano, più precisamente a Monzambano, sulle colline del Lago di Garda.

Ca' de Noci- Sottobosco

L'Appennino reggiano, più precisamente cinque ettari di vigneti lungo la valle del torrente Crostolo, sono la patria di Sottobosco dei fratelli Andrea e Giovanni Masini. Un vino rifermentato in cui convivono Lambrusco di Montericco, l'antica Sgavetta, il Malbo Gentile e il più conosciuto Grasparossa. Ne producono poche bottiglie, meno di 5 mila, e dunque vale ancora più la pena assaggiare questa bolla piena di spezie e di frutti di bosco.

Rosa dei Venti – Podere Cipolla

Il Lambrusco rimane un vino ancora troppo sottovalutato, eppure negli ultimi anni diverse cantine artigianali gli hanno regalato nuova vita, abbandonando la mediocre definizione di cheap & cheerful. Tra queste sicuramente c'è Podere Cipolla di Denny Bini. Qui viene prodotto Rosa dei venti, uno spumante rosato molto schietto che si fa subito notare per la sua piacevole freschezza.

Bergianti – Steve

Rimanendo in Emilia Romagna ci si imbatte in un'etichetta molto curiosa. Con il suo approccio purista sia in vigna sia in cantina, Gianluca Bergianti ha reso “Steve” un bianco frizzante estroverso, che accompagna bene salumi dalla lunga stagionatura. Dopo qualche assaggio è già sul podio dei vini frizzanti: ancestrale e dal gusto deciso, stupisce per la sua grande bevibilità.

Fra I Monti – A' la Voleè

Rocco Toti e Benedetto Leone hanno la loro azienda nel Lazio, in un piccolo paesino del frusinate. Lassù, tra le alture di Terelle nella Valle di Comino, producono una bolla divertente – A' la Voleè – con uve Sémillon e Maturano. Nessuna filtrazione né sboccatura lo rendono un vino sincero. Crea dipendenza.

Controvento – Frezza

Si scrive Controvento ma si legge Vincenzo Di Meo. Questo vignaiolo abruzzese ha trovato casa all’interno dell’area protetta Fosso delle Farfalle, nel comune di Rocca San Giovanni. La batteria di etichette conta anche Frezza, il vino più scatenato della cantina. È un blend di Trebbiano, Malvasia di Candia, Passerina e Fiano. La sua bolla esplosiva renderà il Natale più divertente.

Casebianche – Il Fric

Due ex architetti, Pasquale Mitrano e Elisabetta Iuorio, con il loro lavoro silenzioso hanno contribuito a cambiare la produzione vitivinicola campana. Siamo nell'Alto Cilento, a Torchiara, tra le colline che finiscono alla piana di Paestum. Qui i due vignaioli hanno ideato un rosato frizzante giovane e scorrevole. Si chiama Il Fric ed è prodotto con uve di Aglianico, che gli donano profumi di melograno e una grande bevibilità.

Cantine Barbera – Sottosopra

Ed eccoci in Sicilia, nella zona di Melfi, dove uno dei punti di riferimento per i vini artigianali è una donna: Marilena Barbera. La sua audacia l'ha portata a produrre Sottosopra, un vino frizzante ancestrale che regala grandi sorprese con sentori di cedro e un'effervescenza indomabile.

Alessandro Viola – Blanc de Blancs

Infine, sempre in Sicilia, ma nell'entroterra di Alcamo, Alessandro Viola continua a regalare ottimi vini agli affezionati di etichette artigianali. Il Pas Dosè Blanc de Blancs è uno spumante a base Catarratto che riposa sui lieviti quasi due anni prima della sboccatura. Un bell'abbinamento con arrosti di carne bianca o pesce alla griglia. Da bere senza sosta.

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